AFORISMI Dopo
il rovinoso processo che condizionò non solo la sua carriera artistica, ma pure
la sua vita, Wilde riparò sul continente sotto il nome di Sebastian Melmoth
(Melmoth,
come il nome del protagonista del romanzo di un prozio, Charles Maturin). Dopo
la sua morte, l'esecutore testamentario Robert Ross ne pubblicò i suoi Aforismi,
dei quali sono qui presentati alcuni.
ANEDOTTI E PENSIERI Oscar
Wilde fu uno dei primi a sostenere la costruzione non solo di case, ma anche
di scuole belle, e così belle che il castigo per gli scolari negligenti
doveva consistere nel vietar loro di tornare a scuola il giorno dopo. Voleva
vedere i bambini far maggior uso delle loro mani ed era solito ripetere: Si
compiaceva di stupire i suoi ascoltatori con battute spesso piene di nonsenso,
o almeno da lui ripetute con tale intenzione, ma che gli altri prendevano sul
serio. Arrivando
una volta in ritardo ad un pranzo, la padrona di casa gli indicò indispettita
l’orologio: Richiesto
di come avesse passato la giornata, rispondeva con grande serietà: Un
giorno, entrato in un negozio di fiorista in Jasmin Street, chiese al commesso
di togliere un cesto di fiori che era in vetrina. Sherard,
uno dei suoi biografi, gli faceva notare la magnifica vista della Senna e del
Louvre che si godeva dalla finestra dell’Hotel Voltaire. Ad
un amico che gli chiedeva come mai avesse stampato così poche copie di un suo
poemetto, rispose: - In verità volevo farne stampare solo tre copie: una
per me, una per il Museo Britannico e una per il Ciclo; avevo però qualche
dubbio se valesse la pena di darla anche al Museo Britannico. A
proposito di giornali e giornalisti Wilde così si esprimeva: - Il giornalismo giustifica la propria esistenza in grazia al grande principio di
Darwin sulla sopravvivenza dei più volgari. Quando,
nei primi anni del novecento, l’Inghilterra stava per entrare in guerra
contro la Francia, Wilde, richiesto di cosa ne pensasse, rispose: - Non
dovremmo mai far guerra alla Francia: la sua prosa è perfetta. Un
giudizio su Wagner: - A me piace più di tutte la musica di Wagner. È così
rumorosa che uno può parlare col vicino di poltrona per tutto il tempo della
rappresentazione senza che gli altri possano ascoltare ciò che dice. Ad
un ricevimento dove erano presenti numerosi scrittori gli fu chiesto, seguendo
l’esempio di Lord Aveburry, di elencare i cento libri più belli che egli
conoscesse. -
Discorrendo
con una amica sulla “realtà” del teatro disse: - Non voglio aver
nulla a che fare con la Verità. Se la Verità dovesse venire da me, nella mia
stanza e mi dicesse: < Siete molto testardo », lo risponderei:.« Voi
siete troppo ovvio», e lo getterei dalla finestra. Congratulandosi
con un amico che era intervenuto ad un ricevimento in casa della contessa de
Grey, disse: - Oh, son felicissimo che siate venuto! Ho un centinaio di cose
da non dirvi! -
L’essere egoisti, - era solito dire, - non significa vivere facendo i propri comodi, ma
chiedere agli altri di vivere secondo i nostri comodi. La mancanza di
egoismo invece consiste nel lasciar vivere il prossimo senza interferire nelle
sue faccende. Dopo il suo matrimonio, una
donna sposata chiese a Wilde come si fosse innamorato di Constance, sua
moglie. - Non parlava mai, - rispose. Una
volta parlando di una famosa attrice la quale, dopo una tragica vita
familiare, aveva sposato uno sciocco, disse: - Ella pensava che, essendo un
sciocco sarebbe stato un uomo
gentile, quando invece la gentilezza richiede fantasia e intelligenza. Wilde
era un accanito fumatore. A chi gli diceva di non capire che gusto provasse
nel fumare, tante sigarette, rispondeva: - Una sigaretta è un esempio di
piacere perfetto. È squisita e lascia insoddisfatti. Che vuoi chiedere di
più? Wilde
diede sempre assai poca importanza al danaro e fu generoso con chiunque
avesse richiesto il suo aiuto. Inviando un assegno a William Rothenstein,
scrisse: « Qui acclusa troverai una cosa di colore assurdo che quei pazzi
di banchieri prendono in cambio e per la quale, nel momenti di follia, danno
oro ». Un
mendicante lo avvicinò in Haymarket e gli chiese l’elemosina dichiarandogli
che non aveva ne lavoro, ne pane. Ai
giornalisti che lo attendevano allorché sbarcò a New York e che gli
chiedevano notizie sul viaggio, disse: - Sono molto seccato con l’Oceano
Atlantico. In
America, come egli scrisse, lo colpirono queste cose: « Tutti corrono come se
dovessero perdere il treno: e questa è una condizione che non favorisce la
poesia ». Non
fu per nulla suggestionato dai miracoli della natura del Nuovo Mondo e restò
deluso dalle cascate del Niagara che egli descrisse come « nient’altro che
una immensa ed inutile quantità d’acqua che sbaglia strada e perciò cade
su inutili rocce ». A Kansas City ricevette questo telegramma dalla città di Griggsville: « Potete tenere una conferenza sull’estetica? ». Rispose: « Cominciate col cambiare il nome della vostra città ». -
