Teologia (Approfondimento)
Tutela (Approfondimento)
Siano soprattutto dirette, ovvero gravino sui consumi e sui beni di
lusso.
Il tatuaggio è una ipoteca
sul futuro e sulla libertà dell'uomo, oggetti e rappresentazioni più strane e
molto spesso diaboliche tendenti a stupire od asservire. Chi estende per tutto
il corpo o per parti significative di esso un tatuaggio esprime la propria
miseria spirituale. Questo è un vero atto di idolatria e di lussuria altamente
offensivo della dignità dell’uomo. Nel corso della vita ci si può convertire e
santificare ma non si possono più cancellare i segni del proprio asservimento
allo spirito del male. Troviamo quasi sempre il culto dell’orrido e molto
raramente quello del bello. Tecniche surrogatizzie di un vuoto interiore e di
una incertezza esistenziale che non riuscendo a sopportarsi sfociano in un
facile quanto sbrigativo riempimento di spiritualità negativa. La manipolazione
indelebile della propria pelle equivale molto spesso ad una condanna senza
appello, ad un portare con se espressioni che con il tempo e con esperienze di
illuminazione non si possono più rinnegare. Usare la propria pelle come un
semplice pezzo di carta, porta ad una riduzione delle potenzialità espressive e
ad una decurtazione di dignità. L'esprimere un solo ed indelebile messaggio impedisce
in futuro di esprimerne un'altro. Viene quindi a negarsi il fondamentale
requisito della crescita umana e della sua evoluzione. Quello che può essere
moralmente consentito, ma tuttavia mai consigliato, è la possibilità un qualche
piccolissimo tatuaggio che inequivocabilmente ed oggettivamente sia simbolo di
bellezza e amore.
RESTITUIRE
LA POLITICA AL POPOLO:(Messaggio dell’Avv. Oscar Lojodice responsabile
provinciale per la formazione quadri dirigenti) Da pochi giorni si è chiuso un
anno dannoso per il nostro Paese e per tutti gli italiani. La mancanza di un
governo autenticamente politico, ...il Palazzo si è allontanato di nuovo dalla
gente e tante persone che avevano creduto con il proprio voto e spesso con il
proprio nuovo impegno in politica di poter contare veramente, hanno visto
andare in frantumi ogni speranza. Ad osservatori politici attenti si è reso
sempre più evidente il progetto di allontanare la gente dalla politica per
consentire ai "tecnici" di governare senza essere costretti alla
verifica del consenso; ...In tale prospettiva non deve essere scambiata per
capacità politica una miope abilità a manovrare, rifiutando ciò che provoca
contrapposizione, in quanto tutto ciò è la negazione della politica. Al
contrario il ritorno alla politica deve riconoscere l'esistenza di differenze
tra i diversi progetti, tra le diverse scelte, tra le diverse concezioni
dell'uomo, della società e dello Stato, combattendo contro ogni forma di
pseudo-politica che oggi sembra imperare. Le tesi politiche, poste a fondamento
della nascita del movimento politico di Alleanza Nazionale, sono state
approvate a Fiuggi e valutate con positiva attenzione dall'intera stampa
nazionale ed internazionale, oltrechè
dall'intera base del partito e dei suoi simpatizzanti. Radice fondamentale
della nostra identità politica e culturale è la vocazione di Alleanza
Nazionale, a porsi come garante sociale nell'ambito del Polo della
Libertà,...dobbiamo essere attenti alle esigenze del mercato, ma dobbiamo
essere sensibili alle aspettative dei ceti più deboli che, in questo momento
come non mai, si presentano come vere e proprie emergenze in quasi tutte le
aree del nostro Paese... Se infatti l'obiettivo di fondo per il quale siamo
nati rimane l'affermazione dei valori della spiritualità, di una concezione del
mondo organica contrapposta alle ideologie materialiste, come sancito sin dalle
prime espressioni del nostro Statuto che, all'art. 1 dice che: "Alleanza
Nazionale è un movimento politico che ha il fine di garantire la dignità
spirituale e le aspirazioni economiche e sociali del popolo italiano, nel
rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, nella coerenza
con i valori della libertà personale e di solidarietà generale, nella costante
adesione ai principi democratici ed alle regole delle istituzioni
