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16.
ESCATOLOGIA
"IO
SONO L'ALFA E L'OMEGA, IL PRIMO E L'ULTIMO, IL PRINCIPIO E LA FINE " (Ap
22, 13). L'EVENTO CRISTO CHE INCLUDE NON SOLO LA SUA INCARNAZIONE E IL MISTERO
PASQUALE, MA ANCHE LA SUA VENUTA NELLA GLORIA (Cf. IL CREDO
NICENOCOSTANTINOPOLITANO), È ULTIMO E DEFINITIVO. GESÙ DIVENTA COSÌ IL
"RIASSUNTO" DI TUTTE LE "COSE ULTIME", E LA CHIAVE
D'INTERPRETAZIONE DELLE "TENSIONI" DELL'ESCATOLOGIA CRISTIANA: ESCHATON ED ESCHATA;
PRESENTE E FUTURO DELLA SALVEZZA; ESCATOLOGIA FINALE ED ESCATOLOGIA INTERMEDIA.
GLOBALITÀ
DELL'EVENTO CRISTO
"Di
nuovo verrà nella gloria": tutto ciò che è l'evento Cristo non è completo
senza la sua definitiva manifestazione nella parusia. Ciò che crediamo su Gesù
implica la dimensione ultima.
Una
sola missione del F al mondo da parte del P: unità dell'evento salvifico di
Cristo.
Tt
2,11ss: due momenti di un unico rivolgersi del P a noi per mezzo del F.
Giustino: doppia parusia del F.
L'evento Cristo è ultimo e definitivo anche
se si articola nel corso del tempo.
UNA
DEFINITIVITÀ ARTICOLATA
già la prima venuta di Gesù è definitiva:
Gesù sapeva che con lui il Regno era giunto (cf. l'ambasciata di Gesù a
Giovanni Battista; cf. "se io scaccio..."). In Gesù c'è una realtà
nuova. Cf. Rm 3,21.
ma nella stessa consapevolezza di Gesù
questo eone rimanda ad un futuro, ad una realtà che non è manifesta: la venuta
del FdU.
a.
un futuro che è legato alla sua persona: non è un futuro diverso da lui.
b.
l'atteggiamento presente degli uomini verso di lui determina l'atteggiamento
futuro del FdU circa noi rispetto a Dio.
Si
tratta dunque di una definitività articolata.
Gesù
è l'escaton, anzi l' escato.
Da
lui hanno senso le cose ultime, le escata. Tutto ciò che deve avvenire nel
futuro ha la sua consistenza in Cristo. Ilario
di Poitiers, De Trinitate,
11,6: "in Cristo abita la pienezza e ciò che deve accadere più che novità,
sarà lo sviluppo della storia della salvezza. ( Ma l'attesa di una 'seconda'
venuta non significa che Gesù se n'è andato. Gesù è sempre presente, e il suo
ritorno sarà una piena manifestazione).
D'altronde
le cose ultime sono la manifestazione finale della pienezza che si è già
realizzata in Cristo: Cristo centro delle escata.
von Balthasar: "Dio è in quanto raggiunto, il cielo
in
quanto perso, l'inferno
in
quanto ci esamina, il giudizio
in
quanto ci purifica, il purgatorio.
Tutto
ciò avviene in Cristo, che è la possibilità di rivelazione di Dio".
ORIENTAMENTO FONDAMENTALE
DELL'ESCATOLOGIA
Il futuro a cui siamo rimandati non è
composto di cose concrete: è Dio stesso.
Cf. Tt 2,11ss: la parusia è rivelazione e
manifestazione.
DV 4: nessun'altra rivelazione pubblica sino
alla manifestazione definitiva.
parusia
= piena manifestazione di Gesù e dunque del Padre
*
a tutti
*
non nella fede, ma nella visione
ASSOLUTEZZA
L'escatologia
non descrive il futuro, poiché non si può 'descrivere' Dio, ma ci apre nella
speranza alla piena manifestazione di Dio. (Del resto descrivendo il futuro lo
si descriverebbe nell'ambito delle coordinate attuali, costringendolo nelle
nostre coordinate). (Gli stessi racconti biblici sull'aldilà sono descrittivi
nel senso meramente letterario).
