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14. L'UOMO IMMAGINE DI DIO

"Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo" (GS 22). Perciò l'idea biblica della creazione dell'uomo ad immagine e somiglianza di Dio non può essere capita senza un riferimento a Cristo, la cui immagine siamo chiamati a portare (cf. 1 Cor 15,49; Rom 8,29). Nel rapporto a Dio mediato da Cristo si schiude il senso delle verità sull'uomo: la sua personalità irripetibile, la sua unità nella distinzione anima-corpo, il suo rapporto con gli altri uomini e con il mondo.

 

Questo rapporto dell'uomo con Dio mediato da Cristo è la verità fondamentale a partire dalla quale si dicono tutte le cose sull'uomo.

La definizione dell'uomo non è "prima" del rapporto con Dio: il rapporto con Dio invece determina l'essere dell'uomo.

GS 12: il primo concilio che parla in tali termini e recupera tale idea biblica fondamentale:

 

I. L'ANTICO TESTAMENTO

Gen 1,26.27

(In J troviamo elementi che coincidono con P:

     H centro attorno al quale Dio poi crea: il cosmo interessa meno

     Dio lo fa con le sue mani e poi gli dà il soffio di vita

     Il rapporto con Dio si lega al rapporto con gli altri: bisessualità/socialità

     dominio sul mondo e sulle cose)

IMMAGINE E SOMIGLIANZA

     # dominio dell'uomo sul mondo (Sal 8: tutto è posto sotto i suoi piedi)

     # nell'uomo c'è qualcosa di divino: l'uomo è chiamato ad esistere stando di fronte a Dio, in dialogo con lui (K. Westermann). Gen non dice che l'uomo-è-i.s., ma dice che Dio-creò-l'uomo-i.s.: è un'affermazione su Dio, immediatamente, non sull'uomo: c'è una qualifica nell'atto stesso di Dio. Dio crea in tutti i casi, ma rispetto all'uomo c'è univocità (non analogia): il creare-a-i.s. qualifica l'azione creatrice di Dio.

FACCIAMO

Plurale deliberativo: Dio ci pensa di più, riflette su se stesso

 

Gen 5,1ss

Adamo ha generato il figlio Set a sua i.s.

Dio ha creato. Ma c'è : tra Dio e l'uomo c'è rapporto analogo a quello tra padre e figlio.

 

I.S. fondamento del divieto d'omicidio

 

Sal 8 [ cf. Eb 2: interpretazione cristologica dei dati antropologici]

Sir 17,3: < uomo, dominatore del mondo

         "giorni contati", non si riferisce all'immortalità originaria

Sap 2,23s: l'uomo è creato per l'immortalità i.s. della natura divina

     IMMORTALITÀ: non semplicemente in senso biologico ma come partecipazione alla vita di Dio.

 

 

 II. IL NUOVO TESTAMENTO

: CRISTO È L'IMMAGINE DI DIO

2 Cor 4,4: non è Mosè che ha il velo, ma sono gli israeliti che non possono vedere Gesù: noi invece possiamo a volto scoperto vedere Gesù.

Col 1,15: l'immagine è legata all'incarnazione

L'UOMO È CHIAMATO A DIVENTARE IMMAGINE DI CRISTO NELLA VITA TERRENA & NELLA GLORIFICAZIONE

2 Cor 3,18: i cristiani che vedono Cristo e lo riflettono e diventano sempre più conformi alla sua immagine (eikwn)       per l'oggi

                        per l'escatologia

Rom 8,29: primogenito fra molti fratelli

1Cor 15,49: uomo di terra - uomo celeste / Gesù risorto: configurazione a Cristo risorto

Col 3,10: a immagine del creatore: tutti siamo uno im Cristo Gesù

1 Gv 3,2: omoioi: somiglianza

     [chi è il soggetto di "quando si manifesterà?"

     # "quando si manifesterà ciò che noi saremo , saremo simili a Dio perché lo vedremo come lui è"

     # in 2,28 le stesse parole -ean fanerwqh- sono usate in riferimento alla manifestazione di Gesù anche in 3,2 è così: "quando apparirà Gesù saremo simili a Gesù perché lo vedremo nella gloria della sua divinità"

     entrambe le interpretazioni (cristo- e teo-centrica) sono possibili

nel N.T.    -- impostazione cristologica

         -- impostazione escatologica

         -- NO affermazioni protologiche: rimane aperto il dato (ecz. I e II Adamo)

(MA dalle affermazioni escatologiche si può interpretare la protologia: PP)

 

 

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III. I PADRI

 

Gen 1,26: fare: astratto

Gen 2,7: formare, plasmare: concreto

 

PP¹ fare e formare separati: doppia creazione: l'anima astratta & il corpo plasmato

Filone d'Alessandria

     fare: il nous, l'anima superiore che ha poi un riflesso nell'anima di tutti gli uomini

     Gen 1,26: nous: è l'uomo generico, l'uomo del nous, l'uomo dello spirito senza distinzione sessuale. * l'immagine di Dio è nell'anima superiore, nel nous, che è il riflesso del nous universale, del Logos: uomo celeste

     Gen 2,7: corpo: è l'uomo corporeo. * il corpo non partecipa dell'immagine divina: uomo terrestre: l'anima non ha parte della sostanza corruttibile

Scuola d'Alessandria: il Logos non è il nous universale, ma il Figlio

Clemente d'Alessandria

     è il Logos ma non in quanto incarnato, in quanto preesistente (Pl)

     immagine di Dio è il Verbo, immagine del Verbo è l'uomo, il vero uomo, cioè il nous che è nell'uomo, che con l'intelligenza ed il cuore si fa simile alla divina somma ragione che è il Verbo.

