Aborto e prospettive
(Approfondimento)
Agnostico (Divertente)
Per accanimento terapeutico s’intende l’attitudine di prolungare l’esistenza terrena al di la delle potenzialità intrinseche all’organismo biologico. La società non ha il dovere di garantire l’accanimento terapeutico. L’accanimento terapeutico è un intrinseco male morale.
Nessuno ha “diritto” a organi di riserva. La mancata donazione di
organi non può essere motivo di responsabilità morale nei confronti di coloro
che morissero per mancanza di trapianto. Con le garanzie e le disposizioni da
noi proposte, la donazione di organi rimane un grande atto d’amore.
“Parlare della vita è
difficile, come è difficile parlare di un qualsiasi mistero tanto grande e
imperscrutabile.
Quante volte ci siamo soffermati, anche un solo attimo, a pensare che
in realtà questa vita non può essere altro che un grande, immenso dono d’amore?
Altre volte, abbiamo
considerato come, purtroppo, arbitri della vita si facciano spesso dei perversi
o delle abiette ideologie di morte.
Perché accade tutto questo? O meglio, a quale libertà l’uomo si
riferisce?
La vita è un dono e come
tale va rispettata e donata a sua volta!
“... sono state (immagini)
tutte riprese dal vero. Ora possiamo discernere l'agghiacciante urlo muto sul
volto di questo bambino che si trova di fronte alla propria imminente
distruzione... Mi chiamo Bernard Nathanson, sono un medico, specializzato in
ostetricia e ginecologia e penso di avere una certa esperienza in questioni di
aborto. Quando ero studente, nel '49, lo studio del feto in utero non esisteva
come scienza. Ci insegnavano che il bambino non ancora nato, il feto, era un
qualcosa nell'utero, ma se fosse davvero un essere umano oppure no e se
quell'essere umano avesse delle qualità personali specifiche, era tutto sommato
una questione di fede. Ma la storia non è più la stessa dopo gli anni 70, dopo
che la “scienza del feto vivo” ha fatto irruzione nel mondo della medicina.
Queste tecnologie, queste macchine e apparati, che ora usiamo quotidianamente,
ci hanno convinto, al di là di ogni dubbio, che il bambino non ancora nato è
effettivamente un essere umano, un membro della comunità umana, che non è per
nulla diverso da ciascuno di noi. Adesso, per la prima volta, possediamo la
tecnologia che ci permette di vedere l'aborto dal punto di vista della vittima.
Le immagini ad ultrasuoni ci hanno permesso di osservare questo fatto e così,
per la prima volta, guarderemo un bambino mentre viene dilaniato, smembrato,
disarticolato, stritolato e distrutto dai gelidi strumenti d'acciaio
dell'aborzionista. Non ci sono cambiamenti rivoluzionari nella forma o nella
sostanza di questa persona nel corso di questo stadio pre-natale del suo
sviluppo. Questa personcina, a 12 settimane, è un essere umano completamente
formato, perfettamente riconoscibile, ha delle onde cerebrali da già almeno 6
settimane, il cuore funziona da forse 8 settimane e tutte le sue altre funzioni
umane sono indistinguibili dalle nostre».
La sedicesima edizione del
«Williams_Obstctrics», scritto nell’80, è il testo fondamentale usato in tutte
le facoltà di medicina, dice: «Per fortuna siamo entrati in un'era in cui il
feto può, a giusto titolo, essere considerato e trattato come un nostro secondo
paziente. Chi avrebbe mai immaginato, anche pochi anni fa, che avremmo potuto
assistere il feto in quanto dottori?». L'etica e i precetti medici tradizionali
ci ingiungono di non nuocere ai nostri pazienti. Ci dicono che abbiamo
l'obbligo di preservare la loro vita.
Ora vediamo cosa succede con l'aborto a questo
nostro secondo paziente. Ecco dunque il bambino non ancora nato di dodici
settimane. nell'utero.
Quando l’aborzionista
comincia l'operazione, in primo luogo introduce lo speculum nella vagina della
paziente, poi lo apre per localizzare la cervice, cioè il collo dell'utero.
Dopo aver trovato la cervice, l'aborzionista prende il tenaculum, e, facendolo
passare attraverso lo speculum, aggancia il collo dell'utero chiudendo la
tenaglia per afferrare saldamente la cervice. I dilatatori aprono la cervice.
Poi introduce l’aspiratore; questo arnese verrà inserito attraverso la cervice
dilatata nell'utero bucando il sacco che si trova attorno al bambino e
lasciando uscire il liquido amniotico. Lo strumento viene poi in contatto
diretto col bambino e con una pressione di circa 55 mm di mercurio comincerà a
fare a pezzi il bambino. I brandelli del corpo vengono strappati via ad uno ad
uno, finché rimangono soltanto dei lembi del corpo e la testa stessa. Questa è
troppo grande per passare attraverso il tubo, per cui si dovrà introdurre il
forcipe, l'aborzionista tenterà di afferrare la testa del bambino, che ora
galleggia qua e là nell'utero, tra gli anelli di questo strumento. La testa
viene poi stritolata e prima il contenuto e poi le ossa ne vengono asportati e
l'aborto, a questo punto, è cosa fatta. Questo crimine orrendo è un peccato che
grida vendetta al cospetto di Dio. Abbiamo visto l'aspetto del bambino di
dodici settimane sullo schermo degli ultrasuoni. Abbiamo anche visto
l'esecuzione, passo a passo, un aborto a dodici settimane. Tenete presente che
questo non è un aborto consueto, fatto in fase avanzata, ma uno dei quattromila
e più che vengono effettuati quotidianamente negli Stati Uniti. Questo film è
stato girato in una clinica per aborti. Il medico che ha operato era un
giovane, alla sua giovane età aveva già praticato quasi diecimila aborti.
Quando gli è stato richiesto d'essere presente al montaggio del film, è rimasto
così orripilato da quello che aveva fatto, che è uscito per un momento dalla stanza,
poi è rientrato dentro per terminare il montaggio, ma non ha mai più fatto
aborti. La giovane donna che ha accettato di essere ripresa dalle immagini ad
ultrasuoni a tempo reale era una femminista e del tutto favorevole all'aborto.
Ma anche lei è rimata così commossa da quello che ha visto durante il montaggio
che non ha mai più osato toccare l'argomento dell'aborto.
Vediamo ora il filmato
vero e proprio: Ecco il cuore che batte nel petto del bambino. Il cuore ha
circa 140 battiti al minuto. Possiamo
vedere che il bambino si muove con una certa serenità nell'utero. Il bambino si
muove piano, piano nel suo rifugio. L’aborzionista ora ha dilatato la cervice e
sta introducendo la punta dell'aspiratore. Si noterà che man mano che la punta
dell'aspiratore, si avvicina al bambino, questi se n’allontana e si muove in modo molto più violento e agitato.
Il bambino adesso si sta
movendo in modo molto più deciso. La sua orientazione cambia ogni tanto. Ecco
che indietreggia di nuovo. Ora la punta dell'aspiratore non ha ancora toccato
il bambino benché questi sia estremamente agitato e si muova spasmodicamente.
Il bambino
adesso si è spostato all'indietro, e si vede di profilo ed ecco di nuovo la
punta dell'aspiratore che si sposta su e giù sullo schermo. La bocca del
bambino adesso è aperta e la rivedremo fra un istante in un'inquadratura fissa.
La punta dell'aspiratore che si vede muoverti violentemente avanti e indietro è
lo strumento mortifero che farà a pezzi il bambino e lo distruggerà. Solo dopo
la rottura delle acque, dopo che il sacco è stato squarciato, la punta
dell'aspiratore viene in contatto col bambino smembrandolo. Intanto vediamo la
punta che si muove avanti e indietro, mentre l'aborzionista cerca il corpo del
bambino. In quest'inquadratura fissa ecco di nuovo la bocca del bambino
spalancata in un urlo muto: si tratta dell'urlo muto di un bambino minacciato
di morte imminente. Adesso i battiti del cuore sono aumentati drammaticamente e
i movimenti del bambino sono spasmodici: sente dì essere aggredito nel suo
proprio rifugio. Si allontana, lo si vede spostarsi verso sinistra nell'utero
in un tentativo, in un patetico tentativo, di sfuggire agli strumenti
inesorabili di cui si serve l'aborzionista per mettere fine alla sua vita. Ora
il cuore batte ancora più in fretta: circa 200 battiti al minuto. E non c'è
dubbio che il bambino avverta il pericolo più mortale che si possa immaginare.
La membrana è stata bucata e le acque sono uscite. Non si vede più la riserva
di liquido che circondava il bambino. Ma ora che le acque se ne sono andate, la
punta dell'aspiratore ha fatto presa sul corpo del bambino, che ora viene
trascinato verso il basso dall'aspiratore dell'aborzionista tramite la
pressione negativa che gli viene applicata, e il corpo viene ora sistematicamente
portato via dalla testa. Gli arti inferiori sono già andati e si vede la punta
dell'aspiratore apparire di tanto in tanto sullo schermo come un uragano di
echi, mentre il bambino viene tirato a strattoni di qua e di là. Ora che la
punta dell'aspiratore gli sta incollata addosso, l'aborzionista applica la
trazione per staccare il corpo dalla testa, ecc...
Il bambino non
è l'unica vittima, le donne sono anch'esse delle vittime.