Quando sbarcai a New York, mi chiamavano “Lo straniero” , scrisse Wilde, nel Texas mi salutavano “Capitano”, negli stati dell’interno mi
rivolgevano la parola dicendomi “Colonnello” e nel Messico ero
“Generale” ». A
un giornalista che gli chiedeva se reputasse più belle le donne americane o
quelle europee, disse che avrebbe risposto alla domanda a metà del viaggio di
ritorno, in mezzo all’oceano, fuori della vista di entrambi i continenti. Tornato in Inghilterra disse che le ragazze americane erano « meravigliose oasi di irragionevolezza in un vasto deserto di comune senso pratico». Non fu altrettanto gentile con gli uomini: « La forza bruta posso capirla: ma non capisco la ragione bruta. È insopportabile». Edmond
de Goncourt scrisse nel suo diario che Wilde, parlandogli dell’America, gli
aveva detto che in una rappresentazione teatrale nel Texas la parte di Lady
Macbeth era interpretata da una vera assassina, il cui nome sui cartelloni
era seguito da questa frase: « Ha scontato dieci anni di carcere ». Disse
ad un amico che viaggiando attraverso gli Stati Uniti egli aveva due
segretari, uno per gli autografi ed un altro per regalare ciocche di
capelli. Dopo sei mesi il primo morì per un crampo al braccio, mentre il
secondo restò completamente calvo. «
Tra tutti gli americani », scrisse, « gli unici che io vidi indossare abiti
veramente eleganti, furono i minatori dell’Ovest. Un giorno mi condussero
con loro in un dancing saloon, dove io mi imbattei nell’unico sistema di
critica d’arte veramente razionale. Sul pianoforte infatti c’era questo
cartello: “Per favore non sparate al pianista: egli fa quello che può”.
In quei luoghi la mortalità tra i pianisti è veramente confortante ». In
America divenne popolare questa sua frase: «
Dispiacere ai tre quarti del pubblico inglese su ogni punto, è una norma
igienica fondamentale ed insieme una delle più profonde consolazioni nei
momenti
di crisi spirituale ». -
Io non ho mai risposto a nessuna lettera, - disse Wilde. - Ho visto uomini
arrivare a Londra pieni
di salute e di iniziativa e diventare in pochi mesi dei relitti, per
l’abitudine di rispondere alle lettere. «
Soltanto la mediocrità », egli scrisse, « può progredire. Un vero
artista si rivela in un ciclo di opere delle quali la prima non può essere
meno perfetta dell’ultima ». « Tutti possono prender parte al dolore di un
amico, ma solo un uomo
eccezionale può prender parte al suo successo ». « Il pubblico è assai tollerante. Perdona tutto
eccetto il genio ». «
L’uomo non è mai sincero quando parla di se stesso. Dategli una maschera e
vi dirà la verità ». «
Le nostre virtù sono assai di frequente dei vizi corrotti ». . «
Cinico è l’uomo che conosce il prezzo di ogni cosa ed il valore di nessuna
». « L’anima nasce vecchia ma diventa giovane:
questa è la commedia della
vita. Il corpo nasce giovane ma diventa vecchio: questa è la tragedia della
vita ». «
I giovani cercano di avere una fede e non l’hanno; i vecchi cercano di
perderla e non possono ». «
L’uomo può credere nell’impossibile, ma non può credere
nell’improbabile ». «
Tutti possono scrivere un romanzo in tre volumi. È necessaria una
assoluta ignoranza sia della vita che della letteratura». «
Noi viviamo in un’epoca », diceva, « nella quale le cose non necessarie,
sono le nostre uniche necessità ». «
Fintante che la guerra sarà considerata come una cosa terribile, avrà sempre
un suo fascino. Quando la si giudicherà una cosa volgare, cesserà di essere
popolare ». «
Conosco molti uomini a Londra il cui unico talento consiste nel sapersi
lavare. Ora so perché gli uomini di genio si lavano raramente: temono di
essere scambiati per uomini di talento ». «
Farsi bene il nodo della cravatta è il primo passo avanti nella vita ». Lo
spirito di Wilde era del tutto spontaneo e non forzato. Egli non cercava mai
di influenzare una conversazione o di dirigerla. Il suo metodo favorito per
rendere ridicoli i convenzionalismi era quello di cambiare una o due parole di
un proverbio o di una frase di uso corrente. Ecco alcuni esempi di sue
battute: « lI
lavoro è la maledizione delle classi che bevono ». «
Uno di quei caratteristici volti di inglesi che, visti una volta, non si
ricordano mai più ». «
È sempre un nonsenso dare un consiglio; dare un buon consiglio è
assolutamente fatale ». « Io posso resistere a tutto eccetto che alle tentazioni ». « Gli inglesi possiedono il miracoloso potere di
tramutare il vino in acqua ». « La
praticità è l’ultimo rifugio di un uomo senza fantasia ». « La
moralità è semplicemente quell’atteggiamento che noi adottiamo verso le
persone che non ci aggradano ». «
Soltanto non pagando una cambiale si può sperare di rimanere nella memoria
degli uomini d’affari ». « Io
non rimando mai a domani ciò che può essere fatto dopodomani ».
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