ex religione ‘naturale’,
Dio c’è, ma è un Dio ininfluente sul cosmo. Segue il concetto dell’orologiaio
che ha costruito l’orologio e si è separato da esso. Ora l’orologio continua a
vivere autonomamente senza l’orologiaio. Dio sarebbe tanto trascendente da non
essere immanente (T. Hobbes, J. Locke). Assistiamo ad un Materialismo rozzo, ad una visione meccanicistica. Ma il Positivismo, si farà, si autoeleggerà a: religione, filosofia e scienza; infatti «di Dio non c’è bisogno» e possiamo farne
a meno. Sulla stessa direttiva abbiamo il Neo-Positivismo e lo Strutturalismo (L. Wittgenstein) «di ciò di cui non si può parlare bisogna
tacere» perché solo quello che è
verificabile ha senso per la scienza. La logica matematica trasmette le proprie
regole espressive alla filosofia, con il potere di elaborare delle proposizioni
che abbiano senso. Ci sono cose di cui si può parlare in tali termini? Se non
ci sono cose di cui non si può parlare: bisogna tacerne! Dio è per definizione
il non dicibile: non si può dirgli niente con un linguaggio empirico, ovvero «utile». Si ignora che c’è anche una
funzione di «gioco» nel linguaggio.
Infatti il vero linguaggio è amore, cioè corteggiamento, attesa, purificazione
per non rovinare qualcosa di unico. Il vero linguaggio è contemplazione è il
bisogno di addomesticarsi (il Piccolo Principe), di conquistarsi reciprocamente
alla fiducia, è l’emozione stupita di un incontro d’amore. Questo interlocutore
divino è più delicato e puro di un neonato, egli inevitabilmente si chiude agli
oggettivatori, ai volgari ed ai violenti. I grezzi di cui sopra ignorano che
può esserci anche un linguaggio teo-logico, ignorano che il senso del mondo è
fuori del mondo. Dio non si rivela nel
mondo. Dobbiamo uscire dalla volgarità dell’interesse materiale se vogliamo
amare. Il silenzio non indica una negazione della presenza di Dio, ma è solo
una purificazione per prepararsi alla tenerezza di una intimità che supera ogni
immaginazione. Questo silenzio esiste non perché Dio è inesistente o
insignificante, ma perché trascendente tutte le nostre durezze di cuore e la
nostra incapacità ad essere amanti.
L’amante è puro nel suo ideale di amore. Chi di noi è puro? Qualcuno di noi lo
è certamente! Chi di noi non lo è stato per qualche periodo della propria vita?
Il puro di cuore esperimenta Dio certamente.
COME FARE DI
UN FIGLIO UN DELINQUENTE:
1 - Dategli
sempre tutto quello che vuole, così sarà convinto che il mondo ha l'obbligo di
mantenerlo - diventerà un parassita.
2 - Se impara
una parolaccia ridete, crederà di essere spiritoso e divertente, - un giono piangerete.
3 - Non
dategli nessuna educazione religiosa, aspettate che abbia 21 anni per decidere
da solo - non lo riconoscerete più.
4 - Mettete in
ordine tutto quello che lui lascia fuori posto e fate voi quello che dovrebbe
fare lui, così imparerà a scaricare sugli altri le sue responsabilità, - diventerà un pigro.
5 - Litigate
spesso in sua presenza, ma non vi meravigliate quando vi mancherà di rispetto,
quando vedrete impotenti disgregarsi la vostra famiglia. -
diventerà prepotente.
6 - Dategli
tutto il denaro che vuole e se lo spenda come crede,
- diventerà un ladro.
7 - Soddisfate
ogni suo desiderio e sarete le prime vittime della sua prepotenza, - vi aspetta l'ospizio.
8 - Prendete
le sue difese con tutti e comunque. Sono tutti prevenuti con vostro figlio. Gli
fanno continue ingiustizie. Lui è così intelligente e buono e loro non lo
capiscono. - Ora preparatevi ad una vita
di amarezze, voi l'avete voluta e non vi mancheranno!
L’umanità oggi
non è ancora matura per la democrazia e non lo sarà mai finchè non sarà sconfitto il relativismo. Eppure la
democrazia, anche se difettosa, va preservata, perchè è la forma migliore che
conosciamo per tutelare l’uomo nella sua dignità. Ma l’egoismo e la mancata
evoluzione interiore, trasformano la democrazia nella libertà dei corrotti, nel
più fertile terreno di ogni cattiva azione. Spesso la democrazia diviene
vessatoria cittadino onesto che non
vuole esprimersi nella “cultura” delle clientele. Noto spesso, come gli onesti
vengano sottoposti alla vessazione dei malavitosi e delle tasse, fino al punto
che giungono a rimpiangere la dittatura. Mai e poi mai la democrazia deve trasformarsi
in una condizione favorevole al crimine. Democrazia
non deve mai significare libertà per tutti, ma solo per coloro che ne sono
degni. Un adolescente assiste allo scontro armato di due bande criminali
nella piazza del paese (i veri padroni
del territorio), egli stesso rimane ferito e riconosce davanti ai
poliziotti alcuni dei malavitosi consentendo il loro arresto. E’ stato
minacciato di morte ed ora ha dovuto rinunciare al suo nome e cognome. Con
tutta la sua famiglia ha dovuto abbandonare amici, parenti, compagni di scuola,
legami, radici. Sradicati vivono sotto altro nome in un’altra regione, in
un’altra città sotto scorta della polizia. Questa è democrazia? Questa è
anarchia! Non c’è democrazia quando gli
onesti subiscono vessazioni o persecuzioni! Attraverso l’ipnosi sarebbe
possibile arrestare i criminali, scoprire tutti i delitti da loro commessi e
restituire tutto il mal tolto. Le proprietà oneste, sudate e sofferte
devono essere sacre per la società, in quanto rapprentano il tessuto vitale in
cui il cittadino può esprimere la sua personalità. Oggi nel mondo possono
esprimere bene la loro arrogante personalità solo i malavitosi. Aveva visto giusto quarant’anni fa Giacomo
Noventa: dopo i protagonisti dell’ideologia, verranno i protagonisti del nulla.