Infatti ad
esse, non viene mostrata la vera natura del bambino prima di nascere, non gli è
stato fatto vedere come sia in realtà un aborto. Le donne, sempre più numerose,
a centinaia, a migliaia, persino a decine di migliaia hanno avuto gli uteri
perforati, infettati, distrutti, sono state sterilizzate e castrate. Il tutto in
seguito ad un'operazione di cui non sapevano effettivamente nulla. Questo film
ed altri film come questo devono entrare a far parte dell'informazione previa
al consenso che ogni donna deve dare prima di sottomettersi ad una simile
operazione. Accuso la «Lega nazionale per il diritto all'aborto», accuso il
«Planning familiare» e gli altri complici dell'industria dell'aborto di aver
fatto una cospirazione silenziosa per tenere le donne all'oscuro della vera
natura dell'aborto. E sfido tutti questi procuratori di aborti a mostrare
questo nastro-video in tempo reale, o uno simile a questo, a tutte le donne
prima che esse acconsentano all'aborto. Sapete, credo di intendermi abbastanza
di aborti, sono stato uno dei fondatori, nel '69, della N.A.R.A., cioè della «Lega
nazionale per il diritto all'aborto». Per un periodo di due anni sono stato il
direttore della più grossa clinica di aborti dell'occidente. Da allora si è
formata una scienza dello studio del feto in utero che ci ha permesso di
studiare il feto umano e questi studi hanno portato, senza eccezioni di sorta,
alla conclusione che il bambino non ancora nato è un essere umano,
indistinguibile da ciascuno di noi e facente parte integrante della società
umana. Certo la distruzione di un essere umano vivente non è una soluzione a
quello che in definitiva è un problema sociale e sono convinto che il ricorso a
una tale violenza equivalga ad ammettere un impoverimento scientifico, peggio:
etico. In qualche modo rifiuto di credere che gli americani, che hanno mandato
degli uomini sulla luna, non trovino una soluzione migliore che il ricorso alla
violenza. Sono convinto che sia nostro dovere, di tutti quanti, senza indugi,
di dedicare tutti i nostri sforzi, senza posa, per trovare una soluzione
migliore, una soluzione più umana, più giusta e più caritatevole, che tenga
conto dei diritti improrogabili della vita umana. Per amore dell'umanità
dobbiamo tutti, immediatamente, mettere fine a questo eccidio». Il pubblico
americano è rimasto allibito dinanzi a quelle sequenze, anche se poi alcuni
medici hanno contestato il documentario, affermando che un feto di 12 settimane
non è in grado di sperimentare sensazioni di paura e di dolore. «Al più si può
trattare di riflessi automatici» ha dichiarato un embriologo, al quale Nathanson
ha replicato: «Anche il dolore è un riflesso. Non è certo un esercizio
intellettuale». Quando il presidente Reagan lo ha visionato in una saletta, ha
osservato: «Se ogni membro del Congresso potrà vedere questo film, sarà
possibile mettere fine rapidamente per legge alla tragedia dell'aborto».
(Carlo Fiore «Aborto,
Questione Aperta», Elle DICi,n.77) [liberamente tratto e sintetizzato da L’urlo
muto, Casa Mariana, Santuario Madonna del Buon Consiglio 83040 Frigento (AV)]
Onora il
figlio: La Sacra Scrittura parla poco dell'aborto in quanto, questo è un
peccato così manifestamente contro natura che ogni discorso dovrebbe essere
inutile. S.Tommaso D'Aquino, nella Summa Teologica, si chiede come mai nella S.
Scrittura ci sia solo il comandamento di onorare i genitori (IV com.), mentre
non c'è per i genitori il comandamento di onorare i propri figli, e ne conclude
che, essendo del tutto secondo natura questo amore, non c'era bisogno di un
precetto positivo che lo codificasse. Persino le bestie infatti difendono fino
all'estremo i loro cuccioli! Giovanni
scrive: «Chi dice di essere nella luce e odia il suo fratello è ancora nelle
tenebre »(1 Gv. 2,9). Che dire allora di chi, per egoismo toglie, estirpa e si
fa assassino del proprio figlio? Non si può negare che molte volte gli
abortisti hanno come retroterra culturale ideologie aberranti, quali quelle
materialistica ed edonistica, vorrebbero celebrare la morte di Dio e quindi
dell'uomo. Su tali ideologie si poggiano per commettere crimini orrendi quali
l'aborto.
Scrive a
esempio il Marchese de Sade (dal quale deriva il termine «sadismo»): “Non
temere: l’infanticidio è un delitto immaginario, saremmo pur padroni di ciò che
portiamo in grembo! (anche le femministe hanno uno slogan, sadico che si rifà a
questo principio). Dunque distruggendo questa specie di materia non facciamo
più male che a liberarci di un'altra, quando abbiamo bisogno di purgarci. »
(... L'uomo,
immagine di Dio, per de Sade è dunque solo una specie di materia o sterco!)
-Eugenia: «Ma se il
bambino fosse già formato?
-Saint-Ange: «Anche se
fosse già nato saremmo sempre padroni di distruggerlo. Non c'è al mondo nessun
diritto più certo e assoluto di quello delle madri sui loro figli..».
-Dolmancé: «E’ un
diritto naturale incontestabile... che non si può imporre a nessuno di
diventare madre o padre se non ne ha voglia... noi siamo, in poche parole,
padroni di quel pezzo di carne, per animato che sia, non diversamente da come
siano le unghie che tagliamo dalle nostre dita... perché siamo incontestabilmente
possessori di tutto ciò che è in noi, fa parte di noi, emana da noi» (de Sade,
La filosofia del boudoir, dialogo 3°).
C’è da rimanere allibiti
e sconcertati dal progetto mostruoso e criminale di queste argomentazioni che
per loro natura sono tipicamente diaboliche, ovvero agli antipodi del progetto
naturale e soprannaturale dell’uomo quale identità e dignità umanizzata ed
autocosciente della sua dignità. La libertà dell’uomo si perverte fino a
divenire mostruosa, accetta la logica “dell’homo, homini lupus”, ossia
nell’anarchico arbitrio di credere e di poter fare o non fare ciò che si vuole,
ma nell’apertura totale di se a Dio Creatore o a quello che rappresenta:
il valore è
l’ideale assoluto e trascendente.
Non si riescono
però a capire varie tendenze della filosofia contemporanea, che ossessivamente
affermano che solo negando Dio l'uomo può essere veramente libero. Alcuni di
questi filosofi, scienziati, profeti, che si sono prodigati a celebrare la
morte di Dio, non si sono mostrati né speculatori profondi né pensatori
originali, ma piuttosto poveri uomini che dopo aver vissuto conflittualmente
sono morti miseranente privi di speranza.
FETI E
COSMETOLOGIA: Questo è un capitolo raccapricciante, infamante e vergognoso, che
la nostra generazione sta scrivendo nella storia dell'uomo. Mai, forse, come
ora l'uomo sta vivendo, con stupefacente disinvoltura, la sua propria radicale
abiezione, che viene spinta a tal punto da usare se stesso quale prodotto di
cosmesi. Parallelamente si registra la nascita di vari movimenti quali quelli
degli ecologisti e degli anti-vivisezionisti. Senza nulla togliere alla bontà
di tali movimenti, non si può non considerare e ribadire vigorosamente che la
vita stessa impone inequivocabilmente una gerarchia di valori che (rispecchia
il disegno del Creatore e manifesta la divina dignità del creato) ponga l’uomo
e la tutela della sua dignità, oggettivabile, all’apice di questa gerarchia.
Quando l'uomo, immagine
di Dio, viene privato della sua dignità essenziale: la vita, non possiamo non
alzare la voce e batterci affinché questo crimine abbia immediata punizione.
“Tutti noi
sappiamo...”
Il 2 gennaio 1982
infatti, un parlamentare belga, Geyseling, in un intervento al Parlamento del
suo Paese presentò la seguente denuncia:
« Tutti noi lo sappiamo:
ci sono donne incinte che non desiderano il figlio, ma che vengono pagate per
protrarre la loro gravidanza fino al sesto o addirittura al settimo mese in
maniera da cedere il feto il più sviluppato possibile ai laboratori scientifici
o alle industrie di cosmesi. Il commercio internazionale di feti è un dato di
fatto ».
Commenta Giovanni
Testori su «Il Corriere» del 21 agosto 1984: “Per debuttare con "tutti noi
lo sappiamo", il deputato belga doveva essere sicuro dell'oscena omertà
che, fin lì, aveva coperto di silenzio uno dei più orrendi, atroci traffici che
l'uomo abbia mai inventato. E inventato per staccare la ricerca (e l'onore)
della scienza dal suo vero fine, che è l'umano sapere unito all'umano
servizio...
“Tutti noi lo
sappiamo...”; se non tutti - prosegue Testori - molti lo sapevano, allora;
molti, e molto di più, lo sanno oggi. Ed è gran merito del magistrato Claude
Jacquinot e del giornalista Jacques Delaye, ben noto per essere uno dei
collaboratori più attivi e combattuti “dall'Antenne 2” di Francia, l'aver
finalmente codificato in un libro tale traffico, anzi tale assassinio. Un
assassinio stimolato, covato; una strage di vite umane, un turpe mercato, un
turpe reddito, un turpe guadagno”.
Il libro cui Testori
appenna è uscito prima in Francia e poi in Svizzera col titolo «Les trafiquants
des bébés à naitre», i trafficanti dei bambini nascituri. Sottotitolo: «Sì,
feti umani ancora vivi vengono utilizzati per esperienze scientifiche e per la
cosmetologia». Editore Pierre Marcevai Favre, Losanna, Svizzera, 1984.
Scambi di feti
e tessuti embrionali
Già sulla fine
del 1983 il problema era stato portato di fronte alla Commissione per l'energia
del Parlamento europeo da un deputato DC Alberto Chergo, che aveva presentato
una documentata e agghiacciante relazione sull'uso dei feti umani, vivi e
morti, a scopi di ricerca scientifica e di sfruttamento per prodotti di
bellezza. Le dimensioni assunte dall'utilizzazione dei feti umani vivi e morti
sono oggi tali da imporre la considerazione del fenomeno... - aveva detto
Ghergo - L'utilizzazione dei feti ha fatto nascere una fitta rete di interessi
economici che vanno dal commercio, con misure di incentivazione finanziaria per
favorire la disponibilità della madre donatrice, alla manipolazione in
laboratorio. Risulta - prosegue il deputato D.C. - che si verificano scambi di
feti e tessuti embrionali tra i Paesi comunitari, nonché tra questi ultimi e
Paesi terzi... Risulta inoltre che esistono banche di tessuti fetali che
riforniscono numerosi laboratori.... Questi embrioni - conclude Ghergo -
vengono sezionati per il prelievo di alcuni organi (pancreas, timo, cervello,
ecc.) che successivamente sono congelati con vapore di azoto liquido alla
temperatua di -160 °C. Altri embrioni vengono congelati all'atto
dell'estrazione dall'utero materno per essere poi destinati a usi diversi».
Questo orrendo
mercato
Concepiti, uccisi, venduti: così intitolava
uno dei suoi servizi su questo problema «Il Sabato» del 1° settembre 1984...