rappresentative; se è vero questo e vi crediamo realmente, dobbiamo riconoscere
che è proprio attraverso la cultura che si può ricostruire quella coscienza del
nostro popolo che negli ultimi decenni si è andato perdendo, smarrendo ogni
identità ed appartenenza. Se accoglieremo caraggiosamente la sfida culturale,
riusciremo a riaffermare un nostro ruolo di forza politica lider...PROPOSTE ED
OSSERVAZIONI, AL FINE DI CONCORRERE ALLA ELABORAZIONE DELLE LINEE POLITICHE:
Quale conseguenza immediata della "fine delle ideologie", tra gli
uomini politici si è diffusa la paura di usare termini concettuli precisi,
sviluppandosi di conseguenza l'abitudine a riferirsi a "contenitori",
piuttosto che a "contenuti". Attualmente assistiamo al fenomeno
politico della proclamata "fine delle ideologie" alla quale non segue
il realizzarsi della fine di "comportamenti ideologici"; infatti,
oggi da nessuno viene usato il termine di "tecnocrazia", ma da tutti
è usata senza difficoltà l'espressione "governo di tecnici". E'
doveroso smascherare il progetto politico sottostante ad un "governo dei
tecnici" che, ben lontano dall'essere provvisorio, in teoria sembra legare
la propria durata a quella del mandato presidenziale di Oscar Luigi Scalfaro.
L'attuale "governo dei tecnici" è stato proposto agli italiani come
governo di transizione tra il governo politico di Berlusconi ed il prossimo
governo politico; ma, se rammentiamo che prima del governo politico dell'On.
Silvio Berlusconi, la Repubblica Italiana è stata governata dall'aprile del
1993 al maggio del 1994 dal "governo tecnico" del governatore della
Banca D'Italia Dr. Carlo Azelio Ciampi, sorge spontanea la riflessione: non
sarà forse il breve governo "politico" del Polo ad essere stato di
"transizione" tra i due governi tecnici guidati dai due
"dipendenti" della Banca D'Italia? A tal proposito dobbiamo
evidenziare il sostegno ricevuto dall'attuale "governo tecnico" dalle
forze di centro-sinistra e rende necessaria una precisazione sulla "ideologia
tecnocratica", la voce "tecnocrazia" del dizionario di politica
(ediz. UTET Torino 1966): "...Sono - oltre la preminenza dell'efficienza e
della competenza - la concezione della politica come regno dell'incompetenza,
della corruzione e del particolarismo, il tema del disinteresse delle masse nei
confronti della res publica con conseguente professionalizzazione del
decision-making, la tesi del declino delle ideologie politiche e la
costituzione di una sorta di Koinè tecnologica"...Anche tra l'Ulivo si
affermano due linee di pensiero che, anche se non possono essere definite
tecnocratiche, seguono itinerari diversi con identica meta; tali linee di
pensiero possono essere indicate come "pensiero debole" e
"relativismo". In entrambi i casi si nega l'esistenza di valori
assoluti e si lotta contro ogni possibile affermazione sociale e pubblica di
valori assoluti. Ed è proprio per la coincidenza di obiettivi della ideologia
tecnocratica con il relativismo ed il
pensiero debole che il "governo dei tecnici" ha trovato
fortissimo consenso nel campo dell'Ulivo...
Dobbiamo
ripetere continuamente agli Italiani che oggi non è sospesa la democrazia, ma è
sospesa la politica; un governo tecnico ha come finalità la riduzione della
politica ad amministrazione. Sulla base di queste premesse pertanto,
restituiamo ai politici il ruolo di guida che gli compete. Con questa
rivalutazione della politica, non si intende accettare il motto gramsciano
"tutto è politica", ma si intende affermare che non tutto è tecnica,
economia e soprattutto, finanza". (Avv. Oscar Lojodice -BA- 7/1/96)
Quante
persone per sfuggire alla noia del loro egoismo e della loro miopia, perdono il
tempo della loro breve esistenza di fronte alla televisione.
Quanti
teledipendenti sterili e impotenti! Sepolcri imbiancati, esseri miseri, se non
parassiti certamente inutili sul piano della concretezza storica.
Buoni
a nulla, opportunisti, parassiti, inebriati e drogati dal fumo di una realtà
virtuale, artefatta e preconfezionata.
Miserabili
teledipendenti il mondo vi muore tra le mani ma voi non ve ne potete accorgere
perché siete già morti.
