TASSE 1

TATUAGGIO 1

TEATRO DELL'ASSURDO

TECNOCRAZIA 1

TELEDIPENDENTI 3

TENSIONE MORALE 3

TEOCRAZIA 3

TEOLOGIA 4

Teologia (Approfondimento)

TERRITORIALITà 4

TIRANNO 4

TOTÒ 4

TRAFFICO 4

TRANELLI 4

TRAPIANTI 4

TRIBUNALE 8

TRIBUNALI 9

Tutela (Approfondimento)

http://web.tiscali.it/martiri

TASSE

Siano soprattutto dirette, ovvero gravino sui consumi e sui beni di lusso.

TATUAGGIO

Il tatuaggio è una ipoteca sul futuro e sulla libertà dell'uomo, oggetti e rappresentazioni più strane e molto spesso diaboliche tendenti a stupire od asservire. Chi estende per tutto il corpo o per parti significative di esso un tatuaggio esprime la propria miseria spirituale. Questo è un vero atto di idolatria e di lussuria altamente offensivo della dignità dell’uomo. Nel corso della vita ci si può convertire e santificare ma non si possono più cancellare i segni del proprio asservimento allo spirito del male. Troviamo quasi sempre il culto dell’orrido e molto raramente quello del bello. Tecniche surrogatizzie di un vuoto interiore e di una incertezza esistenziale che non riuscendo a sopportarsi sfociano in un facile quanto sbrigativo riempimento di spiritualità negativa. La manipolazione indelebile della propria pelle equivale molto spesso ad una condanna senza appello, ad un portare con se espressioni che con il tempo e con esperienze di illuminazione non si possono più rinnegare. Usare la propria pelle come un semplice pezzo di carta, porta ad una riduzione delle potenzialità espressive e ad una decurtazione di dignità. L'esprimere un solo ed indelebile messaggio impedisce in futuro di esprimerne un'altro. Viene quindi a negarsi il fondamentale requisito della crescita umana e della sua evoluzione. Quello che può essere moralmente consentito, ma tuttavia mai consigliato, è la possibilità un qualche piccolissimo tatuaggio che inequivocabilmente ed oggettivamente sia simbolo di bellezza e amore.

TECNOCRAZIA

RESTITUIRE LA POLITICA AL POPOLO:(Messaggio dell’Avv. Oscar Lojodice responsabile provinciale per la formazione quadri dirigenti) Da pochi giorni si è chiuso un anno dannoso per il nostro Paese e per tutti gli italiani. La mancanza di un governo autenticamente politico, ...il Palazzo si è allontanato di nuovo dalla gente e tante persone che avevano creduto con il proprio voto e spesso con il proprio nuovo impegno in politica di poter contare veramente, hanno visto andare in frantumi ogni speranza. Ad osservatori politici attenti si è reso sempre più evidente il progetto di allontanare la gente dalla politica per consentire ai "tecnici" di governare senza essere costretti alla verifica del consenso; ...In tale prospettiva non deve essere scambiata per capacità politica una miope abilità a manovrare, rifiutando ciò che provoca contrapposizione, in quanto tutto ciò è la negazione della politica. Al contrario il ritorno alla politica deve riconoscere l'esistenza di differenze tra i diversi progetti, tra le diverse scelte, tra le diverse concezioni dell'uomo, della società e dello Stato, combattendo contro ogni forma di pseudo-politica che oggi sembra imperare. Le tesi politiche, poste a fondamento della nascita del movimento politico di Alleanza Nazionale, sono state approvate a Fiuggi e valutate con positiva attenzione dall'intera stampa nazionale  ed internazionale, oltrechè dall'intera base del partito e dei suoi simpatizzanti. Radice fondamentale della nostra identità politica e culturale è la vocazione di Alleanza Nazionale, a porsi come garante sociale nell'ambito del Polo della Libertà,...dobbiamo essere attenti alle esigenze del mercato, ma dobbiamo essere sensibili alle aspettative dei ceti più deboli che, in questo momento come non mai, si presentano come vere e proprie emergenze in quasi tutte le aree del nostro Paese... Se infatti l'obiettivo di fondo per il quale siamo nati rimane l'affermazione dei valori della spiritualità, di una concezione del mondo organica contrapposta alle ideologie materialiste, come sancito sin dalle prime espressioni del nostro Statuto che, all'art. 1 dice che: "Alleanza Nazionale è un movimento politico che ha il fine di garantire la dignità spirituale e le aspirazioni economiche e sociali del popolo italiano, nel rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, nella coerenza con i valori della libertà personale e di solidarietà generale, nella costante adesione ai principi democratici ed alle regole delle istituzioni rappresentative; se è vero questo e vi crediamo realmente, dobbiamo riconoscere che è proprio attraverso la cultura che si può ricostruire quella coscienza del nostro popolo che negli ultimi decenni si è andato perdendo, smarrendo ogni identità ed appartenenza. Se accoglieremo caraggiosamente la sfida culturale, riusciremo a riaffermare un nostro ruolo di forza politica lider...PROPOSTE ED OSSERVAZIONI, AL FINE DI CONCORRERE ALLA ELABORAZIONE DELLE LINEE POLITICHE: Quale conseguenza immediata della "fine delle ideologie", tra gli uomini politici si è diffusa la paura di usare termini concettuli precisi, sviluppandosi di conseguenza l'abitudine a riferirsi a "contenitori", piuttosto che a "contenuti". Attualmente assistiamo al fenomeno politico della proclamata "fine delle ideologie" alla quale non segue il realizzarsi della fine di "comportamenti ideologici"; infatti, oggi da nessuno viene usato il termine di "tecnocrazia", ma da tutti è usata senza difficoltà l'espressione "governo di tecnici". E' doveroso smascherare il progetto politico sottostante ad un "governo dei tecnici" che, ben lontano dall'essere provvisorio, in teoria sembra legare la propria durata a quella del mandato presidenziale di Oscar Luigi Scalfaro. L'attuale "governo dei tecnici" è stato proposto agli italiani come governo di transizione tra il governo politico di Berlusconi ed il prossimo governo politico; ma, se rammentiamo che prima del governo politico dell'On. Silvio Berlusconi, la Repubblica Italiana è stata governata dall'aprile del 1993 al maggio del 1994 dal "governo tecnico" del governatore della Banca D'Italia Dr. Carlo Azelio Ciampi, sorge spontanea la riflessione: non sarà forse il breve governo "politico" del Polo ad essere stato di "transizione" tra i due governi tecnici guidati dai due "dipendenti" della Banca D'Italia? A tal proposito dobbiamo evidenziare il sostegno ricevuto dall'attuale "governo tecnico" dalle forze di centro-sinistra e rende necessaria una precisazione sulla "ideologia tecnocratica", la voce "tecnocrazia" del dizionario di politica (ediz. UTET Torino 1966): "...Sono - oltre la preminenza dell'efficienza e della competenza - la concezione della politica come regno dell'incompetenza, della corruzione e del particolarismo, il tema del disinteresse delle masse nei confronti della res publica con conseguente professionalizzazione del decision-making, la tesi del declino delle ideologie politiche e la costituzione di una sorta di Koinè tecnologica"...Anche tra l'Ulivo si affermano due linee di pensiero che, anche se non possono essere definite tecnocratiche, seguono itinerari diversi con identica meta; tali linee di pensiero possono essere indicate come "pensiero debole" e "relativismo". In entrambi i casi si nega l'esistenza di valori assoluti e si lotta contro ogni possibile affermazione sociale e pubblica di valori assoluti. Ed è proprio per la coincidenza di obiettivi della ideologia tecnocratica con il relativismo ed il  pensiero debole che il "governo dei tecnici" ha trovato fortissimo consenso nel campo dell'Ulivo...