Solo «Il Corriere della Sera» insieme a «L'Avvenire», si era fatto portavoce,
sfidando il silenzio conformista dell'altra stampa, di tale denuncia. E
«L'Osservatore Romano» del 24 agosto li ringraziava per il coraggio dimostrato,
aggiungendo una riflessione: «Neanche la fantasia talvolta cupa, degli
scrittori di fantascienza, ha potuto immaginare una così allucinante
degradazione delle creature umane... Già da tempo erano giunte notizie di
questa turpitudine, ma noi abbiamo voluto pensare che fossero soltanto
supposizioni. Non potevamo credere che si potesse giungere a tanto. Ora non
più: la denuncia è precisa e circostanziata e indica i riferimenti
internazionali di questo satanico mercato che, come tutti i mercati, ha le sue
centrali di produzione, i suoi listini e i suoi consumatori. Consumismo di vita
umana!».
A Vienna: feti
a 300 scellini
E’ ancora «Il Sabato» del 16 marzo 1985 a
riaprire il discorso, riferendo di un caso scoppiato a Vienna e pubblicato
dalla rivista «Ikarus» del 24 febbraio 1985 sotto il titolo «Kleine Sàrge»,
piccole bare. Un giornalista austriaco, Alexander Geringer viene a sapere che
esiste a Vienna un mercato di feti in grande stile e decide di vederci chiaro. Sa
che uno dei luoghi più chiacchierati è il Policlinico di Vienna, dove avvengono
regolarmente interruzioni di gravidanza. In una clinica viennese, la direttrice
gli confessa: «Due cose sono certe: che il traffico di feti esiste e che
bisogna fare di tutto per tenerlo nascosto». Appuntati alcuni nomi che è
riuscito a ottenere, il giornalista, si presenta al Policlinico sotto il falso
nome di Rudolf Galli, rappresentante di una ditta di cosmetici francese che
cerca di acquistare feti abortiti per la sua produzione. Chiede del signor
Stojan Bobdanovic, gli si presenta un’infermiere. “La mia azienda mi ha
incaricato di cercare feti umani per la nostra produzione di cosmetici. So che
qui si può combinare qualcosa o sbaglio?». «Dipende dal prezzo» risponde l'infermiere.
Bobdanovic chiama un suo collega, il signor Ackermann, «Sì, abbiamo molto
lavoro in questo campo» conferma Ackermann. Si parla del prezzo, si fissa a 300
scellini, circa 30.000 lire per ogni feto. ... (Inoltre) si può contare su un
rifornimento praticamente continuo di feti umani... Ecco i più poveri e i più
infesi esseri umani del mondo: bambini rinnegati dai loro genitori.
Il traffico tra
Corea del Sud e Stati Uniti
Il giornalista austriaco ora ha in mano le
prove di quanto cercava e vuole allargare l'inchiesta. «I feti umani sono
sempre a disposizione, ecco perché costituiscono una fonte inesauribile. E’ un
mercato che ha avanti a sé un futuro di grandi sviluppi “gli confida il dr.
Bachmeier, che lavora a un'importante ditta farmaceutica. Vengono fuori altri
nomi, altri indirizzi, tra cui quello di Zoltan Szabo, che... rappresenta in
Austria la multinazionale americana Flow Laboratories. ... Tra l'altro il nome
della Flow Laboratoies era venuto fuori alcuni anni fa quando un giornale
giapponese aveva denunciato un incredibile mercato tra la Corea del Sud e gli
Stati Uniti. Gli aerei delle linee giapponesi avevano trasportato qualcosa come
433 contenitori stipati di feti umani per uso industriale...
Dieci anni fa,
un'inchiesta Inglese
A volerci veder
chiaro ci si sono messi, dieci anni fa, due giovani giornalisti inglesi;
Michael Litchfield e Susan Kentish, rispettivamente 35 anni e 28 anni. Due free
lances, cioè giornalisti indipendenti... Ne uscì un libro sconvolgente,
intitolato «Babies for burning», presentato in Italia dalle edizioni Paoline
col titolo «Bambini da bruciare», 1974. Oltre a documentare l'estrema facilità
di ottenere l'aborto in Gran Bretagna, il libro affrontava, in un capitolo
intitolato «Bambini per uso industriale», il problema dell'utilizzo dei feti
abortiti per l'industria dei cosmetici, citando ampiamente scottanti
interviste. ... Per quanto attaccati da vari giornali, tra cui il «Sunday Times
», l'inchiesta dei due giornalisti inglesi non fu smontata e rimase un documento
inoppugnabile...
L'inchiesta
francese
A distanza
esatta di dieci anni, l'inchiesta di Claude Jacquinot e Jacques Delaye riprende
e approfondisce l'argomento, che intanto si è fatto più scottante. Perché mentre
nell'inchiesta del 1974 non si faceva parola di sperimentazioni scientifiche
sui feti, in questa, la ricerca scientifica riveste un'importanza
particolarissima. Vedremo perché. ... Delaye ha al suo attivo una lunga
carriera giornalistica che lo porta ad Antenne 2, la combattiva rete televisiva
parigina, dove dirige il settore Grandes réportages. Jacquinot è un magistrato,
di 54 anni, entrato nella magistratura nel 1957, ed è presidente
dell'Associazione internazionale contro lo sfruttamento dei feti umani.
Intervistato alla radio svizzera italiana, Delaye ha così spiegato l'origine
del suo libro: «L'inchiesta è nata nel momento in cui io e Jacquinot ci siamo
accorti che il pubblico era informato male. Anzi, non ne sapeva niente.
Il potere medico, in Francia, lascia
nell'ignoranza totale la donna che sta per subire un aborto circa la sorte
incombente del suo feto. Si sono cambiante le parole, per cui invece di parlare
di «prelevamento di organi dai feti » si dice «ricerche embrionali»; invece di
«feto» si parla, di «tessuti fetali». ... Jacquinot è stato pubblico accusatore
in due processi, a Lione e a Bordeaux, contro medici che usavano feti. In
entrambi i casi, la difesa ha parlato di feti morti. E’ assurdo! Non è
possibile compiere esperimenti scientifici su feti estratti dal corpo materno
per aspirazione; si usa invece il taglio cesareo che lascia il feto intatto e
vivo. Proprio così: intatto e vivo.
I problemi,
infatti, sono due; l'utilizzo di feti morti e il ricorso a feti estratti ancora
vivi dal corpo della madre. Se nel primo caso, il trasformare tessuti fetali in
prodotti di bellezza o in materiale da ricerca, può provocare già un senso di
ripulsa, nel secondo caso quando si interviene su un feto ancora in vita, la
ripulsa diventa orrore per un assassinio voluto e procurato. Qualche
ricercatore dice, come a cercare una scusante: «Tanto questi feti sono
socialmente morti», nel senso che le madri li hanno destinati alla morte. Ciò
non toglie che siano esseri umani clinicamente vivi, - e che la loro
soppressione sia un omicidio, tanto più odioso quanto più grande è l'impotenza
del feto impossibilitato a difendersi, silenzioso nella sua fragilità estrema.
Ma il vero problema sorge in un altro caso. Quando cioè i medici stessi
inducono una donna decisa ad abortire, a prolungare la gravidanza, dietro
compenso, per ottenere un feto più sviluppato e maturo e poter così contare su
un «materiale» più idoneo. Non è neppure troppo difficile convincere una donna,
dietro una buona cifra di denaro supportata da ragioni umanitarie - « Signora,
noi potremo così salvare la vita di un altro bambino in pericolo ed è come se
il suo bambino sopravvivesse»... - a prolungare l'intervento di qualche
settimana. Poi i medici procedono all'intervento col taglio cesareo, per avere
il feto intatto e vivo, e gli esperimenti possono aver luogo coperti a metà
dalla legittimità dell'intervento, sia pur tardivo, e a metà dal silenzio della
madre comprato con ragioni finanziarie e affettive, facendo leva sul senso di
colpa che sempre accompagna un aborto. Sono stati così estratti feti di 20-21
settimane, perfettamente vivi e vitali.
Quando è stato
dimostrato che una bambina di 22 settimane - neppure sei mesi - nel New Jersey,
negli Stati Uniti, è sopravvissuta e si è sviluppata regolarmente. Un
intervento cesareo è pur sempre un intervento chirurgico. E l'Ordine nazionale
dei medici francesi, il l marzo 1983 dichiarava in riferimento a tali pratiche:
«Un'interruzione di gravidanza per via cesarea, senza altra indicazione che
quella di ottenere un feto intatto è inammissibile ed è condannabile
un'interruzione di gravidanza praticata al solo scopo di ottenere tessuti
fetali», ovviamente per sperimentazioni.
Risultati
scientificamente discutibili
Oggi poi ci si
comincia a interrogare sulla validità scientifica di queste sperimentazioni. Si
era ricorso a pancreas fetali per la cura del diabete. E siccome tali organi
nel feto sono molto piccoli si dovevano trapiantare fino a 21 pancreas per solo
paziente. I risultati sono stati moltO discutibili e oggi il trattamento del
diabete con trapianto di pancreas fetali è abbandonato.
Dodici piccoli
feti decapitati.
L'orrore è però
ancora da sondare. E lo si è toccato in una serie di esperienze svolte
parallelamente in due luoghi differenti: uno a Cleveland, (Ohio, Stati Uniti) e
l'altra all'ospedale infantile di Helsinki (Finlandia). Dodici piccoli feti
sono stati decapitati vivi e le loro teste sono state tenute artificialmente in
vita per studi chimici. Sono affermazioni pesanti che occorre provare. La prima
testimonianza è data dal prof. JeCheymol ed è apparsa sul «Bullettin de
l'Académie de médecine», 1979, n. 6, Masson Paris. «Che dire - dice il clinico
francese - del lavoro amencano-finlandese pubblicato nel 1975, nel quale si
vedono dei feti di 12-21 settimane decapitati dopo l'arresto cardiaco, le teste
isolate e irrorate artificialmente allo scopo di studiare il metabolismo
cerebrale dei glucidi?». Si parla, è vero, di arresto cardiaco, come a dire che
i feti sono stati decapitati dopo la loro morte. Ma è notorio che oggi per
morte si definisce la «morte cerebrale». Del resto, per studiare il metabolismo
cerebrale dei glucidi in un cervello irrorato, era necessario che il cervello
fosse vivo, diversamente non era possibile alcun metabolismo. Lo dichiara il
dr. Michel du Guibert, specialista, a Jacquinot e Delaye.