Eccoli, sono qui in mezzo a noi. Ora la parabola si chiude, dobbiamo ripartire
da zero; dagli ideali. Momento arduo in un’umanità avvilità e drogata, ma al
contempo affascinante duello, nel quale saremo i protagonisti della lotta
perenne fra il bene e il male, lo
scontro è aperto e io sono pronto a giocare il mio ruolo. Doniamo le nostre
anime e i nostri cuori per il più grande di tutti gli ideali, costruire una
nuova civiltà umana ed universale, ogni uomo cittadino del mondo e mio
fratello. Apriamo una nuova strada, cerchiamo un nuovo sentiero di civiltà. Una
nuova generazione composta di uomini nuovi dominerà la terra. Doniamo le nostre
anime e i nostri cuori per il più grande di tutti gli ideali, costruire una
nuova civiltà umana ed universale, ogni uomo cittadino del mondo e mio
fratello. Certo è merito della democrazia se ne lamentiamo i defetti, Churcill
diceva: "La democrazia è veramente
un sistema politico pieno di difetti. Ma non ne conosco uno migliore".
I perfezionisti come me possono trasformarsi
in terroristi, ma i lassisti sono già terroristi. La democrazia va
coltivata come una giovane donna che non si vuol perdere, che non si vuol veder
andar via. Non ci scoraggiamo, non ci arrendiamo.
La persona che
non sa conservare la sua onorabilità andrà verso una limitazione dei suoi
diritti civili e perderà la credibilità sociale. La sua riabilitazione sarà
ovviamente possibile.
La depressione
è la più diffusa malattia psicologica del nostro tempo. Il vuoto spirituale, la
mancanza di ideali, le insicurezze sociali, creano uno stato di ansia che
spesso sfocia nella depressione, poi nell’esaurimento, e in alcuni casi,
purtroppo non rari, nel suicidio, o nella droga che ne è una variante. Questo
fenomeno ha delle cause sociali che non siamo in grado individualmente di
rimuovere, ma ha anche delle cause
individuali, la nostra mancata maturità spirituale. La depressione è la
condizione normale di questa società che non da certezze. Un rimedio efficace
per uscire dalla depressione è quello di fortificare la nostra fede in Dio. Meditiamo queste verità di fede ogni volta
che viamo aggrediti dalla depressione. Il decalogo che presento ha avuto
efficacia nel risolvere la depressione di mia madre, donna particolarmente
provata dalla vita. -DECALOGO DELLA
FIDUCIA. Ciò che più ferisce l'amicizia con Dio è la sfiducia. Quindi:
1. -Non
devo aver paura di nulla: né del passato, né del presente, né del futuro, né della salute, né del
lavoro, né dei problemi spirituali e
materiali miei o degli altri, perché Dio è sempre con me per aiutarmi,
sostenermi. proteggermi, difendermi, come insegna tutta la Bibbia.
2. -Non
devo scoraggiarmi mai: se mi scoraggio tradisco la fiducia in Dio. Se
tradisco la fiducia nel Signore, rompo l'amore verso di Lui e così mi trovo nel
vuoto e nella tenebra.
3. -Non
devo ingrandire i problemi: perché sono tutti nelle mani di Dio, che li
dosa, li adatta alle mie forze, li guida, li porta avanti e dà la forza per
risolverli.
4. -Non
mi deve turbare nemmeno la mia miseria spirituale: perché Dio è
misericordia infinita e onnipotente e quindi toglie qualunque miseria. Se mi
affido, con cuore sincero e con piena fiducia, allo Spirito Santo ed alle anime
sante, esse mi otterranno la grazia del perdono.
5. -Non
devo fare divisioni: tra problemi spirituali e materiali, perché gli uni e
gli altri appartengono a Dio, e tutti Lui li risolve in un modo o nell'altro.
Certi problemi materiali, anche se sono molto intelligente, non li posso
risolvere da solo!
6. -Devo
seminare la fiducia: Dio è un Padre tenerissimo che ci ama come figli
carissimi.
7. -Non
devo mai essere triste: ma vivere sempre nella gioia. Devo, sì, tribolare e
lottare, ma lo Spirito Santo che, in me, con me, per me, combatte e vince.
Questa verità deve essere la sorgente della mia gioia continua. L’amore di Dio
lotta per me.
8. -Devo
vivere consapevolmente alla presenza di Dio: da mattina a sera, perché
incessantemente ho bisogno di Lui.
9. -Quando
tradisco la fiducia in Dio: devo chiedere perdono, devo riparare, perché
tradisco l'amicizia più grande, quella di Dio.
10. -Devo
semplificare il rapporto con Dio: il
rapporto con il Signore non deve essere burocratico,
quantitativo, superficiale, ma cuore
a cuore. Debbo coltivatore con Dio un rapporto intimo, caloroso, fiducioso,
come di figlio con il papà. Questo è il nocciolo della vita cristiana. Piccoli
atti e pensieri d’amore. [Liberamente tratto da LIETO ANNUNZIO - 13]
Sono i
precetti che furono consegnati da Dio a Mosè sul monte Sinai e scolpiti su due
tavole di pietra. Il decalogo rappresenta quei principi e valori universali che
il buon senso attribuisce a tutta l'umanità. Questi valori incredibilmente si
riscontrano in tutte le culture e in tutte le religioni positive. Filosofi e
teologi medievali, come san Tommaso d'Aquino e san Bonaventura, affermarono che
il decalogo altro non è che una esplicitazione della legge naturale, per questo
conoscibile da tutto il genere uomano. Ma la proclamazione del decalogo si rese
necessaria a causa del peccato originale che offuscò la conoscenza della legge
naturale. Ma molto prima degli
scolastici furono i padri della Chiesa, come Tertulliano e Agostino, che
affermarono come il decalogo era stato posto prima nel cuore dell'uomo che
sulle tavole di pietra. Al di
fuori dei dieci comandamenti non vi può essere vera realizzazione, perché essi
rappresentano l’intrinseca esigenza ontologica della natura umana.