E’
possibile conservare la fiducia e superare le incertezze e le fatiche
dell'esistenza?
Potenti
e sempre meno controllabili sono le risorse che l'umanità si trova a
disposizione. Il degrado ambientale e lo sperpero delle risorse naturali, ci
avvertono che il pianeta terra avrà un futuro solo se verrà riconosciuta la
centralità della persona umana e se ci saranno uomini capaci di dominare i
processi della vita personale e sociale, nella direzione dello sviluppo umano
pieno e totale.
Si
tratta di realizzare un'umanità nuova. Si tratta di capire che il futuro è
legato alla scelta dell'educazione. Ma anche il meccanismo più sofisticato può
incepparsi e degenerare se non viene usato da persone ad alta tensione morale e
con una forte passione per l'uomo e per il suo destino interiore.
LA VENUTA DEL REGNO DI DIO, è
in parte raffigurata dall'incarnazione temporale e relativa della teocrazia
politica (da non confondere con la clericocrazia), ovvero il primato dello
spirito e della libertà... La speranza di salvezza equivale ad una estensione
dello SHALOM escatologico, inizio di una nuova era, l'uomo non si può dare la
salvezza da se stesso a motivo di troppe forze e potenze ostili: interne,
esterne e spirituali.
Ma
Dio è Signore della storia e del cosmo, non solo dell'eternità, è il più vero
progetto di amore e di salvezza che si possa concretare, quindi è normale il
riconoscimento della sovranità di Dio nella storia.
Il
terzo millennio è il nuovo eone nella trascendenza, esperienza di salvezza di
cui si attende il compimento futuro. Regno TEOLOGICO impostato sul 1°
comandamento: "Non avrai altro
Dio all'infuori di me".
Il
mondo da sé non vale nulla, e questo semplicemente perché è da Dio.
L'adempimento
della speranza umana di salvezza non può attuarsi senza di Lui. Ma occorre
essere "Poveri", "i ricchi" cercano di strumentalizzare e
monetizzare tutto, anche Dio. Per questo l'esercizio di una pratica religiosa
di per se non è indicativa di positività. I "Poveri" non donano, non
legano il proprio cuore a nulla di impuro, non si compromettono a nessun
surrogato. Si aspettano nulla da niente e tutto da Dio, perché solo Dio è vero
ed è Padre. Questo non lo comprendono gli uomini orgogliosi ed
"autosufficienti", la loro mente è ormai ottusa, i loro occhi sono
pieni di fango, occorre cioè non costruire il fondamento della propria vita
sulle prestazioni. Se Dio è Padre solo chi ha l'animo semplice e libero dei
bambini lo percepisce e lo deve percepire necessariamente perché Dio è vicino
all'uomo e lo ama, questo Dio vivente, libero, liberatore ed amante. La sua
liberazione, cioè il suo offrire la libertà è autentica, senza ambiguità, vera
e per questo terribile. Dio spera che ottenendo la vera e piena libertà l'uomo
la utilizzi per amare. Solo così l'uomo può ottenere il trionfo sulle potenze
demoniache. Il vero amore può realizzarsi solo nella vera libertà, l'amore è il
senso dell'essere ed è più forte del male.
La
teologia é l’unico approccio serio del metodo scientifico, ovvero rende
fruibili e onestamente attuative tutte le altre discipline.
Anche soltanto dal punto di vista laico o
ateo, se non partiamo da una scienza o da una teologia della trascendenza ai
valori assoluti e universali operiamo una deformazione di tutto il sapere
scientifico che distorce il suo vero orientamento.
Principio
di identità e di civiltà.
Tutto
il controllo delle funzioni umane deve essere territoriale, ma con una
relazione nazionale e soprannazionale.
No
alla secessione, si al decentramento di tutte le funzioni amministrative e di
governo.
Non
solo una regione o una provincia o un comune, ma anche un quartiere può aver
diritto al decentramento istituzionale e amministrativo.
E'
giusto moralmente uccidere il tiranno! E’ legittima difesa la soppressione di
una vita COLPEVOLE per preservarne un'altra innocente. Allora è giusto uccidere
tutti i satanisti, essi con lucida razionalità perseguono il male per
eccellenza.
Famiglia Domani chiede il sequestro del film blasfemo "Totò che visse due volte.”