Un altro rapporto su
esperimenti con teste di feti decapitati è riportato nell'inchiesta di due
autori francesi: si intitola «Oxydation of glucose and D.B. OH - Butyrate by
early human fetal brain» ed è firmato dai dr. A. J. Adam, Wiels Raiha, Eva-Lisa
Rahiala, Martti Kekomaki. Lo risparmiamo ai nostri lettori.
---------------
Quando l'uomo
perde il suo valore trascendente e la sua dignità, tutto è mostruosamente
possibile. Per questo occorre riaffermare con sempre maggior forza, che la vita
umana è intoccabile, sacra, indisponibile, nel senso che nessuno di essa può
disporre. Dio solo ne è il padrone, come ne è il garante. Il celebre dr. Paul
Chauchard lo ripete a tutti noi: «Non dobbiamo temere di lottare contro
l'orgoglioso senso prometeico di questi uomini di scienza che si atteggiano a
padroni della vita e non sono affatto i padroni rispettosi del progresso,
perché non c’è progresso senza umanità.
Domandiamo scusa
a Hitler
Lo scienziato
rischia dunque di non essere per nulla rispettoso del progresso. La scienza e
la tecnica devono essere al servizio della persona umana; infatti, «essendo
ordinate all'uomo da cui traggono origine e incremento, attingono dalla persona
e dai suoi valori morali l'indicazione delle loro finalità e la consapevolezza
dei loro limiti». Perciò «sarebbe illusorio rivendicare la neutralità morale
della ricerca scientifica e delle sue azioni», anche perché «la scienza senza
la coscienza ad altro non può portare che alla rovina dell'uomo» (cfr.
Testimoni, 6/3/87). Per questo motivo su alcuni striscioni, per la
manifestazione di protesta contro l'aborto, Ai 22/1/85 nelle grandi città
americane, in occasione de 12° anniversario della legalizzazione dell'aborto,
era stato scritto: «Dal 1973 negli USA sono stati uccisi 15 milioni di bambini.
Dobbiamo chiedere scusa a Hitler». Altri striscioni portano la scritta «Basta
con l'aborto, l'olocausto americano», «Siate madri, non assassine». Reagan si mostrò
solidale con i dimostranti e disse: Sono con voi. Anche la storia è dalla
nostra parte. Bisogna mettere fine a questa tragedia nazionale.[liberamente
tratto e sintetizzato da L’urlo muto, Casa Mariana, Santuario Madonna del Buon
Consiglio 83040 Frigento (AV)]
CR 533/09 ATTI
PARLAMENTARI: proposta di legge per ristabilire l'illiceità dell'aborto.
Il 16 maggio
scorso è stata presentata alla Camera dei Deputati (primo firmatario l'on.
Adriana Poli Bortone di AN) una proposta di legge che mira a ristabilire il
principio che l'aborto è da ritenersi illecito e che lo Stato deve prevenire
con tutti i mezzi, creando strutture di sostegno alla famiglia ed incoraggiando
la maternità, pur prevedendo alcune cause di non punibilità a favore della
donna.
Ma a circa diciotto anni
dall'applicazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, occorre riflettere sul se
e come i propositi proclamati al primo comma dell'art. 1 della legge (Lo stato
garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il
valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio) abbiano
trovato concreta realizzazione.
Nella relazione allegata
alla proposta di legge, il relatore presenta una serie di dati che dimostrano
che gli aborti clandestini (cavallo di battaglia per la legalizzazione
dell'interruzione volontaria della gravidanza), non solo non sono diminuiti ma
negli ultimi anni sono aumentati; che si registra una pratica abortiva
capillare; che esiste una recidività
diffusa delle gestanti che hanno fatto ricorso all'aborto; che è mancata
qualsiasi tutela per le maternità difficili; che la legge 194 ha contribuito ad
incrementare il terribile calo della natalità e che dieci anni di aborto
"legale" in Italia hanno significato quasi 2 milioni e mezzo di omicidi
"legali" e sovvenzionati col denaro pubblico". Da queste
considerazioni, si legge ancora nella relazione, "occorre ristabilire con
fermezza e senza ambiguità il principio che l'aborto è da ritenersi illecito e
che lo Stato deve prevenirlo con tutti i mezzi creando strutture di sostegno
alla famiglia ed incoraggiando la maternità. Tra le norme salienti della
proposta di legge segnaliamo: l'art. 1, secondo il quale lo Stato riconosce e
tutela la vita umana fin dal suo inizio, cioè dal momento del concepimento;
protegge e promuove la maternità come valore ed evento di grande rilevanza
personale e sociale. Lo stesso articolo e gli art. 2, 3 e 4, stabiliscono
aiuti, da parte dello Stato, delle regioni e degli enti locali, alle donne che
si trovino in difficoltà, sia prima che dopo il parto, ed allo stesso neonato.
Vengono quindi reintrodotte le pene (da uno a quattro anni) per "chiunque
cagiona l'interruzione della gravidanza con il consenso della donna" (art.
7), ma il giudice "può astenersi dall'infliggere la pena nei confronti
della donna, se essa, al momento del fatto, si trovava in una situazione di
speciale difficoltà.... Viene data la facoltà al personale sanitario di
astenersi dal prendere parte alle procedure di interruzione della gravidanza
anche nel caso in cui questa non sia punibile in base all'art. 9.
Infine, l'art. 11 contempla l'abrogazione
della legge 22 maggio 1978, n. 194. (5 luglio 1997, n.533 Corrispondenza romana)
CR 508/07 ABORTO: perseguitato
negli USA chi lo critica,
Bob Schenck,
pastore protestante americano impegnato sul fronte antiabortista, la vigilia di
Natale si è avvicinato al presidente Bil Clinton in un tempio di Washington e,
riferendosi all'appoggio dato dal presidente ai movimenti abortisti, gli ha
sussurrato:
"Ne dovrete
rendere conto a Dio". Clinton, visibilmente scosso, ha avvertito gli
agenti del servizio segreto, che hanno bloccato il pastore all'uscita del
tempio e, impossessatisi del suo portafoglio, dopo un interrogatorio di un
quarto d'ora, lo hanno accusato di aver "minacciato la vita del
presidente". Quando ho chiesto un avvocato, mi hanno risposto di no - ha
detto Schenck - Mi hanno trattato come un criminale. (CR 508/071NB96)
CR 490104
ANTI-ABORTISMO: successo del convegno a Cincinnati
“Bullding
Bridges for Life”, cioè la costruzione di legami con gli altri movimenti per la
vita: è stato questo il tema della
conferenza del movimento mondiale pro-lite organizzata a Cincinnati
dalla Human Lite Intemational(HLI) dal 10 al 14 aprile. Se una della principali
caratteristiche di quella che Giovanni Paolo II ha definito "cultura della
morte" è la costante creazione di intese e alleanze, argomentano i massimi
dirigenti della HLI padre Paul Marx e padre Maflhew Habiger, lo stesso devono
fare i paladini della vita. In tal senso le iniziative più recenti hanno
interessato i seguenti fronti: apertura di due uffici a Mosca e Kiev;
intensificazione dei rapporti con gli evangelici per quanto riguarda la lotta
all'aborto, infanticidio e eutanasia; un'alleanza con la componente cattolica
della Christian Coalition guidata dal pastore Pat Robertson; assistenza al
pastore nero Johnny Hunter nella sua battaglia per la vita in seno alla
comunità di colore non solo negli USA, ma anche fuori e specialmente in
Sudafrica; la formazione di un'alleanza tra ebrei e cristiani. Resta chiaro che
la ricerca di queste collaborazioni non implica alcun compromesso o rinuncia ai
principi cattolici che sono alla base della HLI. Con dovizia i relatori hanno
dimostrato come un'efficace battaglia in difesa della vita non può limitarsi
solo ad un'azione strettamente anti-abortista, ma deve abbracciare tutto il
fronte della difesa dei valori familiari, naturali e cristiani, dalla lotta
contro l'eutanasia a quella contro l'omosessualismo e per finire alla denuncia
dei gravi rischi dell’educazione sessuale in età scolare. Uno dei maggiori
esponenti pro-lite al Congresso americano, Chris Smith, ha bollato Bil Clinton
come "presidente dell'aborto", denunciando la sua politica
persecutoria ai danni dei paladini della vita. L’attuale copresidente del
gruppo parlamentare pro-vita, Smìth è anche presidente della commissione
Operazioni Internazionali e Diritti Umani ed in quest'ultima veste, grazie alla
documentazione ricevuta dalla HLI, è riuscito a far tagliare di un terzo i
finanziamenti alle agenzie che si occupano delle politiche di denatalità. E
questo è solo l'inizio. (CR 490/041GF96)
CR 490105
ANTI-ABORTISMO: il divorzio, radice di tutti i mali.
Tra gli
innumerevoli interventi quello che ha destato forse più impressione è stata la
durissima requisitoria di Steve Wood, direttore del St Joseph's Covenant
Keepers, contro il divorzio.
Premettendo che
l'aborto è "diretto e immediato frutto della rivoluzione sessuale",
il movimento antiabortista continuerà ad andare incontro a cocenti delusioni se
rifiuta di affrontare alla radice il problema della rottura del vincolo
matrimoniale, in quanto è l'adulterio che conduce necessariamente all'aborto.
Troppi difensori della vita, sia cattolici che protestanti, tollerano
all'interno del loro ambiente che ci si risposi; in tal modo, asserisce Wood,
contribuiscono inconsciamente a quello stesso giro mentale che essi cercano di
eliminare. “Secondo Nostro Signore Gesù Cristo divorziare da un matrimonio
lecito e poi risposarsi significa vivere in un continuo stato di adulterio”.
Bibbia alla mano, Wood
ha dimostrato come il peccato contro il VI comandamento, ora come in passato,
porti inevitabilmente al versamento di sangue innocente, tanto che il peccato
di adulterio porta al peccato di aborto". E' dì fondamentale importanza
quindi, sostiene Wood, "costruire i nostri matrimoni e le nostre famiglie
sulla roccia", cioè sull'insegnamento della Chiesa cattolica in materia.