Le maggiori
difficoltà per ogni uomo vengono dal suo cuore e non dalla società: “Dal di
dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive:
fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno,
impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” Gesù (Mc.7,21).
E’ il principale
requisito di un cittadino all’interno una società metafisica. Onestà, fede alla
parola data, educazione, rettitudine, pudore, rispetto delle leggi (poche,
stabili e ragionevoli sono le leggi di una società metafisica), ecc… sono il
patrimonio più prezioso di un cittadino metafisico.
Chi conosce VERAMENTE il creatore non può non amarLo, come chi
raggiunge la maturità della fede non può più perderla. Non disattendiamo le esigenze
spirituali e l’attitudine religiosa dell’uomo. Ora, una società che non sia
fondata su questi presupposti così determinanti e costitutivi è destinata ad
essere una società imperfetta, una società
della crisi. Queste dimensioni sono ineludibili, per cui, come ha dimostrato la realtà, non adorando
il Creatore (gli ideali di Giustizia e Verità) l’uomo adorerà le creature
(oggettivizzandosi) o se stesso (bestializzandosi). L’uomo è un adoratore
perché è un collaboratore-contemplatore della bellezza. Egli si acceca della
bellezza delle creature perché non conosce la bellezza del Creatore.
La legge
naturale è eterna, immutabile e universalmente, per questo fonda la formazione
della coscienza individuale e la valutazione della coscienza collettiva. Questa
legge è prioritaria perché è immutabile la natura umana. Il diritto positivo
(elaborato dal legislatore politico o dalla comunità) non è legittimo se
contrasta con la legge naturale. I primi a parlare di diritto naturale furono i filosofi greci. Già nel VI sec. a.C.
Eraclito constatò che una saggezza comune tutto avvolge: "poiché tutte le leggi umane procedono da
una sola legge, quella divina". Anche Aristotele parlò della
differenza che intercorre tra diritto naturale o universale -che non dipende
dall'essere riconosciuto- e quelle leggi stabilite dalla comunità politica che
ne dovrebbero essere un'esplicitazione. Per gli stoici la legge naturale è
addirittura catalogabile, infatti, il cosmo è regolato da un unico principio,
il logos, identificabile anche con Dio. Ogni
essere è parte del tutto, e vivere virtuosamente significa vivere in armonia.
Vivere in armonia con se stessi significa vivere razionalmente (ma essendo la
passione e le emozioni irrazionali sono per questo da negare, questo è un
argomento limitativo del loro sistema filosofico). Cicerone definì una
splendida nozione di legge naturale nel De Repubblica: "La vera legge è la retta ragione conforme a
Natura; essa è applicabile universalmente, immutabile ed eterna; tale legge intima
l'osservanza dei suoi comandi e scoraggia la trasgressione dei suoi divieti.
Non esisteranno leggi diverse a Roma o ad Atene, o leggi diverse per il tempo
presente e per quello futuro, ma un'unica legge, eterna e immutabile, sarà
valida per tutte le nazioni di tutti i tempi". I cristiani
perfezionarono la dottrina stoica della legge naturale, in particolare San
Paolo affermò, in Romani 2.14, che anche i pagani istintivamente e onestamente
si trovano conformi con la legge naturale. Il
teologo Isidoro di Siviglia constatò, nel VI secolo, come la legge naturale è
osservata ovunque in virtù di un istinto naturale, come dimostrano le leggi che
riguardano il matrimonio e la procreazione. Queste argomentazioni furono
riprese compiutamente da san Tommaso d'Aquino che nella Summa definì
"legge eterna" quella legge razionale che governa il creato. La legge
eterna fa in modo che tutti gli esseri compiano quelle azioni che sono consone
alla loro natura. Le creature razionali, per analogia, partecipano inoltre
della medesima logica divina che è somma razionalità. La "legge naturale" distingue
efficacemente il bene dal male grazie alla sua luce che è un riflesso della
luce di Dio nel cuore di ogni uomo. Le teorie moderne del diritto naturale sono
di fatto un pervertimento dell'argomento, neanche le atrocità commesse dalla
Germania nazista rappresentarono un monito per la fondazione metafisica del
diritto naturale, perché i filosofi hanno preferito dilettarsi nel marxismo (è
sempre stato facile salire sul carro del vincitore) e in quelle creature
mostruose che da lui sono scaturite fino al relativismo. Per questo l'assemblea generale delle Nazioni Unite fu costretta a
elaborare la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, utilizzando una
legittimazione debolmente morale, invece che una legittimazione dal solido
fondamento filosofico e giuridico come sarebbe stato opportuno.
La società
metafisica si pone su un diritto immutabile, perché naturale e universale.
Il diritto
metafisico nasce da valori metafisici, cioè che immutabili attraversano tutta
la storia.