Se vogliamo ridere, ridiamo pure, ma dal punto di vista
morale, per quando possa sembrare innocente rispetto a certe produzioni
cinematografiche recenti, molti film di Totò, mostrano lacune morali.
Tutti
gli uffici, devono essere spostati fuori città, come la zona artigianale e come
le scuole superiori.
I
negozi non devono avere la concessione all’esercizio se non hanno un parcheggio
dedicato e riservato.
Il
traffico é assurdo e mostra solo il fallimento di una civiltà a livello di
barbarie, una falsa civiltà.
La
città é per i cittadini. Gli uffici ivi presenti siano demoliti e si
costruiscano giardini.
Chi
costruisce un tranello, in esso cadrà!
Se
a questa punizione sfuggirà subito, prima o poi la subirà.
Se
non lui in questo mondo certamente i suoi figli.
CRD
526101 Approvato dal Senato Il d.d.l. sulla "donazione" presunta
di organi. Presenti in aula pochissimi votanti, il 30 aprile 1997 il Senato
ha approvato un nuovo disegno di legge per la “donazione” di organi a scopo di
trapianto, che ora dovrà passare all'esame della Camera. Rispetto al vecchio
DDL, approvato dal Senato nella passata legislatura, questo nuovo testo
rinuncia al meccanismo del “silenzio-assenso” preferendogli quello più diretto
del "consenso presunto". Il testo, modificando la tuttora vigente
legge n. 644 del 2 dicembre 1975, prevede che sulla tessera sanitaria personale
di tutti i cittadini italiani venga inserito un segnale che indichi se si è
donatori o meno. Chi però non avrà dichiarato espressamente la propria volontà,
verrà considerato donatore a tutti gli effetti, per ciò scatterà il meccanismo
automatico del "silenzio-assenso". Infatti, come recita il testo
approvato, "successivamente al
raggiungimento della maggiore età, tutti i soggetti che abbiano la capacità di
agire sono invitati (...) a dichiarare la propria volontà, favorevole o contraria,
in ordine alla donazione di organi e tessuti del proprio corpo, (...) e vengono
informati che, qualora non esprimeranno alcuna volontà, saranno considerati non
contrari al prelievo di organi a scopo di trapianto terapeutico"(art. 2,
c. 2). In seguito a questo accertamento, è
consentito procedere al prelievo quando, dai documenti personali, (...) risulti
che il soggett0, avente la capacità di agire, sia stato invitato a dichiarare
la propria volontà e non abbia manifestato volontà contrada. Qualora dalla
registrazione o dai documenti personali (...) non risulti che il soggetto sia
stato invitato a dichiarare la propria volontà, il prelievo è consentito, salvo
che (...) sia stata manifestata opposizione da parte del coniuge non separato o
del convivente more uxorio del soggetto defunto, o, in mancanza, dei figli
maggiori di età o, in mancanza di questi ultimi dei genitori" (art.2,
c.3). Solo in questo raro caso i parenti potranno avere voce in capitolo: nello
stretto lasso di tempo che precede l'accertamento della "morte
cerebrale", essi "possono (...) presentare l'eventuale dichiarazione
di volontà contraria del loro congiunto, di cui siano in possesso" (art.
2,c.4).