Non per niente, ha ammesso Wood, è stato proprio questo il catalizzatore che mi
ha fatto diventare cattolico. (CR 490/0510F96)
CR 490106 ABORTISMO: gli
errori dei nemici della vita
E' evidente che
i militanti della "cultura della morte non potevano permettere che la HLI
tenesse tranquillamente il suo congresso con la partecipazione di 2.000
delegati. Ma non tutto è andato secondo i loro piani. Per zelo anti-vita si
distingueva in modo particolare la famigerata Planned Parenthood, che in un
inserto a piena pagina sul locale Cincinnati Enquirer e in una conferenza
stampa ricorreva al solito campionario di accuse: intolleranza, violenza,
anti-semitismo, antiislamismo, omofobia e via discorrendo. In tal modo i media,
che inizialmente non sembravano molto inclini a parlare del convegno, sono
stati costretti loro malgrado a dare uno spazio sempre più ampio alle relazioni
del convegno.
CR 470/01 PARLAMENTO
EUROPEO: proiettato documentario contro l'aborto. Per la prima volta nella
storia, un documentario contro l'aborto è stato proiettato all'interno del Parlamento
europeo. E' avvenuto mercoledì 17 gennaio 1996, proprio il giorno in cui
l'euroassemblea raggiungeva il suo plenum per il discorso con cui il ministro
degli Esteri Susanna Agnelli apriva il semestre di presidenza italiano. Un
selezionato pubblico, composto soprattutto da parlamentari e giornalisti, ha
seguito con grande attenzione, in una delle grandi sale attigue all'emiciclo di
Strasburgo, le immagini de L'urlo silenzioso del don Bernard Nathanson, un noto
clinico statunitense che, sotto il peso dell'evidenza scientifica, abbandonò le
posizioni abortiste, per diventare un attivo difensore della vita. Al termine
del filmato l'On. Roberto Mezzaroma (FI), promotore dell'iniziativa, ha detto:
“Al di là delle divergenze politiche e religiose che possono separare le
diverse posizioni presenti nel Parlamento (e che configurano il problema
dell'aborto come un indubbio problema di coscienza individuale) la proiezione
del filmato sarà un primo dato obiettivo sulla pratica abortistica. Ognuno poi
trarrà le proprie conclusioni sia circa la 'speranza di vita' che viene
distrutta dal medico, sia circa la responsabilità di chi si coinvolge a vario
titolo in tale pratica”. E' seguito quindi un vivace dibattito, con
l'intervento di numerosi parlamentari, tra i quali gli onorevoli Spalato
Belleré, Ombretta Colli, Marie France Stirbois, Carlo Casini, Antonio Tajani,
Bernard Antony. Uno sparuto gruppetto di area verde-socialista, tra i quali
Elena Marinucci nota per aver proposto la deflorazione di massa delle bambine
(cfr. CR 125-12617, 10 agosto 1988), dopo aver tentato di contestare
l'iniziativa, si è allontanato e rapidamente disperso. "Oggi è un giorno
storico in cui a partire dal Parlamento Europeo, inizia un processo europeo di
riconquista dei diritti del bambino" ha detto, a conclusione
dell'incontro, l'on. de Villiers, proponendo la redazione di una risoluzione
che impegni il Parlamento Europeo a favorire la creazione di centri di
accoglienza per la vita in ogni Stato e regione europea. La proposta è stata
accolta all'unanimità, con l'impegno da parte dei presenti di tornare ad
incontrarsi nuovamente per discutere un tema di tanta attualità e rilevanza.
(CR 470/011GA96)
CR 489/05
ANTI-ABORTISMO: due cardinali americani scendono in piazza contro l'aborto. Si alza
il livello dello scontro tra abortisti a anti-abortisti negli USA, con la scesa
in campo dei cardinali a fianco dei movimenti pro-life. L'avvenimento risale al
lunedì di Pasqua, ma la notizia è giunta solo ora per la solita
"disattenzione" dei media internazionali; ne fa menzione lo speciale
bollettino di maggio della Human Life International (HLI), probabilmente la
maggiore associazione del mondo a difesa della famiglia e della vita con base
negli USA. Per la prima volta due alti prelati, il cardinale di Boston Bernard
Law e quello di Washington James Hickey, hanno partecipato ad una veglia di
preghiera a lume di candela di fronte alla Casa Bianca il lunedì di Pasqua.
Sotto una pioggia
battente i 500 manifestanti, con in testa i due uomini di chiesa, intendevano
protestare contro la manifesta intenzione del presidente Bil Clinton, di
apporre il veto ad un progetto di legge varato dal Congresso mirante a mettere
fuorilegge il cosiddetto partial-birth abortion, termine alquanto ambiguo che
starebbe ad indicare la facoltà di abortire anche in prossimità della nascita. (22 giugno 1996, n. 489 Corrispondenza romana)
CR 537/04 ABORTO:
sensibile incremento tra le adolescenti nel Regno Unito.
L'ufficio
nazionale delle statistiche inglesi ha reso noto i dati riguardanti gli aborti
legali effettuati in Inghilterra e Galles nel 1996, aborti che hanno raggiunto
il numero di 177.225 feti soppressi con un incremento di 13.587 rispetto al
1995, 18,3% in più, percentuale che però raddoppia nella fascia d'età compresa
tra i 16 e i l9anni. Mrs. Nuala Scarisbrick, responsabile della Life,
associazione di volontariato in difesa della vita, in proposito ha dichiarato
alla stampa (cir. Dally Telegraph, 23 luglio 1997) che: "Ciò che il
Governo dovrebbe ripensare è l'insieme delle teorie sulla educazione sessuale
(...) non versando soldi per profilattici e uffici di promozione dell'aborto.
Per iniziare si dovrebbe chiudere le cliniche di 'aborto rapido' aperte dalla
Marie Stopes Internationar. Marie Stopes ha infatti lanciato cliniche con il
servizio di aborti rapidi detti lunchtime, che si effettuano nella
pausa-pranzo, usando anestetici locali. (Fa. Ber.)
CR 525102 ABORTO: la
Cassazione sancisce il diritto di obiezione.
Con una
sentenza “senza rinvio”, la Corte di Cassazione ha definitivamente assolto,
perché il “fatto non sussiste” il Don. Carlo Aletti, medico obiettore
anti-abortista milanese, dalla condanna inflittagli dalla Corte di Appello di
Milano nell'aprile dell'anno scorso. il Don. Aletti, 51 anni, aiuto-primario
nella clinica ginecologica "Mangiagalli" di Milano, cattolico noto
per le sue posizioni di obiezione alla legge 194, fu accusato di violenza
privata perché aveva convinto una donna peruviana, che voleva abortire per
motivi terapeutici, a desistere dal compiere il suo gesto. La bambina, però,
morì poche ore dopo il parto e sul dott. Aletti si scatenò una campagna di odio
condotta dagli ambienti femministi milanesi. L'avvocato Enrica Domeneghetti,
esponente di rilievo del PdS lombardo, denunciò il medico per violenza privata.
In primo grado, Aletti fu assolto, ma la Corte di Appello ribaltò la sentenza e
lo condannò a sei mesi di reclusione e sei di interdizione dalla professione
medica. Ora la Cassazione ha posto la parola fine alla vicenda, sancendo la legittimità
e la deontologia professionale dell'operato del medico. / CR 494105 ABORTO:
continua la strage degli innocenti. I recenti dati sull'aborto in Italia
forniti dal ministro della Sanità, hanno fornito l'occasione al noto teologo
padre Gino Concetti di scrivere un chiaro articolo apparso sull'Osservatore
Romano del 27 luglio 1996, di cui riportiamo ampi stralci. Continua la strage
degli innocenti. Questo è il 'succo' della relazione del ministro della Sanità
alle Camere. La conferma viene dai dati ufficiali. Nel 1995 e nella prima parte
del 1996 le interruzioni volontarie della gravidanza sono state 138.379 nelle
strutture e 45.000 in strutture illegali. Complessivamente la cifra è enorme.
Ad essa c'è da aggiungere il numero di aborti clandestini non recensiti. In
breve in Italia, in poco più di un anno, è stato eliminato volontariamente un
numero di esseri umani pari agli abitanti di una città media. (...) La legge
che lo ha reso legale, la 194, si è rivelata fallimentare. Suo scopo era
l’eliminazione degli aborti clandestini e di aiutare la donna a gestire con
responsabilità la propria maternità. Esplicitamente era stato ribadito che
l'aborto non doveva essere un mezzo per il controllo delle nascite. Dopo quasi
vent’anni si prende atto che la legge non ha raggiunto gli obiettivi
prefissati. L'aborto continua ad essere praticato sia nelle strutture private
'in modo clandestino, sia nelle strutture pubbliche. Non esiste più alcun alibi
sul piano scientifico. Tanto meno su quello morale e sociale. L'aborto è la
distruzione della vita nascente. Su questo non può tollerarsi alcun
dubbio.(...) Un delitto troppo grave che non può non essere ritenuto tale anche
in sede di valutazione etica. L'eclissi dei valori, l'esaltazione
dell’autonomia e della libertà della donna, l'oscuramento della coscienza non
valgono a scalfire il principio della inviolabilità della vita di qualunque
essere umano e in qualunque stadio.(...). Il paradossale è che l'aborto
continua ad essere praticato in quote alte nonostante che i demografi lancino
l'allarme della diminuzione delle nascite e dell'invecchiamento della
popolazione. (...) L'equilibrio demografico è necessario per assicurare la
continuità fra le varie generazioni. Ma è pure necessario per garantire uno
sviluppo economico basato sulla sicurezza sociale e sul benessere. L'allarme
che oltre il duemila i pensionati non avranno chi li manterrà, se il numero dei
lavoratori attivi non aumenterà, è la prova più evidente che l'aborto non è
solo un mezzo contro la vita umana, ma anche contro la civiltà e il
progresso".
CR 470/05 ABORTO: Prodi
evita di prendere posizione.
In un'intervista apparsa
su Famiglia Cristiana del 10 gennaio 1996, il presidente del Movimento per la
Vita Carlo Casini aveva criticato il programma politico dello schieramento
dell'Ulivo, rimproverando al prof. Romano Prodi di aver taciuto sulla
fondamentale questione del diritto alla vita, evitando di prendere posizione
sia contro l'aborto che contro la fecondazione artificiale.(“Famiglia
Cristiana”, 27 gennaio 1996, (n. 470Corrispondenza romana)
CR 510103 ABORTO:
Giovanni Paolo II chiede il rispetto della vita
al primo
ambasciatore sudafricano presso la Santa Sede. “Il rispetto per la vita di ogni
essere umano, senza escludere i non nati, gli anziani e gli infermi, resta la
vera misura della grandezza di ogni società”. Ha detto Giovanni Paolo II al
primo ambasciatore sudafricano in Vaticano ricevendo dalle sue mani le lettere
credenziali. "Infatti il diritto alla vita resta a fondamento di ogni
altro diritto umano", ha continuato, "ed è fattore essenziale nel
sostegno e promozione del valore e dignità della persona umana (cfr.