Molti giovani
vivono senza sapere il motivo della loro esistenza. Non sanno cosa fare e si
perdono diventando sempre più passivi di fronte alla società e alla vita in
genere, a volte non riescono a prendere alcuna decisione. Tutti coloro che
assumono questo comportamento fuggiranno ogni qualvolta si troveranno di fronte
a delle difficoltà, vivranno con tante paure, il senso di impotenza li spingerà
alle scelte sbagliate. La loro paura e la loro superficialità li rendono
facilmente manipolabili e inattendibili. Nel
1997/98 nella IV E, si raccolgono queste analisi:
1. il giovane è
insicuro, vive rapporti superficiali (Consilia Ardillo);
2. la corruzione
della società, pone in negativo il giovane che si scoraggia, a questo punto si
diventa massa e ci si lascia trasportare nei luoghi comuni, ma noi siamo la
generazione che verrà... ricordiamoci che la via del bene e della giustizia è la più difficile da seguire
(Cutrone Nicola);
3. i giovani
hanno difficoltà a comunicare tra loro ed usano strumenti di comunicazione
artificiali, non avendo ideali seguono alcuni miti televisivi, ma non accettano
più il sesso fine a se stesso(tranne i maschi che le prime volte possono farlo
per curiosità), ma lo collegano ad un fatto sentimentale(Moraglia Giovanni); 4. mancano associazioni culturali e
sportive per i ragazzi, che si abbandonano alla noia (Moretti Luigi);
5. oggi per i
giovani è difficile tutto, perché più si va avanti, più l’uomo continua a
distruggersi da solo e di conseguenza il giovane trova sempre meno possibilità
di potersi realizzare. Se non risolveremo questi problemi per i nostri figli
sarà addirittura difficile nascere (Trinci Leonardo);
6. il successo
di tutte le immagini orror, o del rock metallico sono il frutto di una protesta
giovanile contro una società solo in apparenza civile, ma in realtà molto
violenta, orribile, ipocrita (Peragine Domenico);
7. i giovani
hanno tutto, ma niente di essenziale, il loro vuoto interiore li spinge alla
devianza (Proscia Tony);
8. la difficoltà
con i genitori è data o da un affetto asfissiante ed impositivo o
dall’abbandono. I giovani hanno paura di affrontare un problema, perché hanno
paura di sbagliare, così soggiacciono alla mentalità degli altri, così non
hanno ne fede in se stessi ne fede in Dio, inoltre non trovano onestà e lealta
nei loro coetanei, le relazioni di gruppo rimangono superficiali(Regina
Domenica); 9. il giovane è talmente
fragile spiritualmente che alle prime delusioni della vita, crolla, si lascia
andare, si lascia trascinare nelle vie sbagliate, il giovane demoralizzato
difficilmente trova qualcuno che lo aiuta (Panebianco); 10. aver provato solo beni materiali e non conoscere quelli
spirituali, porta il giovane a cercare sempre più il proibito, il malefico, la
morte è frutto della noia.(Trinci Davide);
11. il giovane ha
paura di sbagliare e pensa di essere niente, insicuro vive una realtà senza
lealtà, senza amore e profondità, si vive per istinto, nel vuoto di personalità
ci si lascia trascinare... più passa il tempo e più la droga raccoglie giovani
(Vessia).
In questa
società egoista, il giovane si trova nella difficoltà di trovare lo spazio
necessario al suo sviluppo. Naturalmente a tutto questo si aggiunge la mancanza
del lavoro di cui l’individuo ha bisogno per costruirsi il suo futuro,
qualsiasi esso sia. Per far fronte a tutte queste difficoltà non bisogna
lasciarsi andare, bisogna combattere, mai scoraggiarsi, aver pazienza e saper
attendere perché un proverbio dice: “La
pazienza è la virtù dei forti”, ed io credo che tutti noi giovani siamo
forti. Ribadisco, infine, un motto che ogni giovane dovrebbe ricordare sempre e
sempre meditare: “Se vuoi essere
qualcuno, se vuoi farti strada, devi SVEGLIARTI e stare in campana”(cit.
alunna di 5°A Grumo 1997/98).
Indispensabile
proprietà della mente per un discernimento razionale e dello spirito per un
discernimento spirituale. E’ sia un dono naturale, che spirituale, che
carismatico. Alcuni satanisti possono avere questo “potere”, come altri “doni”
dallo spirito del male per i propri fini. A me è spettato esercitare questo
dono, nel dovermi districare attraverso le miriadi del pensiero umano.
Nell’urgenza di tracciare un percorso autentico ed attendibile al fine di
elaborare il più sicuro progetto culturale a favore di tutto il genere umano.
Per le
proteste della Chiesa protestante battista degli Stati Uniti, la Disney ha
ritirato dal mercato 100 copie di un nuovo CD, che esalta in modo esplicito la necrofilia
e l'incesto, anche se questo ha significato una perdita di 1 milione di
dollari. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo produzioni televisive
nelle quali i protagonisti sono omosessuali dichiarati, è stata la concessione
del famoso parco giochi Disney World per la giornata dell’”Orgoglio Gay”. Non
puoi portare a passeggio la figlia su un lato della strada del parco giochi
mentre nello stesso momento sull’altro lato sfilano attivisti omosessuali, ha
detto Richard Land, dirigente battista(cfr. Newsweek, 30 giugno 1997)(cfr. l’unità, 1 luglio 1997).
La mancanza di
valori trascendenti e metafisici, porta l’uomo alla noia e anche alla
disperazione.
L’uomo,
animale psichico è molto debole e vulnerabile.
“Non portare al
tribunale della ragione le cause del tuo cuore”. Questa frase mi ha colpito per
la sua ambiguità. In una persona equilibrata interiormente come affettivamente
matura la ragione e il cuore non sono mai nemiche, ma sono nella loro armonia
l’unica strada che conduce alla verità intima di tutte le cose.
Raggiungere la
perfezione è un obiettivo necessario. Non importa se e come e quando la si
raggiungerà. La bellezza di un uomo è data dai suoi ideali. Io vi dico che esiste la perfezione, come
esiste la felicità, questi sono stati di grazia non permanenti in noi, ma
reali. Se vai al lavoro sapendo di ricevere un grande onore ed un grande
privilegio, se il tuo cuore si emoziona nel pensare agli uomini che servirai
col tuo lavoro. Se ogni essere umano è per te un'anima da aiutare e servire, se
sai riprendere con gioia e pazienza le realtà incompiute. Se ogni ora passa sul
luogo di lavoro passa troppo in fretta, se sai innamorarti del tuo lavoro
sempre più col passare degli anni. Se il
tuo lavoro ti sembra sempre perfezionabile tu trasformerai il mondo. Se le
tue lamentele e le tue punizioni sono rare, se le inevitabili difficoltà ti
trovano sorridente. Se la tua giustizia sa rivestirsi d'amore, se combatti il
male e non il colpevole. Se ogni giorno che passa ti trova migliore. Se più
incatenato al tuo dovere conservi la libertà interiore, se senza esserne
schiavo tu segui un metodo. Se prima di istruire tu sai educare. Se sapendo tante cose tu non ti credi
sapiente; Se sai ristudiare ciò che credevi di sapere. Se sai più ascoltare
che insegnare, se più rispondere che comandare o interrogare. Se sai essere accessibile per tutti.