AVVENTO
È
un avvento. Non siamo noi che vi andiamo incontro: è il futuro che cammina
incontro a noi(cf. il tempo liturgico dell'Avvento). Dio viene verso di noi e,
in risposta, noi andiamo verso di lui.
Dobbiamo
rispondere con una speranza attiva ,
perché
--
si tratta di un avvenimento salvifico;
--
la donazione di Dio all'uomo richiede libera accettazione.
possibilità della perdizione: per
poter Dio entrare in comunione con noi, dobbiamo essere liberi per poterlo
accogliere. L'affermazione della possibilità della perdizione non ha dunque
senso in se stessa, ma per illustrare la realtà profonda della salvezza, una
comunione che va accolta nell'amore e dunque non forzatamente ma nella libertà.
La natura stessa della salvezza, in quanto amore nella libertà, esige la
possibilità della perdizione.
La
speranza è ancora attiva poiché il futuro illumina già il presente:
sacramenti + impegno nel mondo.
UN
FUTURO SALVIFICO
Gesù
stesso è il futuro. L'escatologia non è un futuro 'neutro'. In Cristo la storia
trova la sua finalizzazione definitiva, non perché dopo Cristo la storia non
continui: la storia è qualcosa che lasciata a se stessa può essere superata.
In
Gesù però è Dio stesso che si fa parte della storia: Gesù è un elemento
trascendente che si fa parte della storia umana. Dopo Gesù la storia è
finalizzata, finalizzata alla salvezza. Ciò non vuol dire che il tempo
intermedio sia insignificante: è il tempo dello Spirito, è il tempo della
Chiesa. Ma lo Spirito e la Chiesa sono di Cristo.
Il
trionfo di Cristo su tutto è assicurato. "La partecipazione del singolo a tale
vittoria è assicurata" (sennò non ci sarebbe né capacità di rifiuto, né
libertà). Non ci sono due cammini ma uno solo, che si può perdere. La
perdizione è essere esclusi dalla pienezza della salvezza in Gesù.
DIMENSIONE
CRISTOLOGICA
La parusia di Cristo è il compimento della
cristologia non solo dell'escatologia. Tale futuro è il futuro di Gesù stesso
nell'articolazione di ciò che è già e di ciò che speriamo.
La
chiesa primitiva aveva una speranza positiva nella pronta parusia del Signore
(cf. Paolo: noi = fra di noi). I primi cristiani hanno sbagliato
cronologicamente; ma l'atteggiamento era giusto. Se Gesù è il Signore, il
dominio di Gesù deve farsi visibile per tutti gli uomini. La risurrezione, come
piena manifestazione della signoria di Cristo, richiede la piena
intronizzazione di Cristo. L'evento di Cristo è realizzato, ma non compiuto.
pienezza
del dominio di Cristo su tutto
DIMENSIONE
TRINITARIA
il
dominio di Cristo è dal Padre
1Cor 15,20ss. Se a causa di un uomo venne la
morte, a causa di Cristo verrà la risurrezione dai morti: Cristo primizia, poi
-alla sua venuta- coloro che sono di Cristo. Poi sarà la fine: consegna del
Regno al Padre, compiuta l'opera da parte di Cristo.
L'opera
di Gesù è finita nella vita terrena, ma continua finché continua la storia,
combattendo contro le potenze nemiche dell'uomo: piena liberazione,
nell'annientamento di ciò che è contrario a Dio, il che è contemporaneamente
anche contrario all'uomo.
[In
Paolo, la "morte" è simbolo del peccato, dell'allontanamento da Dio].
Regno
di Dio & Regno del Padre: Cristo si rivolge tutto al
Padre, il Padre si rivolge tutto a noi per la mediazione del F.
"E
il suo regno non avrà fine": un'affermazione di Costantinopoli contro
Marcello di Ancyra (secondo il quale F e S esistono solo nell'economia
salvifica e poi vengono riassorbiti nella monade divina).
Coincidenza
tra ordine della salvezza e ordine della creazione: consegna del Regno e
sottomissione.
DIMENSIONE
ECCLESIOLOGICA
Secondo i PP il Regno che Gesù consegna al
Padre siamo noi stessi. Il Regno sono i salvati.
Sottomissione:
Gesù è sempre stato sottomesso al Padre: alla fine, oltre al capo, sarà
sottomesso anche il corpo: noi, la chiesa. Il singolo non può raggiungere la salvezza
se non è incorporato nella chiesa.