Osservatore Romano,13 dicembre 1996). Non è apparsa casuale ai commentatori la
singolare coincidenza tra queste parole e la firma con cui il 1 dicembre, il
presidente sudatricano Nelson Mandela aveva trasformato in definitiva legge
dello stato il disegno di legge sulla scelta di porre termine alla gravidanza.
Il varo di questa controversa legge ha profondamente diviso l'opinione pubblica
sudafricana e internazionale; mentre da un lato l'intera Heraìd Tribune l’ha
definita "una delle leggi abortiste più liberali del mondo", la
Hutnan Lite Interna (HLI), una delle maggiori organizzazioni pro-life del
mondo, non ha esitato a parlare di peggiore legge abortista del mondo ad
eccezione della Cina comunista. La nuova legge consente di abortire su semplice
richiesta entro le prime 12 settimane, o entro le prime 20 in particolari
circostanze; la legge precedente, varata nel 1975 sotto l'apartheid, permetteva
l'aborto solo in caso di violenza o incesto, o quando era in pericolo la vita
della madre. Inoltre in base alla nuova legge il personale medico è obbligato a
consigliare la minorenne di consultarsi con i genitori, ma non può negarle
l'aborto se si rifiutasse di informarli. Stando ai sondaggi d'opinione, la
maggioranza dei sudafricani (l'80% secondo la HLI) appare nettamente contraria
all'aborto e non si esclude che una delle vie legali per ribaltare la
situazione sia proprio quella di ricorrere al referendum. (AI.Gar.) (CR 510A)3/AG97)
CR 476/05 DEMOCRAZIA
TOTALITARIA: raddoppiata in appello la pena contro Dom Gérard.
La Corte
d'Appello di Grenoble alla fine di febbraio ha condannato l'abate benedettino
Dom Gérard Calvet ed altre otto persone alla pena di 6 mesi di arresto con la
condizionale ed a 5.000 franchi di ammenda, raddoppiando così la pena inflitta
in primo grado. L'abate benedettino era accusato di "violenze" per
essersi opposto all'aborto, occupando pacificamente alla testa di un gruppo di
antiabortisti francesi, il 24 ottobre 1994, l'ospedale Michallon di Grenoble,
dove si praticavano, al tempo, 1.400 aborti all'anno (cfr. CR 418/2, 30
novembre 1994). Nel corso del processo d'appello (cfr. CR 473102, 24febbraio
1996), l'avvocato generale dello Stato francese, Christiane Dumas, aveva chiesto la condanna degli imputati a sei
mesi di prigione, di cui tre duri e il presidente della Corte, Costantin, aveva
sostanzialmente anticipato il suo giudizio chiedendo a Dom Gerard perché gli
antiabortisti “sostituivano la violenza a un dibattito di idee, rompendo così
il patto repubblicano”. (CR 4761051G C96)
LA MIA
ESPERIENZA:
Ho osservato con amore,
delle care amiche, delle care colleghe e delle care parenti che hanno praticato
l’aborto. A causa delle turbe più o meno nascoste, più o meno consapevoli esse
vivono un insopprimibile e a volte non consapevole senso di colpa. Questo getta
un senso di amarezza diffusa in tutta la loro vita interiore e in tutta la loro
esistenza. Inoltre ho potuto constatare come la donna sia stata programmata per
custodire, preservare e difendere la vita.
Quando purtroppo essa va
contro questo imperativo della legge naturale che è la dimensione costitutiva
del suo essere, essa si ritrova irrimediabilmente ferita.
Tutto nella
donna è preordinato per l’amore e per la vita.
L’aborto diviene, in
essa, un dramma senza possibilità di riscatto, una forma di maledizione
ontologica che la trasforma nella vera vittima dell’atto abortivo. Una donna
consapevole dei rischi ontologici a cui va incontro, potrà rifiutare la
maternità cedendo suo figlio alla società, ma non praticherà mai l’aborto.
DICHIARIAMO E
PROCLAMIAMO:
1 - Al di fuori
della farmacologia, nessun prodotto del corpo umano sia utilizzato per scopi di
qualsiasi natura commerciale.
Altresì per evitare ulteriori crudeltà sugli
animali e per rispetto verso le convinzioni etiche di ognuno, chiediamo la
pubblicazione sui prodotti cosmetici di derivati umani.
2 - Che al feto
sia riconosciuto a qualsiasi titolo lo status di corpo umano.
3 - Che tutti
coloro che usano feti o organi umani o materiale organico umano al di fuori da
ciò che viene espressamente permesso dalla legge siano incriminati per minaccia
all’umanità.
4 - L’ABORTO è
sempre illecito, tranne i casi disciplinati dalla legge. Mai l’aborto può
essere utilizzato come metodo contraccettivo.
5 - Ogni
società non abbrutita tutela e protegge la vita umana con tutti i mezzi a sua
disposizione.
IL BISOGNO DI
AGIRE. Una delle caratteristiche essenziali degli uomini coscienti dei problemi
del nostro tempo, è la convinzione di doversi sforzare di prendere in pugno la
trasformazione del mondo e per orientarla verso quegli obiettivi che avranno
deliberatamente scelto. Ci vuole azione. Non c'è niente che sia dannoso quanto l'intellettualismo e lo
sproloquio. E chi c'è che non affermi ad alta voce di volere la promozione
dell'uomo e di tutti gli uomini? I politici che si impelagano nel dettaglio, si
ubriacano di parole, ma poi si rivelano incapaci di prevedere il pericolo e di
preparare l'avvenire, meritano qualcosa più del disprezzo con cui li copriamo!
E questo non è vero anche per la fede? La fede autentica è quella animata dalla
carità che si concretizza nel servizio effettivo di Dio e del prossimo! Ma
quante barricate e sommosse e scioperi hanno favorito lo sfruttamento degli
uomini invece della loro liberazione perché non erano stati "pensati"
abbastanza seriamente? E che mostruosa aberrazione fu l'Inquisizione agli occhi
della fede malgrado la dedizione e l'onestà di cui diedero prova tanti
funzionari? L'azione, per essere azione dell'uomo, suppone la lucidità. e
questa suppone la "riflessione" o "meditazione" o
"preghiera" tutto alla luce dei propri ideali, di tutto ciò che è
giusto e vero. L'autentica maturazione tra la fede e la politica è un'impresa
difficile che non si può assolutamente compiere nella confusione e nel vuoto
sproloquio, come spesso avviene. Un'impresa che richiede rigore, precisione,
coerenza. Perché queste qualità che tutti ritengono indispensabili al
linguaggio scientifico e tecnologico, dovrebbero disertare il discorso
filosofico, politico, teologico o ecclesiale? A che cosa servirebbe la teologia
se non fosse opera di intelligenza a servizio della fede? Dobbiamo respirare a
pieni polmoni nel confronto spirituale con il mondo. Rinunciamo al linguaggio
religioso in politica e poniamo un problema più modesto, più francamente laico,
quello del controllo democratico dello Stato. La democrazia che si va creando
da due secoli, si è preoccupata di evitare gli scogli politico-religiosi. E'
solo così che potremo vivere autenticamente la fede nell'impegno politico:
"demistificare la politica e renderla interamente laica"(P. Ricoeur,
in "Le Monde", 14 aprile, 1971). Dobbiamo persuadercene. L'esperienza
democratica è ancora agli inizi: "La vera democrazia è davanti a noi, non
dietro: deve essere creata" (A. Malraux, Les chénes..., Gallimard, Parigi
1971, p.228).
L'agnosticismo
è una conseguenza del materialismo nichilista. Non si ha uno scopo, ne si sa
dove si è diretti. E' il camminare incerto di un ubriaco che ha perso coscienza
della sua identità, non sa dove si trova
e non sa dove è diretto. Ma per
l'avvenimento cristiano ogni uomo è figlio di Dio ed esprime la sua realtà nel
sacerdozio, cioè nell'essere mediatore tra il Creatore e la creazione. Il
sacerdozio è la preghiera più bella che dal basso, attraverso il cuore del
credente-amante, sale verso Dio, mentre da Dio scende verso il basso come
benedizione vivificare e a dare compimento, affinchè tutto sia in armonia.
CR 543/05 "RIFORMA
AGRARIA": l’organismo legato alla Conferenza episcopale brasiliana incita
a forme di lotta più radicali. Nel corso dell'Assemblea è stato votato un
documento con il quale si incita a forme di lotta più radicali, criticando la
già confiscatoria "Riforma agraria" voluta dal governo brasiliano,
che consente, secondo la CPT, l'espropriazione delle sole terre considerate
incolte. "Il Brasile e tutta la nostra America” - si legge nel manifesto.
Reagiscono a partite dalle basi popolari con innumerevoli azioni di lotta e di
organizzazione, in una proposta alternativa di società giusta, ugualitaria e
pluralista. Alla luce della fede cristiana, che alimenta la nostra mistica e
sostiene il nostro cammino, annunciamo e assumiamo la causa della Terra come
Promessa, Diritto, Conquista e Utopia. Tra "le altre linee e priorità di
azione" la CPT auspica il primato dei diritti sulla legge - non legittima
se ingiusta - e la legittimità della conquista di tali diritti, anche proprio
attraverso il contributo inerente al processo democratico e "la
legittimità della pressione popolare attraverso le occupazioni nella
rivendicazione della funzione sociale della proprietà della terra, tanto in
ambito rurale quanto in ambito urbano. Il neo-presidente della CPT rivendica la
legittimità delle occupazioni delle terre brasiliane, anche di quelle
produttive, organizzate dal movimento paracomunista dei "Senza
Terra". Grazie a Dio - afferma dom Balduino - C'e' stata l'occupazione
della terra. Non si può chiudere gli occhi di fronte al furto, al grande furto
che ha generato il latifondo, il massacro e la distruzione degli indios. Se
condanniamo l'occupazione canonizzeremo l'opposto, il latifondo".