Se sai dire con parole semplici tutte le cose. Se davanti alla bellezza tu sai meravigliarti, se per la verità tu
resti intransigente. Se chi ti conosce vuole somigliarti. Solo allora la
tua fede è vera. (testo liberamente modificato da forf. A. Gille - Lovanio)
E’ impossibile
che due fidanzati metafisici potranno giungere da coniugi al divorzio, tuttavia
il coniuge più debole deve avere assistenza anche dallo Stato.
Simon Weil e
la condizione delle operaie
Nel 1935, la
filosofa Simone Weil (1909-1943), mettendo in accordo la propria vita col
proprio pensiero, si fa assumere in una fabbrica per provare di persona -sulla propria pelle- le condizioni di
vita delle operaie. Così descrive la sua giornata di lavoro: “Ieri ho fatto il
medesimo lavoro tutto il giorno (imbottitura a una pressa). Fino alle 4 ho
lavorato al ritmo di 400 pezzi all'ora (ero pagata a ore nota bene, con un
salario di 3 franchi), con l'impressione di lavorare sodo. Alle 4 il
caporeparto mi ha detto che se non ne facevo 800 mi avrebbe licenziata: "Se da ora in poi ne fa 800, forse
acconsentirò a tenerla". Capite, ci fanno una grazia permettendoci di
ammazzarci sul lavoro, e bisogna ringraziare. Ce l’ho messa tutta; e sono
arrivata a 600 all'ora. Nondimeno stamattina mi hanno permesso di tornare (la
fabbrica è troppo mal ridotta perché il personale possa essere stabile, e poi
ci sono delle commesse urgenti),
sforzandomi anche un po' di più sono arrivata a un po più di 650. Mi
hanno fatto fare diverse altre cose, sempre con la medesima consegna: darci
dentro a tutta forza. Per 9 ore al giorno (perché si rientra alle 13,00), le
operaie lavorano così, senza un minuto di respiro. Se si muta lavoro, se si
cerca una cassa, ecc., lo si fa sempre correndo. C'è una catena, è la prima
volta che ne vedo una, e mi ha fatto male vederla. Mi ha detto un'operaia, che
la catena ha raddoppiato la cadenza da 4 anni; e oggi il caporeparto ha
sostituito un'operaia della catena alla sua macchina e ha lavorato dieci minuti
a grande velocità (cosa facilissima quando, dopo, ci si riposi) per provarle
che si poteva andare ancora più presto. Ieri sera, uscendo, ero in uno stato
che non puoi nemmeno immaginare (per fortuna le emicranie mi davano almeno un
po' di tregua); allo spogliatoio ero stupita che le operaie fossero ancora
capaci di chiacchierare e non mostrassero di avere in cuore la rabbia ch'era
penetrata in me. Alcune tuttavia (due o tre) mi hanno espresso sentimenti
analoghi. Sono le operaie malate, quelle che non possono riposarsi. Un'operaia
mi ha detto di aver avuto una salpingite e di non aver potuto ottenere d'essere
messa altrove. Ora non è più alle macchine; ma la sua salute è definitivamente
rovinata. In cambio un'operaia che lavora alla catena e con la quale sono
tornata in tram, mi ha detto che dopo qualche anno o anche dopo un anno si
arriva a non soffrire più, benché si continua a sentirsi abbrutiti. Questo mi
sembra sia l'ultimo grado dell'avvilimento”. (S. Weil. Lettera a Boris
Souvarine, In La condizione operaia; Milano Edizioni di Comunità, 1974,
pp.29-30. /cit. in/ Collana XX secolo, Le Donne entrano in scena, Annie
Goldmann ed. Giunti, casterman, p.23)
(MARLYN
FRENCH: LA DENIGRAZIONE DELLE DONNE, la FASCINATION DU POUVOIR, ed. de
l'Acropole, 1987/ cit. in/ Collana XX secolo, Le Donne entrano in scena, Annie
Goldmann ed. Giunti, casterman, p.107)(in
grassetto le mie considerazioni personali) Il solo argomento che riesce a
unire gli uomini al di sopra delle frontiere di classe, di colore o di altro
tipo, è la donna ( se questo è vero
allora io non sono un uomo ). Anche se sono diversi fra loro e parlano
lingue diverse, e nonostante il fatto che la sottomissione della donna appaia
loro auspicabile in diverso grado, gli uomini quasi vogliono la sua
subordinazione; ne hanno bisogno e ci credono. I due temi di conversazione che
li occupano e li uniscono quando si ritrovano fra loro sono la competizione e
la denigrazione delle donne. Attraverso l'umiliazione, la trasformazione in
oggetto e la malevolenza, il secondo tema fornisce agli uomini una delle due
basi certe su cui sentirsi solidali (io
non conosco o non frequento uomini che sono denigratori verso le donne). La
denigrazione delle donne serve infatti principalmente a due fini, perpetuando
in questo modo il patriarcato. In primo luogo, è così diffusa e ben accetta che
finisce per far parte della vita quotidiana, né più né meno che le condizioni
del tempo; e questo a tal punto che, in ogni analisi delle strutture umane, gli
uomini non riescono a mettere in dubbio l'inferiorità femminile (non esiste una inferiorità femminile).
In secondo luogo, malgrado la sua irrazionalità e la sua stoltezza, questo
comportamento maschile è ormai così diffuso che gli uomini non si accorgono
neppure per un attimo di quanto sia assurdo incolpare di tutti i propri guai le
donne, invece che le strutture maschili. Sono millenni che le cose vanno così
[...] (Il pessimismo e il maschilismo
becero di queste considerazioni credo-spero che in occidente sia stato superato).