Prima
i "novissimi" erano troppo attenti al soggetto dell'individuo. MA
oggi la persona è relazione, è società. La pienezza della Chiesa è anche
pienezza del singolo che in essa partecipa. La salvezza del singolo non si
compie in modo privatistico, ma mediante Cristo e nel corpo di Cristo.
Il singolo & tutti gli altri (= il
Christus totus) arrivano alla pienezza: COMMUNIO SANCTORUM. Quando ci saremmo
tutti, ognuno si rallegrerà dell'altrui bene. Sinché non ci siamo tutti, la
felicità non è piena (Ilario di
Poitiers). Non ci è indifferente se il corpo di Cristo è completo o
meno.
DIMENSIONE
ANTROPOLOGICA
Nel NT la risurrezione è piena
partecipazione alla vita di Gesù risorto (1 Cor 15), risurrezione dei
salvati, risurrezione positiva (1 Cor, 15, 45-49).
Come
risorgeranno? La risposta non è fenomenologica, ma cristologica: dunamis,
aftarsia, doxa.
corpo psichico (anima 'animale': animato dall'anima)
corpo spirituale immateriale, = pieno del pneuma che è Dio,
lo Spirito Santo. Un corpo che non riceve vita dall'anima, ma dallo Spirito che
è il dono di Gesù risorto. (Questo è il senso dominante).
Ma la risurrezione è anche: i morti
risorgono e poi viene il giudizio di condanna o di salvezza. Una risurrezione
in senso 'neutrale'. (Ma non è il senso più pregnante).
COME
la risurrezione? "Stolto!", risponde Paolo. L'escatologia non può
essere descrittiva: risposta non fenomenologica ma cristologica.
QUANDO? # Le categorie temporali vanno semplicemente negate, non
potendo essere trasposte. Negando la successione temporale, rimaniamo
nelle categorie temporali, che si vogliono negare. Comunque il problema è
insolubile. La BB parla di pienezza finale (cf. Fil 1,23; e "oggi sarai
con me in paradiso") = essere con Gesù subito dopo la morte. Gesù consegnerà 'alla fine' perché
noi-Chiesa non siamo ancora completamente sottomessi al Padre.
DIMENSIONE
COSMICA
presenza di tute le dimensioni umane, perché
Gesù è il Signore di tutto, la materia è degna come lo spirito, perché tutto è
creazione di Dio. Non ha senso la distinzione, non ha senso la gerarchia.
La
storia umana ha valore definitivo grazie alla storia umana di Gesù, che è
diventata storia di Dio: il tempo storico ha acquistato consistenza in Dio [ NO reincarnazione, che è svalutazione della
nostra storia].
IL
GIUDIZIO
La parusia ha dimensione di giudizio: "per giudicare i vivi e i
morti".
Nella
manifestazione stessa di Gesù appare il giudizio. Criterio dell'uomo, centro del cosmo e della
storia è Gesù nella sua piena manifestazione si rivela la
chiave dell'uomo e appare il giudizio.
# giudizio personale alla morte + giudizio
finale-sociale.
contano gli elementi sostanziali al di là
delle categorie entro le quali diciamo la sostanza. E in Gesù non c'è un
'procedimento'.
Spesso attribuiamo a Dio giustizia e
misericordia, pensando che sono 'sopra' di lui. Ma Dio è la fonte della
giustizia e la fonte della misericordia. Non vi è subordinato, ne è la fonte.
IL
CIELO
Il
cielo è la piena comunione con il Padre, figli nel Figlio Gesù, per l'opera
dello Spirito Santo.
# visione dell'essenza divina
// Rahner:
c'è una significazione eterna anche dell'umanità di Gesù, mediatore: nella sua
risurrezione la sua umanità è entrata nella vita intratrinitaria, e con la sua
anche la nostra umanità: con differenze, ma anche con fortissime analogie.
Per
i PP, il Dio trino è quello che ha in se stesso lo spazio per inserirvi l'uomo.
Ireneo: "chi vede la luce,
la vede perché si trova nella
luce". Vedere
Dio ha significato nell'ambito di Dio.
-- salvezza della Chiesa
-- salvezza del singolo
* presente: la realtà presente ci apre al
futuro
* futuro: il futuro ci dischiude la realtà
presente
continuità & rottura nela croce del
Signore