DEFINIAMO E
PROCLAMIAMO: La terra è un diritto naturale di ogni uomo, il suo possesso non
può mai essere pieno ed assoluto. Il possesso e concesso dallo Stato, il quale
può al giusto prezzo di mercato espropriare il latifondo per offrirlo, sempre
al giusto prezzo di mercato, a qualsiasi contadino che non possieda quella
superficie che la legge ritiene necessaria per poter vivere dignitosamente con
tutta la sua famiglia.
Un libro sulla
storia dei movimenti omosessuali francesi sta suscitando molte polemiche in
quanto mette in luce le responsabilità di questi movimenti nella diffusione
dell'AIDS in Occidente. L'autore è Frédéric Martel, docente universitario,
socialista ed ex presidente dell'Associazione Giovani Omosessuali francesi; il
libro s'intitola Le rose et le noir, ossia il rosa e il nero, alludendo al
passaggio dalle speranze di liberazione sessuale al dramma mortale dell'AIDS.
Lo studio descrive l'irresponsabile e suicida comportamento tenuto
dall'omosessualista militante di fronte al nascente pericolo dell'AIDS.
Dapprima la stessa esistenza del virus era stata negata per una sorta di
rifiuto psicologico; essa infatti era considerata come un ostacolo alla libertà
di godimento contro natura. Sul finire degli anni Ottanta - scrive lo studioso
- gli omosessuali si sentivano liberati. S'era creato attorno a loro, con
l'arrivo di Mitterrand e dei socialisti che avevano messo fine alle
discriminazioni legislative, una specie di grande business gay con discoteche,
bar, saune, sexy-shop, camere nere a sessualità multipla. E così, il messaggio
di una malattia che li coinvolgeva venne respinto". Gli scienziati che
mettevano in guardia dal pericolo del contagio venivano derisi dagli
intellettuali e propagandisti omosessuali, come il noto Michel Foucault che di
lì a poco era anch'egli destinato a soccombere allo stesso male.
Il comitato
francese.
Il comitato
francese contro le discriminazioni agli omosessuali respinse sdegnosamente gli
avvertimenti e le proposte avanzate dai medici per arginare il fenomeno.
Successivamente, col dilagare dell'epidemia, non si potè più negare l'evidenza;
allora i circoli omosessuali reagirono con ostinato fatalismo, preferendo la
morte alla castità: nel 1984, la rivista omosessualista Masque giungeva a
proclamare: "Meglio morire di AIDS che di noia". Solo recentemente
l'ambiente omosessuale ha preso in considerazione l'opportunità di prendere
precauzioni sanitarie; ma era ormai troppo tardi: la falce del virus aveva già
decimato gli invertiti francesi, che contavano il maggior numero di morti in
Europa. Più tardi i movimenti omosessuali accuseranno il governo, e in
particolare il primo ministro Fabius, di non aver preso le precauzioni
necessarie; ma in realtà, conclude Martel, è stata proprio l'irresponsabilità
degli ambienti omosessuali a favorire il dilagare dell'epidemia, pur di non
rinunciare al loro "stile di vita" e nel timore di perdere la
"libertà sessuale" da poco ottenuta.
"Il mio
Aids, una punizione di Dio". Così titolava con grande rilievo, il Corriere
della Sera dell’aprile 1995 commentando la notizia della morte del poeta Dario
Bellezza, avvenuta il giorno avanti. "Da un mese Dario aveva appeso a capo
del suo letto un rosario" racconta Renzo Paris, amico dello scomparso, ed
aggiunge, "un pomeriggio, venti
giorni fa, Dario mi ha chiesto se pregavo, se dicevo le novena E' stata proprio
questa parola novene che non udivo forse dalla mia adolescenza, a
colpirmi e a farmi capire che qualcosa stava cambiando in un artista che non
aveva mai fatto mistero del suo narcisismo e della sua omosessualità. Dieci
minuti dopo Dario ha aggiunto che la sua malattia era stata una punizione di
Dio. (cit. Corriere della Sera,). Romano, 52 anni, Bellezza aveva frequentato
le lezioni universitarie di Giacomo De Benedetti ed aveva partecipato alla
contestazione universitaria del '68. Esponente di quella cultura radicale e
progressista che tanta parte ha avuto nello scardinamento dei valori
tradizionali e cristiani italiani, proprio per questa sua militanza aveva avuto
grande spazio sulla stampa italiana.In politica aveva avuto un atteggiamento
sempre un poco defilato, preferendo l'impegno culturale alla battaglia
politica. Si era schierato prima con i radicali ed ultimamente aveva accettato
di candidarsi alle elezioni politiche per i "verdi". (CR 478107/E D96)
ALGERIA
E’ l’islam che
genera quelle mostruose e orribili carneficine di donne e bambini in Algeria?
E’ l’islam che
porta l’orrore tra gli stessi fedeli musulmani? Noi sappiamo bene chi finanzia,
addestra e protegge gli estremisti islamici. Vergognatevi! Voi non sfuggirete
alla giustizia divina, non illudetevi, Dio non vi approva!
Si sono santificati non malgrado il loro
matrimonio ma attraverso il loro matrimonio, anche quando liberamente ad un
certo momento della loro vita hanno fatto voto di castità (astensione assoluta
dai rapporti sessuali). (Chi matura spontaneamente questa esigenza, lo fa per
una forma di evoluzione spirituale e non per qualche attenuazione
dell’istinto). L’atto, in chi lo compie, non ha tanto un ruolo di sacrificio,
pur rappresentandolo, quanto quello di spontaneità. Le coppie che vivono così,
se pur poche, sono molto più di quel che si possa immaginare, ricordiamo Gandi.
Attualmente io non riesco a concepirne la utilità, anche se suppongo che chi
giunge a maturare e a comprendere una forma di astensione assoluta, può farlo
esclusivamente per un dono soprannaturale. Costoro, dovrebbero sperimentare una
nuova fase “romantico-spiritule”, come contemplazione e innamoramento, come una
superiore unione qualitativa.
CR 498104
-ANARCHIA-: chi sono i "maitres à penser” del gruppo anarchico terrorista?
Il capo dell'Organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionalista (Ctr. CR
498103) non può essere considerato come una “scheggia impazzita”, bensì come
uno degli esponenti di un'ampia corrente del pensiero anarchico individualista,
denominata, alla fine del secolo scorso, “dell’illegalità”. Anarchici come
Marius Jacob e Achille Vittorio Pini, esponenti di questa corrente, “sostennero
brillantemente la causa dell'illegalità, tanto con le loro azioni (svaligiando
le banche, le chiese e le abitazioni di lusso, e attaccando così le tre
categorie di beneficiari delle ingiustizie sociali i ricchi il clero e i
potenti), che con la pubblicità da essi fatta alle idee anarchiche durante i
loro processi”(Ctr. Roger Boussinot, Piccola enciclopedia dell'anarchia, Garzanti,
Milano 1978, p.104). A questo indirizzo si richiamò anche la famigerata “banda
Bonnot” che, nei primi anni del nostro secolo, terrorizzò la Francia, godendo
della “simpatizzante neutralità” della rivista L'Anarchie (op.cit,
p.53). Prima di costoro la valenza anarchica della criminalità era stata
teorizzata, alla metà dell'Ottocento, dal filosofo Max Stirner, secondo il
quale la libertà individuale la si ottiene solo abbattendo lo Stato, e “siccome
lo Stato è il dominio della legge, (...) 'l'uomo libero' potrà soddisfarsi solo
prendendo la via del delitto" (cfr. Enrico Ferri, L'antigiuridismo di Max
Stirner, Giuffré, Milano 1992, p.97). In questo secolo, il poeta surrealista
André Breton, movimento del quale sono note le simpatie per le tesi anarchiche,
nel primo Manifesto del Surrealismo (1924) qualificò "l'istigazione
all'omicidio, alla violenza etc." come “atti delittuosi di cui non possa
essere messo in dubbio il carattere surrealista” (cf r. André Breton, Manifesti
del Surrealismo, Einaudi, Torino, p.66) Un’altro
esponente del Surrealismo, lo psicanalista Georges Bataille, oggi molto caro
alla nuova Sinistra, attribuisce “al crimine il valore energetico necessario
alla messa in gioco del movimento d'insieme sociale" (cfr.AA.VV.,il
Collegio di Sociologia (1937-1939), Bollati Boringhieri, Torino 1991, p.152).
Negli anni Sessanta, sono gli anarchici situazionisti (cfr. CR479/02-04,13
aprile 1996) ad esaltare "il disprezzo della legge leggeTM (cir. Guy
Debord, La società dello spettacolo, Firenze, Vallecchi, 1979, p.8) e ad
affermare che "La voluttà del crimine e della crudeltà, il lampo convulso
della perversità sono sentieri in cui conviene perdersi senza esitazioni"
(cfr. Raoul Vaneigem, Taitré de savoir vivre à l'usage des ieunes generations,
Gallimard, Paris 1978, p.125).(28/sett/1996, n.498 -Corrispondenza romana)
Al giorni
nostri i gruppi anarchici stampano libri in cui si propone come modello sociale
"la gang di ragazzini o la banda di rapinatori" (cfr. Hakim Bey,
T.A.Z: zone temporaneamente autonome, Milano, Shake Edizioni Underground, 1993,
p.160) mentre complessi musicali come la Lion Horse Posso (LHP), nati dagli
ambienti del Centro Sociale Autogestito "Leoncavallo", inneggiano ai
rapimenti di persona a scopo di estorsione (cfr. Decoder, n.0, II semestre
1992, p.539). (CR 4981041LB96)
CR 498103 ANARCHIA: smantellata organizzazione
anarchica terrorista Alla
conclusione di una lunga inchiesta giudiziaria durata due anni,sono stati
arrestati venti appartenenti ad un gruppo anarchico denominato “Organizzazione
rivoluzionaria anarchica insurrezionalista. Altri nove sono sfuggiti alla
cattura, mentre sono state 70 le richieste di rinvio a giudizio a carico di
militanti anarchici sparsi in tutt’Italia. Le accuse vanno dalla banda armata
all' associazione sovversiva, per diversi omicidi, sequestri di persona,
rapine, attentati contro tralicci dell'ENEL e contro installazioni militari
attribuiti agli anarchici negli ultimi otto anni. Particolarmente ripugnanti le
vicende legate al sequestro di Mirella Silocchi, mai più restituita alla
famiglia. Capo del gruppo anarchico è Alfredo Maria Bonanno, di anni 59,
arrestato a Catania. “La struttura facente capo a Bonanno - ha detto il PM
dottor Marini - tra la metà degli Anni Settanta e i primi Anni dell'Ottanta si
è resa responsabile di una sede di attentati sulla base di un Indefinito
programma di eversione dell'ordine democratico, assumendo così i connotati
specifici della banda armata con finalità di terrorismo” (cfr. La Stampa, 18
settembre 1996). Bonanno, fondatore e direttore dei periodici Anarchismo e
Provocazione, nel 1984 scriveva. "Siamo per la distruzione dello Stato,
ciò significa che siamo per la distruzione fisica (non verbale) di quelle
istituzioni e di quelle persone che lo Stato rappresentano e realizzano (...)