Medico e
scrittrice, Taslima Nasreen conduce una battaglia solitaria e coraggiosa contro
l'integralismo islamico e l'oppressione di cui sono vittime le donne del Bangladesh. Nel 1993 il Consiglio dei
soldati dell'Islam ha emesso contro di lei una fatwa (taglia) di 1250 dollari
per chi la uccide, perché è colpevole di aver pubblicato il romanzo: "La vergogna", nel quale descrive
la persecuzione di una famiglia indù da parte dei musulmani. Un anno dopo,
sotto la pressione degli integralisti islamici, il governo spicca un mandato di
arresto nei suoi confronti, per bestemmia contro l'Islam. Costretta a vivere in
clandestinità, Taslima fugge in Svezia
nel 1994, avvia una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica
occidentale e in seguito ritorna nel proprio Paese per subire il processo. In “Donne, fatevi vedere”, porta questa testimonianza: “Nella
folla, mille mani invisibili palpano i seni e i sederi delle donne, e non si
tratta certo di mani di illetterati. Io non protesto mai contro queste
aggressioni, perché mi dico che ho avuto fortuna se ancora nessuno mi ha
sfigurata gettandomi addosso del vetriolo. Ho avuto fortuna a non essere stata
violentata da un gruppo di uomini. Fortuna a essere ancora viva. E io temo
queste violenze, perché ho commesso un reato, quello di essere nata donna.
Nonostante i miei titoli di studio, la mia cultura, la mia professione, non
sono un essere umano, sono meno di niente. Una donna può ben avere tutte le
qualità, ma in questo Paese non viene considerata come un essere umano. [...]
Come me, le donne che passeggiano per la strada non reagiscono ai commenti
indecenti che ricevono quando passano. Tutte le adolescenti sanno che nessun
ragazzetto sconosciuto si sentirà in colpa perché sputa loro in faccia la sua
saliva mischiata a resti di betel. Rapine, vetriolo, rapimenti, omicidi, esse
possono aspettarsi qualsiasi atto di violenza”. In Bangladesh, il Primo ministro e il leader dell'opposizione sono
donne. Questa, che potrebbe sembrare una conquista femminile, non lo è, perché
è solo grazie al padre o al marito che queste donne hanno raggiunto le più alte
cariche dello Stato. Ecco cosa scrive loro Taslima Nasreen: “A che serve esser
la, se non fate niente per cambiare le leggi inique e il nefasto calamitoso
sistema sociale di questo Paese, quando avete entrambe i mezzi per farlo? [...]
Dal momento del vostro ingresso in politica vi siete affrettate a mettervi il
velo. I vostri colleghi politici non portano né la barba, né il copricapo che
l'islam impone agli uomini. Se oggi vi comportate così è perché gli uomini che
vi stanno intorno ve lo hanno suggerito per convincere il popolo. Volete
sedurre nascondendo il vostro cervello sotto il tessuto. State commettendo un
grave errore. Non avete dimenticato quante siano le proibizioni che vi
minacciano da destra, da sinistra, da nord, da sud. Nessuna di noi può dimenticarlo.
Perché allora non protestate contro l'oppressione che subiamo?”. (Taslima
Nasreen, femmes, manifestez-vous, Paris, Des Femmes, 1994, pp. 59 e 99./ cit.
in/ Collana XX secolo, Le Donne entrano in scena, Annie Goldmann ed. Giunti,
casterman, p.143)
( Ecco le vere date dello sviluppo dell’umanità. Fa impressione constatare
come esse siano recenti e ancora utopia per la maggior parte delle donne del
pianeta)
1886 La donna può
affiliarsi alla cassa pensionistica senza consenso del marito.
1892 L'età minima
per lavorare è portata a 13 anni. La giornata di lavoro viene limitata a 10 ore
per le donne minori di 16 anni, con un massimo di 60 ore lavorative
settimanali. Per le maggiorenni e le donne giornata di lavoro di 11 ore.
Proibizione generalizzata del lavoro notturno.
1900 "Legge
delle sedie": in ogni negozio ci deve essere un numero di sedie pari a
quello delle impiegate.
1902 La giornata
di lavoro viene portata a 10 ore e mezzo.
1904 Giornata di
lavoro ridotta a 10 ore.
1907 Diritto di
disporre liberamente del proprio salario per la donna sposata. 1909 La donna
incita può beneficiare di un congedo per maternità di 8 settimane (senza
stipendio),e il datore di lavoro non può rescindere il contratto durante il
periodo di congedo.
1910 Congedo di
maternità di 2 mesi a stipendio pieno per le maestre.
1911 La misura
viene estesa alle impiegate delle Poste, telecomunicazioni e telefoni.
1913 Si
proibiscono i lavori pesanti a una donna che ha appena partorito.
1915 Salario
minimo per le lavoranti a domicilio.
1920 Creazione di
un Comitato centrale per gli assegni familiari. Una donna può affiliarsi al
sindacato senza l'autorizzazione del marito.
1922 Un'ora in
meno di lavoro a partire dal sesto mese di gravidanza per le impiegate delle
Poste, telegrafi e telefoni.
1925 La donna
incinta in congedo riceve un sussidio fissato dai comuni.
1928 La giornata
di lavoro per l’allattamento é diminuita di un'ora per un anno.
1928 Congedo per
maternità (due mesi) a salario pieno per la funzione pubblica.
1936 Il Comitato
degli assegni familiari passa sotto il controllo dello Stato.
1937 Gli assegni
familiari sono aumentati del 142%.
1945 Il congedo
per maternità è obbligatorio (2 settimane prima e 6 settimane dopo il parto) e
indennizzato al 50%.
1965 Riforma del
diritto matrimoniale: il marito non può opporsi all'esercizio dell'attività
professionale della moglie.
1966 congedo per
maternità a 14 settimane.
1972 Una legge per
la pari retribuzione per lavori di uguale natura.
1975 Proibite le
discriminazioni di sesso nelle assunzioni.
1980 Divieto di
licenziare una donna incinta. Il congedo per maternità viene portato a 16 settimane.
Riconosciuto lo status di coniuge collaboratore per le mogli degli artigiani e
dei commercianti. Misure che riconoscono l'attività professionale delle mogli
degli agricoltori.
1983 La legge
sull'uguaglianza professionale vieta discriminazioni di sesso.
1986 È legale
l'uso del femminile per i nomi che indicano mestieri e funzioni.