     L'uomo è immagine di Dio in quanto razionale: l'uomo interiore, invisibile, incorruttibile, immortale.

     L'uomo fatto secondo l'immagine è il Logos:    l'uomo non è imago

                                      ma secundum imaginem

 

PP² fare e formare uniti: creazione unica

     Si tratta di interpretare l'astratto a partire dal concreto.

     Fare è generico, vale per tutto = Dio ha plasmato: il concreto interpreta l'astratto

Dio ha formato l'uomo secondo la sua immagine: quel che è astratto in Gen 1,26

                                          è concreto in Gen 2,7

Clemente Romano I,23: plasmato come impronta della sua immagine

(Giustino), De resurrectione, 7.8

     l'uomo in quanto plasmato ad immagine di Dio era anche carnale; è assurdo dire che la carne modellata da Dio secondo la propria immagine è vile e senza valore: vale, perché è stata plasmata da Dio secondo la propria immagine. La risurrezione fa riferimento a tutto l'uomo e a cl corpo, che dunque in quanto santo è chiamato a rinascere.

Ireneo, Adversus haereses, 3,22,3

     il Verbo ha prefigurato in Adamo l'umanità di cui si sarebbe rivestito. Poiché preesisteva il Salvatore, doveva venire ad esistere colui che doveva essere salvato, affinché il Salvatore non fosse inutile.

     [Il Verbo è la capacità che il P ha di uscire fuori di sé]

     [salvezza > redenzione]

     Adamo, figura di Cristo

Tertulliano, De carnis resurrectione, Adversus Praxeam, 12,3-4

     Ciò che si esprimeva nel fango, si pensava già a Cristo: il fango che rivestiva l'immagine di Christus futurus in carne, non erat opus tantum sed pignus, garanzia dell'incarnazione futura.

     Il F che doveva essere l'uomo certior et verior. L'uomo che doveva formare dal fango della terra è l'immagine-e-somiglianza del vero: l'uomo è uomo in quanto è immagine del vero.

 

In questa seconda linea, con la concezione più ampia di salvezza-sotheria, si collegano meglio protologia ed escatologia in chiave cristologica.

     Immagine di Dio qui non è soltanto l'anima ma anche il corpo, perché punto di riferimento è Gesù, il Verbo incarnato, anzi il Verbo glorificato.

     IMMAGINE: vocazione fondamentale, configurazione ontologica [statica] dell'essere umano. **non si può perdere (catt. prot.: "si perde")

     SOMIGLIANZA: da sviluppare [dinamica]: concreta assimilazione a Gesù, realizzazione della vocazione. **si perde col peccato

 

 

 

IV. SVILUPPI ULTERIORI

Arianesimo forzatura sull'unità, marginalizzazione dell'articolazione trinitaria per evitare il subordinazionismo

Antiarianesimo: Gen 1,26s: a nostra immagine e somiglianza = del P del F dello S: l'uomo è immagine di tutta la Trinità ( perso l'accento cristologico)

Agostino: l'anima umana è immagine della Trinità, non del Verbo ( scompare il riferimento all'incarnazione) l'essenza divina è unica [mens-notitia-amor: memoria-intelligenza-volontà]. Il corpo ha soltanto vestigia, e comunque è buono.

Tommaso: =: l'anima -in quanto ama il suo Creatore- diventa sempre più sua immagine [accentuata l'unità più della Trinità]

# IMMAGINE-SOMIGLIANZA perché abbiamo l'anima immortale

 

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V. IL VATICANO II (GS12)

Non più anima corpo: l'uomo (non l'anima) è immagine di Dio

     *perché capace di conoscere ed amare il Creatore [c'entra il corpo]

     *perché chiamato a dominare la creazione [c'entra il corpo]

     *perché proiettato in dimensione sociale [c'entra la Chiesa]

-- Rom 5,14: Adamo figura di Cristo

--Tertulliano: nel fango si alludeva a Cristo

L'immagine-somiglianza è in rapporto a Cristo, Dominatore della creazione ( ecologia, giustizia sociale)

     Nel formare il corpo di Cristo, si forma la Chiesa, che è l'immagine della Trinità: nell'unione attorno a Cristo, nello S, si realizza l'immagine della Trinità.

     L'uomo creato per essere come Gesù e per partecipare al suo rapporto con Dio, ha una vocazione all'immortalità, è persona, è irripetibile per Dio: ogni uomo è amato nell'amore con cui Dio ama Gesù.

c'è solo una vocazione, quella in Cristo.

anima immortale, non finisce in questo mondo: come c'è questa vocazione, così c'è nell'uomo una struttura corrispondente a tale vocazione.

     immortalità   rapporto con Dio

              persona in senso globale

distinzione ma non separazione tra mondo naturale e soprannaturale: prima l'unità, poi la distinzione.

   non tutto sull'uomo ci viene detto in Gesù

     ma tutto deve essere reinterpretato alla luce di Gesù

punto di partenza è l'uomo concretamente esistente (non l'ipotesi dell'uomo naturale, non il "potrebbe Dio...")

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