Non siamo soltanto contro il controllo poliziesco, contro la giustizia
borghese, contro la tecnoburocrazia, contro il sindacalismo, contro il
capitalismo: siamo, proprio in forma concreta, contro quelle persone e quelle
cose che, nella realtà di tutti i giorni, realizzano le strutture, facendole
diventare strumenti di repressione. E' questo nostro essere contro deve
tradursi in atti precisi, in atti di attacco, non solo verbali, ma nei fatti.
(cfr. Alfredo M. Bonanno, La rivoluzione illogica, Ed. Anarchismo, Catania,
1984, p.39). Lo stesso Bonanno definiva l'aggressività come "qualcosa di
cui siamo profondamente affascinati e gelosi” (cfr. idem, Irrazionalità e
rivoluzione, in AA.VV., Irrazionalità e rivoluzione, Ed. Anarchismo, Catania
1990 p.10) (CR 498/03/LB96) (28 settentre 1996, n. 498 Corrispondenza romana)
di Giuseppe
Capograssi - Milano dott. A. Giuffré
ed. – 1995 La filosofia non ha altro dato che la vita, di rendere alla vita una
chiara consapevolezza di se stessa. Ma il pensiero contemporaneo si allontana
dalla vita. Nelle sue correnti più profonde la speculazione moderna è tutta una
negazione della individualità umana come realtà sostanziale. Essenziale è solo
la coscienza collettiva. L’individuo empirico non esiste. Egli non vive per se,
ma per quello che lo supera. Ma il male è la sopravvalutazione o la distruzione
dell’individualità. Ma senza verità la vita non è vita, così bisogna costruirsi
una verità a proprio uso e consumo. Tutto se ne è andato con lo sparire della individualità...
Ma quella segreta e potente spinta verso la Verità, che la vita ha in se /
circolare dentro la creazione con lo Spirito stesso della creazione / un vivere
come vita infinita. Tutto se ne è andato con lo sparire dell’individualità ,
non ha avuto il coraggio di stare di fronte al contrasto tra l’alto fine e la
inevitabile finitezza dell’io. / Mentre nulla rinnega, non accetta la morte. /
L’elemento divino della conoscenza, in una speciale unificazione, nella
certezza di un patrimonio comune, di una coscienza comune. / Distinguere quello
che è da quello che appare, discernere quello che è universale da quello che è
particolare, / la realtà totale, un ordine di principi in cui tutta
l’esperienza è riportata, come comprensibile o possibile. / Lo spirito malvagio
pone se stesso come unica verità e pone tutte le altre realtà al servizio del
proprio godimento.
Tutto si può
usare purché si eviti l’aborto. Ma la
spirale che impedisce l’attecchimento dell’ovulo fecondato e la pillola del
giorno dopo sono aborto. Se la donna sapesse a quale devastazione e
abbrutimento si sottopone con l’aborto, nessuna donna mai lo commetterebbe.
Piuttosto si offrano alla società i figli che non si possono avere. Certo, la
dove è possibile, uno dei metodi naturali rappresenta la più alta forma di
maturità e di rispetto reciproco che una coppia può esprimere nell’equilibrio
della sua sessualità e affettività non degradata dall’egoismo.
Riguardo agli
anticoncezionali, voi vi immaginate un amore chimico o di plastica?
Non è certo la
più nobile forma di amore che conosciamo!
In questo
secolo di confusione nazionale e mondiale, desideriamo rivolgerLe un pressante
appello. Siamo convinti che la radice profonda dei mali che affliggono
l’umanità, nascono da un processo di dissoluzione morale. E’ finita l’epoca del
compromesso. Crediamo che la politica vada intesa come servizio al bene comune
e che non vi sia altro bene politico per l’uomo che i valori naturali e trascendenti della Giustizia e della Verità.
La persona umana va tutelata dal concepimento fino alla morte, va tutelata la
famiglia cellula primaria della società... Operiamo sul piano politico e
legislativo per una autentica rinascita spirituale e morale di tutta l’umanità,
al di là delle etichette: degli interessi di parte, personali o di partito.
Lottiamo sotto la bandiera comune dei valori eterni, assoluti e trascendenti,
comune patrimonio dell’umanità. Tanti problemi finora irrisolti troveranno
soluzione. Accendiamo nel mondo una nuova luce di speranza e di vittoria,
squarciamo il buio presente.
"Non c'è
ideale al quale possiamo sacrificarci, perché di tutti noi conosciamo le
menzogne, noi che non sappiamo che cosa sia la verità". (André Malraux, La
tentation de l'Occident, Paris 1926) Stiamo vivendo momenti terribili, tutto
ciò che è bene ed è giusto sembra fortemente ostacolato. Tutto ciò che è
veramente umano è in crisi, disprezzato, ritenuto segno di debolezza, fonte di
pericolo. Si fa spazio una umanità fredda, burocratica, diffidente, cinica. Chi
porrà un termine a questo vomitò ontologico sarà solo il Signore Dio, solo Lui
può farlo. Fallo, muoviti a pietà di noi! Anche i preti, i ministri delle varie
religioni sono vittime di questa situazione, di questa patologia mondiale. Partendo
dal presupposto che nessuno vuol essere ammalato, neppure spiritualmente,
rimane il grave problema come tutta l'umanità sia preda di gravi malattie
spirituali, ed è per questo che sono così numerose le malattie fisiche, infatti
molte di esse sono la manifestazione di malattie interiori. La sincerità è
sempre punita, la si teme perché smaschera l'ipocrisia e l'illegalità su cui si
fonda il nostro equilibrio sociale. La sincerità non è più tollerata, perché
comunque l'altro deve essere rispondente alle mie aspettative, non deve essere
sincero, non deve essere se stesso. Gesù a proposito dei ministri della
religione disse: "se il sale perde il sapore, non serve più a nulla se non
ad essere calpestato dagli uomini", questa è una davvero brutta
condizione, perché molti uomini rimangono lontani da chi non si può e non si
deve rimanere lontano: da Dio. L'indifferenza ed il sospetto servono a
nascondere la paura, la paura di soffrire per la Verità, di essere delle
vittime innocenti e perdenti. Ma la Verità ha una forza intrinseca ed eterna.
Chi ha investito solo nel tempo cosa si troverà per dell'Eternità? Così chi
teme di soffrire per la Verità, vive continuamente nella paura della paura, una
angoscia esistenziale e non sempre sommersa. Il senso del nulla, della
fatalità, del capriccio, dell'occulto aprono sempre più alla superstizione,
all'oroscopo, allo spiritismo ed al satanismo.
Educazione
all’ascolto. Se riuscissi a svuotare la mia mente da qualsiasi pensiero; se riuscissi
a svuotare il mio cuore da qualsiasi passione, allora si che potrei ascoltarLo,
potrei udirLo e vederLo in tutte le cose. In quel momento cadrebbero tutte le
illusioni, in quel momento conoscerei la realtà: DIO.
Ateismo
significa negazione di tutto ciò che è al di là dell’uomo, non esiste un
assoluto trascendente allo stato di natura. Un vero ateismo non c’è mai stato,
presso il popolo.
1- Diagora di
Melo: se c’è il male, Dio non c’è.
2- Antiteismo
sofistico: gli dei sono invenzione degli uomini.
3- Agnostico:
gli uomini non possono conoscere gli dei.
4- Epicuro:
l’uomo vive più sereno senza la paura degli dei.
È invece una novità del secolo odierno, un
tragico SEGNO DEI TEMPI, un fenomeno post-cristiano. La teologia indica
chiaramente come Dio ed il cosmo non sono della stessa sostanza, il mondo è
autonomo, ma diviene assurdo se non è in dipendenza dal Creatore. Alberto Magno
e Tommaso d’Aquino impostano tutta la loro teologia organizzandola intorno al
Dio della creazione. L’uomo è un canale della realizzazione del disegno di Dio.
Cartesio, invece, ha una svolta soggettiva, dubita dell’esistente, ma per
concludere: “cogito ergo sum”, dunque il perno diventa il soggetto che conosce.
Ci troviamo non più di fronte ad una svolta oggettiva, ma ad una SVOLTA
SOGGETTIVA. Dal teocentrismo, all’antropocentrismo: Dio diventa un momento
dell’autoattuazione dell’uomo.
ATEISMO IN NOME
DELL’AUTONOMIA DELLA NATURA. Assistiamo ad uno scisma tra scienza e teologia,
tra fede e cultura, tra chiesa e modernità, ma questo dramma avrebbe potuto e
dovuto essere evitato, infatti il cosmo è un simbolo: è la prima rivelazione di
Dio (cfr. Francesco, Bonaventura). Per Giordano Bruno il
mondo è l’esplicazione necessaria di Dio.
In Australia,
in una zona molto estesa e urbanizzata, c’è il coccodrillo più grande del
mondo. Esso può raggiungere i sei metri e pesare 10 quintali, peccato che per
lui sia indifferente nutrirsi di bufali o di uomini. I coccodrilli vengono
allevati allo stato brado perché è il procedimento più conveniente per
procurarsi carne e pelle, ma capita purtroppo, ogni tanto, che si nutrano di
carne umana. Ma gli affari, camuffati da naturalismo, sono affari.
Tutti gli
automezzi dello Stato devono avere una omologazione elettronica e meccanica
speciale, affinché nessuna parte delle componenti meccaniche, compreso anche il
passo dei bulloni, possa essere compatibile con l’ingegneria meccanica civile.
Nessuno potrà avere la minima utilità a rubare un mezzo della Stato.
Ogni autorità
vien da Dio! Per questo ogni autentica autorità deve essere moralmente
credibile. Chi esercita il potere lo esercita prima in nome di Dio o in nome
dell’ideale e poi in nome del popolo.
Ad entrambi ne risponderà!