(Collana XX
secolo, Le Donne entrano in scena, Annie Goldmann ed. Giunti, casterman)
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LA DONNA è IN TUTTO
UGUALE ALL’UOMO, SIA DAVANTI A DIO CHE NELLA SOCIETÀ CIVILE. TUTTAVIA, è
NECESSARIO CHE ESSE SIANO IN POSSESSO DI UN PIÙ GRANDE AMORE E VIRTÙ RISPETTO
ALL’UOMO IN CONSIDERAZIONE DELLA MATERNITÀ CHE LE POSSIEDE. IN CONSIDERAZIONE
DELL’ESEMPIO RICEVUTO DALLE SANTE DONNE, VOGLIANO LIBERAMENTE E PER AMORE SUBORDINARE I LORO DIRITTI AL PIù GRANDE
DEGLI OBIETTIVI: LA VITA.
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L’uomo e la
donna sono ambedue interconnessi, infatti non può esistere l’uomo senza della
donna e viceversa. Chi rivendica il femminismo o il maschilismo si dimostra
immaturo nell’amore, portatore di diversi complessi di inferiorità e di un
notevole grado di stupidità. L’uomo e la
donna sono due lati perfetti ed uguali dell’unica medaglia della vita. Con lo
stesso numero di cromosomi concorrono alla procreazione di un essere umano.
Sono uguali anche davanti a Dio e davanti a lui hanno uguale dignità, Dio tutti
giudicherà soltanto in considerazione della fede e dell’amore. Gesù ha compiuto
scelte in assoluto contrasto con la mentalità maschilistica della sua società.
Tuttavia, a questa perfetta uguaglianza, corrisponde una perfetta
disuguaglianza, infatti sono uguali in tutto ma anche in tutto diversi. Alla
donna è stata concessa la maternità, che quando è vissuta consapevolmente
rappresenta il vertice di tutti i valori umani e sovrannaturali. Il Creatore
operando così ha fatto un “torto” all’uomo perché ha dato alla donna, in virtù
della maternità, più doni spirituali e più sensibilità interiori, infatti essa
è la parte migliore dell’uomo: il suo cuore. Bisogna anche dire, però, che la
depravazione di una donna proprio a causa della sua sensibilità, può supera
quella di un uomo. Essi sono due diversi ed imperfetti modi di pensare e di
interpretare la realtà e trovano stabilità-equilibrio solo nella collaborazione
che è frutto di amore. Ma cosa è l’amore nel matrimonio? Dare la propria vita!
Quando dai una cosa è come se la hai persa. Quando ti sposi non appartieni più
a te stesso, ma all’altro. Dare tutto di se all’altro, farsi un dono per
sempre. Ma non tutti hanno questa maturità spirituale, umana ed affettiva...
Vi possono
essere molti legittimi modelli per poter essere coppia nella società.
Addirittura ogni coppia nella creatività dell’amore è chiamata all’unicità del
proprio modello di comunione. Alcune coppie possono vivere liberamente (senza
imposizione) il modello mistico, di un
amore trasfigurato da una forte esperienza soprannaturale. 1- Il modello
biblico; 2- Il modello evangelico di Ef. 5 3- il modello del corano 3- o di
altra religione o consuetudine sociale, purché rimane salva la libertà reale
della coscienza personale. In realtà la vita matrimoniale è un rinnegare se
stessi a favore della promozione dei figli e di quella del partner. Su questo fondamento
naturale si può edificare il fondamento soprannaturale di una unione più
esigente sul piano interiore. L’uomo e la donna, direttamente sottomessi al Signore hanno compiti sacerdotali
verso i figli e verso quella porzione di società in cui sono coinvolti. Il fidanzamento è il tempo ideale per
trovare entrambi concordi nel cammino e nell’operatività degli ideali
spirituali e politici e sociali (un
amore che non abbia queste dimensioni è solo una forma ipocrita di egoismo),
ma per molti questo rimane un’utopia di impossibile realizzazione per questo
sono destinati ad una drammatica vita coniugale. Se occorre l’uomo deve essere
disposto anche a morire per proteggere la sua donna: il suo cuore, proprio come
Cristo che non esitò a donare la propria vita per la sua sposa: la Chiesa.
“Siate dunque imitatori di Dio, come suoi figli diletti; e camminate nell’amore
come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per voi in offerta e
sacrificio a Dio, qual profumo d’odore soave”(Ef. 5; 1-2).
L'utero di
ogni donna è, e deve essere un luogo santo, infatti qui Dio scende per far
germogliare la vita. Ma quando una vita nascente è costretta a svilupparsi in
un luogo profanato riceve la più grande ingiuria, e quello che è più grave, a
causa proprio della sua abbrutita ed ignara madre. Simbolo universale di pace è
l’immagine di una donna che stringe al petto il suo bambino. Entrambi hanno bisogno
di essere protetti. Se dessimo il
governo del mondo a giovani mamme intente al loro neonato, il mondo
diventerebbe tanto bello che non lo riconosceremmo più. Essi sono il
simbolo dell’umanità viva e protesa in un futuro i cui contorni sfuggono alla
nostra comprensione. Non chiameremo pace il cimitero, ma il sorriso di questa
madre col suo bimbo. Noi faremo di tutto perché ogni mamma ed ogni bambino
possano sorridere. Allora pace con Dio e con tutte le sue creature, pace fra
noi e gioia per tutti i bambini.
La donna infatti è un dono per l’uomo. Ma tutti
dobbiamo essere dono per l’altro.