CR
526/02 La lettera di "Famiglia Domani" ai senatori. Appena
avuta notizia della proposizione, da parte del Comitato ristretto della Sanità,
del nuovo disegno di legge sul problema del "prelievo degli organi",
il presidente dell'Associazione Famiglia Domani, M.se Luigi Coda Nunziante, era
immediatamente intervenuto inviando una lettera ai senatori delle Commissioni
Giustizia e Sanità del Senato (cfr. CR 515102,15 febbraio 1997), che riportiamo
di seguito nella sua versione integrale. "Egregio Senatore, come forse
Ella saprà, il 29 gennaio scorso il Comitato ristretto della Sanità, in seno
alla XII Commissione del Senato, ha proposto un disegno di legge sul problema
del "prelievo degli organi”, riunificando i testi precedenti. Rispetto al
vecchio DDL approvato dal Senato nella passata legislatura, questo nuovo testo
rinuncia all'ipocrito meccanismo del "silenzio-assenso" preferendogli
quello più diretto del "consenso presunto". Comunque sia, questa
procedura ci sembra più liberticida della precedente, per cui il testo proposto
risulta moralmente inaccettabile, in quanto contrario alla dignità e alla
libertà della persona umana e pericoloso per la nostra società.(17 magg. 1997,
n. 526 Corrispondenza romana)Esso
infatti, destina per regola i corpi umani al prelievo a scopo di trapianto,
concedendo quindi allo Stato una sorta di diritto di possesso e di
manipolazione del corpo (art.2, c.2), sia pure per presunti scopi umanitari,
che non può essere ammesso in coscienza, e che in particolare è contrario al
diritto naturale ed alla dottrina sociale della Chiesa. Nel testo proposto,
l'unica possibilità concessa al cittadino di salvare il diritto naturale di
proprietà che ha sul suo stesso corpo, viene limitata alla mera possibilità di
sottrarsi al prelievo negando esplicitamente il proprio assenso. Il diritto dei
parenti del defunto a decidere sulla destinazione del suo corpo viene ristretto
alla sola possibilità di presentare, entro ristretti limiti di tempo, un testo
che documenti che il loro congiunto era contrario a diventare fornitore di
organi di ricambio (art.2, c.4). Come sopra detto, questo testo, a differenza
del precedente, non si ispira espressamente al principio del
"silenzio-assenso", che criticammo in una nostra passata
"memoria" consegnata alla Commissione competente. Di fatto, però,
esso giunge alle stesse conseguenze, stabilendo che il corpo del
"defunto" (o presunto tale) deve essere a disposizione dell'autorità
sanitaria allo scopo di prelevarne gli organi utilizzabili. Con ciò, si afferma
implicitamente il principio secondo cui lo Stato è padrone dei corpi dei
cittadini; questa sovranità viene limitata solo da una esplicita resistenza da
parte del candidato all'espianto, il quale paradossalmente deve riaffermare per
propria iniziativa, in faccia alle autorità, quel diritto che dovrebbe invece
venirgli garantito per regola dalla legge. Insomma, la "donazione di
organi" a scopi umanitari diviene qui "prelievo di Stato"
imposto mediante un automatismo giuridico. Abbiamo seri motivi di temere che
questa prospettiva non faciliterà certo la autentica donazione di organi, che
deve essere spontanea e non indotta, ma sancirà l'esproprio statale dei corpi
umani, a tutto vantaggio dei vari "sperimentatori" e a tutto danno
del cittadino comune, costretto a diventare "donatore" suo malgrado e
spesso senza nemmeno saperlo. Ci rivolgiamo quindi a Lei, egregio Senatore, per
segnalarLe questa mostruosità giuridica e morale, che rischia di trasformare la
Sanità italiana, già tanto malfamata, in un macabro centro di rifornimento di
organi da trapianto. Se possiamo permetterci un suggerimento, un disegno di
legge che voglia regolamentare una materia così delicata in modo serio e
conformemente al diritto naturale, non potrà prescindere da questi punti
irrinunciabili:
a) il cittadino ha diritto a disporre della
destinazione del proprio corpo; b) lo
Stato non può prelevare gli organi dei cittadini che non abbiano esplicitamente
manifestato il loro chiaro assenso all'espianto; c) un'autentica donazione di organi deve essere espressione del
consenso esplicito del donatore; d) nel caso che il cittadino sia stato impossibilitato
ad esprimere la propria scelta, la decisione finale spetta ai parenti, non allo
Stato. Nella speranza di averLe fornito elementi validi di giudizio, e
nell'attesa di conoscere un Suo parere in merito, La saluto cordialmente".