Per alcuni
sembra guardare a sinistra perché è favorevole allo stato sociale e ad un
massiccio intervento dello Stato nella realtà economica, mentre per altri
sembra guardare a destra per la difesa della proprietà privata. Ma la Dottrina Sociale della Chiesa non può
prestarsi a queste, come ad altre strumentalizzazioni. L'insegnamento
sociale della Chiesa, come oggi lo intendiamo, risale al Papa Leone XIII con
l'enciclica Rerum novarum del 15 maggio 1891, affrontava la questione capitale-lavoro, nel contesto della
rivoluzione industriale. Tutti temi ripresa da Giov. Paolo II che rivendica la
dignità altissima del lavoratore, che non può essere ridotto a mero elemento
della produzione. Giov. Paolo II afferma
le esigenze della giustizia e della solidarietà, come l'inseparabilità
dell'economia dalla morale, come l'intervento regolativo dello Stato nei
conflitti economici per tutelare i diritti dei più deboli, come contro gli
errori di tutte le ideologie comuniste, socialiste e liberiste. Vengono applicati al mondo del lavoro e
alla realtà più ampiamente sociale i principi del cristianesimo, partendo
dall'esperienza e dal contributo delle scienze umane. Tuttavia la dottrina
sociale indica le linee portanti, non entra nel merito dell'attuazione pratica
per il grande rispetto che si deve ai laici e alla loro maturità, in
considerazione anche della complessità delle questioni sociali. La dottrina sociale della chiesa riveste
il carattere della riflessione teologico-morale ed ha quindi un carattere pratico, non si deve intendere come un
pronunciamento dogmatico. Tutto deve passare attraverso:
1 - il
vedere con l'analisi attenta e profetica delle situazioni che mutano
continuamente;
2 - il
giudicare attraverso la Parola di Dio, la fede e il contributo di tutte le
scienze umane ed economiche;
3 - l'agire,
indicando l'operatività e la fattibilità di un'azione economica al fine di
proporla a tutti gli uomini di buona volontà amanti della pace, della giustizia
e della solidarietà.
La proposta di somministrazione di eroina di Stato ventilata dal Procuratore générale della Cassazione, in
occasione dell'inizio dell'anno giudiziario in corso, ha suscitato un'indignazione générale in tutto il Paese. Tra le numerose reazioni
contrarie vogliamo ricordare quella di un "tecnico",
il prof. Gaetano di Chiara,
ordinario di farmacologia presso il Dipartimento di Tossicologia
dell'Università di Cagliari,
autore di lavori pubbli-cati
sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.
In che cosa consiste una terapia con eroina? L'eroina viene somministrata per via endovenosa
rapida. E qui cominciano i problemi, poiché questa
via di somministrazione non consente di mantenere
un livello costante del
farmaco. (...) Il
secondo problema è che l'eroina ha una vita media nell'organismo
di circa 3 ore.
Perciò una
persona con molti anni di dipendenza può necessitare délla sostanza anche dopo tre o quattro ore, pena l'insorgenza di sintomi d'astinenza.
, E' possibile diminuire gradatamente le dosi?
Generalmente no.
(...) Con l'eroina è molto difficile stabilire
la dose efficace: se la dose è bassa, non fa effetto e il drogato rimane in crisi di astinenza, se è troppo alfa si rischia l'overdose.
Proviamo ad immaginare il funzionamento
di un Servizio Sanitario
pubblico...
II servizio pubblico riesce a gestire la richiesta di metadone,
perché il drogato vi si
reca una sola volta al
giorno, prende sempre la stessa
dose, per giunta
per bocca. Tutto è semplice
da realizzare. Se la misura
evocata dal procuratore
générale fosse estesa alla massa di eroinomani,
ci sarebbe un flusso continuo di pazienti proprio per la breve durata dell'eroina. Un servizio affollato ed ad alto rischio.
In Svizzera sostengono di averlo fatto ... In Svizzera non l'hanno fatto (...) Si è trattato di un progetto sperimentale realizzato su un migliaio di drogati su
circa 30.000 presenti sul
territorio. Si provi ad
estendere questo
servizio a tutti. Per gestire la somministrazione
di eroina c'è solo una soluzione:
il consumo domiciliare. E
infatti in Svizzera oggi
si parla proprio di questo.
Ho i
miei dubbi per almeno due motivi. Il
primo è ancora connesso
al bassissimo indice terapeutico
dell'eroina, e cioè alla vicinanza tra
dose efficace (quella che soddisfa) e dose tossica (che minaccia).(...)
II secondo è connesso al
fatto che ogni qualvolta si è sperimentata la distribuzione domiciliare
ne è conseguito il commercio
illégale. A meno di non
voler somministrare
eroina ai bambini, ai soggetti affetti da malattie psichiatriche, da Aids ecc. si dovrebbe provvedere ad una limitazione, ad una selezione degli aventi diritto. (...) D'altra parte, l'Italia ha già sperimentato la distribuzione
della morfina 80, e l'esperimento fu chiuso proprio perché non
sortì i benefici attesi, mentre
d'altra parte alimentava
un mercato illecito.
Immaginiamoci di possedere un sistema sanitario più svizzero della Svizzera, che
riesce dove gli svizzeri non possono riuscire. Mettiamoci per un attimo nei panni del drogato, quali sono gli aspetti positivi?
Vede, assumere droga ad orari non è paragonabile all'assunzione di una qualsiasi medicina, mettiamo l'insulina per un
diabetico.
Se il diabetico non prende l'insulina sono guai seri. Per il diabetico non conta il luogo dove prendere l'insulina, ma solo prenderla.
Per l'eroinomane non è cosi.
Consumarla in un ospedale
e un non senso. Lui la deve prendere dove vuole lui.
Non per ripetermi, ma non è un caso
che in Svizzera si parli di distribuzione domiciliare. Lui non ha alcun interesse a prenderla in ospedale. L'assunzione dello stupefacente di per se da l'emozione ovunque la si
assuma. Ma l'emozione è
solo un punto di partenza. E un'esperienza complessa, che va vissuta in un determinato ambiente,
insieme a determinate persone,
in un determinato contesto, altrimenti è un'esperienza avviata ma non completata.
I primi a preferire la droga da strada sono proprio loro, gli eroinomani. In
Svizzera, la distribuzione
pubblica ha sortito l'effetto di migliorare la roba da strada, è la legge del mercato. Prodotto migliore e prezzi più bassi. A questo punto il drogato non va certo
in infermeria, prende
la “roba” e va dove dice lui.
Le elenco i successi più significativi vantati nell'esperienza svizzera: integrazione sociale e possibilità lavorativa...
Dubito che
questo sia il caso dell'eroina. L'esigenza della sostanza è troppo frequente perché si possa affrontare con la dovuta serenità e costanza qualunque tipo di attività.
(Intervista di Antonio Savo apparsa sul "Secolo d'italia" dal 22.1.98)