CR
468/07 "ACCANIMENTO
TERAPEUTiCO": ragazza in corna si salva dalla morte all'ultimo istante:
Miss. G. 20 anni, in coma da più di un anno in un ospedale di Leeds in seguito
a un incidente automobilistico che le ha procurato gravi lesioni cerebrali, è
riuscita ad evitare in extremis la sua condanna a morte. La ragazza, infatti, non aveva mai dato segno di
poter uscire dal coma e i medici, d'accordo con la famiglia, avevano deciso di
avviare le procedure di legge contro quello che sembrava un inutile accanimento
terapeutico. In Inghilterra l'eutanasia non è riconosciuta in alcuna forma e
per evitare di essere incriminati i medici devono quindi ottenere il consenso
del magistrato. Tre medici e la madre della ragazza hanno firmato i documenti
necessari e l'avvocatura di Stato ha disposto un accertamento a norma di legge
da parte di due psicologi che, nonostante le condizioni, devono creare un
contatto con il paziente. I medici hanno quindi posto un pulsante elettronico
sotto le dita della ragazza con il quale la stessa avrebbe risposto, con
l'accensione di una luce, alle domande dei medici. Dopo l'installazione del
congegno è iniziato un vero e proprio colloquio tra gli psicologi e la ragazza,
che mostrava di capire benissimo in quale situazione si trovasse e indicava in
modo altrettanto chiaro di non voler morire. La richiesta al Tribunale di
"staccare la spina" è stata quindi ritirata. “Questa vicenda - ha commentato Keith Andrews, specialista nella
cura di pazienti con lesioni celebrali -
dimostra quanto sia difficile in
tali casi una diagnosi corretta e con quale attenzione si debba evitare di dare
certe cose per scontate: per esempio se il paziente sia incapace di rispondere
unicamente perchè non siamo stati capaci di comunicare con lui?” (cfr. La
Stampa, 8 gennaio 1996). (CEI
468/07/GA)
-CULTURA
DELLA DONAZIONE: I TRAPIANTI-
Donare
i propri organi è un grande atto d’amore. Il dono però non può essere imposto,
non può essere comprato. Si, ad una cultura della donazione, no, ad una cultura
della imposizione. La solidarietà non può essere ad ampio spettro, non può
imporsi coercitivamente, almeno che non si scambi la solidarietà per quel
collettivismo di stampo marxista che include la disponibilità della vita delle
persone. Infatti nella donazione degli organi, gli stessi devono essere vivi,
per questo vi è tanta reticenza alla donazione degli organi. La ragione ultima
della diffidenza sta nel fatto che il donatore teme di essere espiantato da
vivo, timore non del tutto infondato stando a clamorose notizie della cronaca
di risvegli dopo anni di coma irreversibile e che dire poi della morte
apparente? Casi puramente naturali di risveglio, di “ritorno” alla vita di
persone che presentavano tutte le caratteristiche della vera morte come:
assenza di pulsazioni, mancanza assoluta di sensibilità e di coscienza,
mancanza assoluta di onde cerebrali, di movimenti muscolari e di movimenti
cardiaci, con la conseguente rigidità cadaverica. Questo dimostra che fra il
momento della morte apparente e l’istante in cui essa avviene realmente, esiste
sempre un periodo di tempo, più o meno lungo, di vita latente. Non voglio
offrire delle allarmarti statistiche sulle vittime delle morti apparenti, per
non fare quì dell’inutile terrorismo psicologico, ma consiglio ai parenti dei
morenti, soprattutto se prematuri, di trattenere il corpo del congiunto fin
tanto che compaiano i segni inconfutabili della putrefazione, unica garanzia
certa di morte. Quale che sia il momento della morte, un dato è certo, la vita
di un uomo non è legata alla esplicitazione delle sue funzioni vitali. Ma
vitali devono essere gli organi da trapiantare! Allora educhiamoci pure alla
cultura della donazione comprendendo che esiste una remota possibilità che mi
si possano espiantare gli organi da vivo. Così coscientemente, consapevolmente
e liberamente so di poter avere remote possibilità di essere ancora in vita,
nel qual caso remoto offrirei la mia vita in un estremo atto d’amore per
l’altrui felicità. Questo atto d’amore mi apre le porte del Paradiso. Ci sono però altre remore di tipo
legale-strutturale-organizzativo. L’AIDO come associazione di volontariato a
favore della donazione degli organi in Italia è meritoria ma non esaustiva
delle garanzie spettanti al cittadino donatore. Il problema di cadere tra le
mani di operatori sanitari con una impostazione filosofica materialista è
reale. Può essere reale vedersi trattati come oggetti in vita da medici e
figurarsi come potremmo essere trattati come oggetti dopo morte.
Criteri
per la donazione degli organi:
1-
occorre la presenza di due psicologi che tentino un qualche contatto con
il donatore,(finchè non ci sono i
sintomi inequivocabili della putrefazione dobbiamo parlare di persona donante
che offre la sua vita per amore ad altri esseri umani),
2-
occorre la presenza di un componente dell’associazione a cui l’offerente
donatore si è iscritto,
3-
occorre un rappresentante della religione a cui il donatore appartiene,
4-
occorre un rappresentante della famiglia, oltre ovviamente ai medici della struttura ospedaliera.
Quando
questo comitato dà responso positivo all’unanimità, solo allora si deve
procedere all’espianto.
Solo
con queste modalità potrà rendersi capillare, rispettosa ed umana la cultura
della donazione.
Solo
con queste modalità accetterò di
divenire donatore.
TRAPIANTISMO: intervento chiarificatore di
"Famiglia Domani". "Il disegno di legge sul consenso alla
donazione di organi, approvato il 29 gennaio 1997 dal Comitato ristretto (XII
Commissione) del Senato della Repubblica, modifica in senso ulteriormente permissivo
la vigente legge n. 644 del 2 dicembre 1915, e quindi appare illecito sia
moralmente che giuridicamente.
Le
obiezioni più importanti che ci sembra vadano sollevate sono le seguenti: il
testo stabilisce infatti che "E' consentito il prelievo da cadavere di
organi e tessuti a scopo terapeutico, salvo che il soggetto in vita abbia
esplicitamente negato il proprio assenso"
(art.2, e.2).
Con
questa formulazione, s'insinua che l'individuo non abbia diritto di disporre
del proprio corpo (...); questo diritto apparterrebbe infatti allo Stato, o
perlomeno alla collettività, che potrebbe destinare i corpi umani a scopi di
“utilità pubblica”; (...) per cui si dovrebbe parlare in tal caso non di
"donazione di organi", bensì di esproprio statale di corpi (...).
Inoltre,
la normativa proposta viola la (tanto decantata) regola della parcondicio.
Da
una parte, infatti, il cittadino che vorrà donare gli organi avrà piena
garanzia che la sua scelta venga rispettata, in quanto non potrà essere
contrastata nemmeno dai propri familiari; dall'altra, invece, il cittadino che
non intende donarli sarà privo di adeguata garanzia, in quanto basterà che (per
un qualche motivo) non possa o voglia pronunciarsi espressamente, perché il suo
corpo venga automaticamente destinato al prelievo. (...). Questa procedura
prevaricatrice non può essere in alcun modo giustificata per il mero fatto di
essere preparata da una capillare opera d'informazione.
La
corretta opera d'informazione sul tema dei trapianti, infatti, viene ostacolata
proprio dal metodo del "consenso presunto", che: impedisce la
corretta informazione del cittadino, al quale verranno esposte solo le ragioni
della donazione di organi, mentre probabilmente gli verranno slealmente
nascoste le opposte ragioni (morali, giuridiche, sanitarie), non meno valide,
che evidenziano gli oggettivi pericoli provocati dalla vigente procedura per
l'espianto (morte presunta, morte anticipata, predazione di organi, profanazione
di cadaveri, etc.); impedisce quindi che il cittadino possa fare una scelta
veramente consapevole e responsabile sulla destinazione del proprio corpo, dato
che punta non tanto sul convincimento del singolo, quanto sulla sua
disattenzione o pigrizia o ignoranza; ad esempio, non può certo essere definita
una decisione consapevole e responsabile quella che verrà presa dalle numerose
persone che, per vari motivi (ignoranza, superficialità, spensieratezza
giovanile, disinteresse, fastidio burocratico, scaramanzia, labilità
psicologica, ecc.) non si pronunceranno sulla questione della destinazione del
proprio corpo, e che pertanto diventeranno automaticamente candidati al
prelievo; (...) A questo punto appare evidente che l'automatismo del
"consenso presunto" è stato fatto apposta per rendere ancor più
permissiva la già inquietante procedura del prelievo di organi prevista dalla
vigente legge sui trapianti (...). La verifica di questo sospetto è presto
fatta: la "emergenza-trapianti" riguarda solo poche migliaia di
malati; per risolverla, quindi, basterebbe un'efficace e capillare campagna di
sensibilizzazione che convincesse molte persone a proporsi (esplicitamente e
per scritto) come donatori. (...) Non sarà che questa procedura mira in realtà
a garantire una massiccia disponibilità non solo di organi ma anche di corpi
umani da destinare alla sperimentazione medica ed alla manipolazione genetica,
e magari anche ad un turpe commercio?". (CR 51 5/02/BGQ7)(15febbraio1997,
n. 515 Corrispondenza romana)
CR
515103 TRAPIANTISMO: ulteriore,
inquietante, passo avanti nella definizione di morte: Le perplessità
espresse da Famiglia Domani e da altre associazioni e personalità sul
trapiantismo (cfr. CR 515/01-02), trovano puntuale riscontro in una nuova
proposta, ancora più avanzata, di definizione del concetto di morte, elaborata
dal prof. David Powner, dell'Università di Pittsburg, dalle colonne
dell'autorevole pubblicazione scientifica The Lancet. Fino al secolo scorso, la
definizione di morte coincideva con il cessare del battito cardiaco e del
respiro. Successivamente, con la legge n. 578 del 29 dicembre 1993, in Italia è
stata identificata con lo spegnersi dell'attività del cervello. Ora, con la
proposta del prof. Powner si compie un ulteriore, inquietante, passo avanti: la
definizione di morte non deve riguardare il cervello nel suo complesso, ma
soltanto la perdita delle funzioni superiori. “vale a dire - si legge
sull'organo della Federazione dei Medici di Medicina Generale, Avvenire Medico,
dicembre 1986 - che devono essere considerati morti coloro che non potranno più
riacquistare la coscienza di sé e dell'ambiente, nonostante respirino, abbiano
movimenti riflessi inconsapevoli e il midollo allungato intatto' "La nuova
definizione proposta - si legge ancora su Avvenire Medico - t'apre, in modo
ancora più drammatico, il dibattito sulle condizioni di chi è in stato di coma,
ma lo stesso autore ritiene la questione così complessa che, per il momento,
preferisce non assumersi responsabilità e propone che sia la persona a scegliere,
in una condizione di pieno benessere psico-fisico, attraverso una dichiarazione
scritta, quale ritiene più giusta fra le diverse definizioni di morte,
comprendendo tra le varie possibilità anche l'arresto dei battito cardiaco e
del respiro (CR 51 5/03/BG97).
“Non
portare le ragioni del cuore al tribunale della ragione” (ignoto poeta
francese). Le conseguenze di questa logica sono sempre devastanti. Il cuore e
tutte le facoltà sensitive e spirituali dell’uomo devono sottostare al tribunale
della ragione. Se ho sposato quella ragazza facendola mia moglie è perché l’ho
scelta fra tutte, certamente il mio sentire e il mio discernimento mi hanno
condotto in quella direzione che per me era la migliore possibile. Nei momenti di difficoltà si annebbia la
ragione, i difetti del partner sono posti in evidenza e i pregi occultati. Il
sentire della nostra natura spinge al disordine e deve essere educato e
dominato altrimenti spinge al disordine e alla depravazione. Se Gesù Cristo lo
vogliamo ascoltare anche solo come maestro spirituale ci può essere di grande
aiuto, dice: “E dal di dentro che l’uomo si contamina, infatti e dal suo cuore
che escono le avidità, le invidie e le fornicazioni – poi dice anche – se in
cuor tuo desideri una donna per possederla hai già commesso adulterio con lei
nel tuo cuore”. Posso dare la mia testimonianza nel dire che da quando sono
sposato non ho mai desiderato di possedere sessualmente nessuna donna al di
fuori di mia moglie semplicemente perché mi impedisco questi pensieri.
Quando
mi sorge un pensiero del genere, perché a volte capita che possa sorgere lo
annullo immediatamente.
Apprezzo
la bellezza femminile e mi sento tanto attratto da essa, vivo il limpido
rapporto affettivo con tutte quelle donne con cui è possibile viverlo.
La
non repressione delle facoltà affettive mi pone nella condizione di vincere il
braccio di ferro con la lussuria presente nella mia natura.
Se
poi vi confesso come la lussuria è il mio vizio dominante, potete comprendere
come devo essere grato al Signore per tanta purezza di corpo e di pensieri. Chi
non raggiunge la mia maturità affettiva non può essere sereno, espone a grande
pericolo la sua vita e soprattutto quella dei suoi bambini innocenti.
Tribunali
territoriali:
comunali,
provinciali,
regionali,
nazionali,
militari.
TUTTO
QUEL CHE VOLETE PURCHè IL GIUDIZIO AVVENGA ENTRO UN MESE, SIA OPERATIVO ED
ESECUTIVO Già DAL PRIMO GRADO.