Dobbiamo ripetere continuamente agli Italiani che oggi non è sospesa la democrazia, ma è sospesa la politica; un governo tecnico ha come finalità la riduzione della politica ad amministrazione. Sulla base di queste premesse pertanto, restituiamo ai politici il ruolo di guida che gli compete. Con questa rivalutazione della politica, non si intende accettare il motto gramsciano "tutto è politica", ma si intende affermare che non tutto è tecnica, economia e soprattutto, finanza". (Avv. Oscar Lojodice -BA- 7/1/96)

TELEDIPENDENTI

Quante persone per sfuggire alla noia del loro egoismo e della loro miopia, perdono il tempo della loro breve esistenza di fronte alla televisione.

Quanti teledipendenti sterili e impotenti! Sepolcri imbiancati, esseri miseri, se non parassiti certamente inutili sul piano della concretezza storica.

Buoni a nulla, opportunisti, parassiti, inebriati e drogati dal fumo di una realtà virtuale, artefatta e preconfezionata.

Miserabili teledipendenti il mondo vi muore tra le mani ma voi non ve ne potete accorgere perché siete già morti.

 

TENSIONE MORALE

E’ possibile conservare la fiducia e superare le incertezze e le fatiche dell'esistenza?

Potenti e sempre meno controllabili sono le risorse che l'umanità si trova a disposizione. Il degrado ambientale e lo sperpero delle risorse naturali, ci avvertono che il pianeta terra avrà un futuro solo se verrà riconosciuta la centralità della persona umana e se ci saranno uomini capaci di dominare i processi della vita personale e sociale, nella direzione dello sviluppo umano pieno e totale.

Si tratta di realizzare un'umanità nuova. Si tratta di capire che il futuro è legato alla scelta dell'educazione. Ma anche il meccanismo più sofisticato può incepparsi e degenerare se non viene usato da persone ad alta tensione morale e con una forte passione per l'uomo e per il suo destino interiore.

TEOCRAZIA

LA VENUTA DEL REGNO DI DIO, è in parte raffigurata dall'incarnazione temporale e relativa della teocrazia politica (da non confondere con la clericocrazia), ovvero il primato dello spirito e della libertà... La speranza di salvezza equivale ad una estensione dello SHALOM escatologico, inizio di una nuova era, l'uomo non si può dare la salvezza da se stesso a motivo di troppe forze e potenze ostili: interne, esterne e spirituali.

Ma Dio è Signore della storia e del cosmo, non solo dell'eternità, è il più vero progetto di amore e di salvezza che si possa concretare, quindi è normale il riconoscimento della sovranità di Dio nella storia.

Il terzo millennio è il nuovo eone nella trascendenza, esperienza di salvezza di cui si attende il compimento futuro. Regno TEOLOGICO impostato sul 1° comandamento: "Non avrai altro Dio all'infuori di me".

  Il mondo da sé non vale nulla, e questo semplicemente perché è da Dio.

L'adempimento della speranza umana di salvezza non può attuarsi senza di Lui. Ma occorre essere "Poveri", "i ricchi" cercano di strumentalizzare e monetizzare tutto, anche Dio. Per questo l'esercizio di una pratica religiosa di per se non è indicativa di positività. I "Poveri" non donano, non legano il proprio cuore a nulla di impuro, non si compromettono a nessun surrogato. Si aspettano nulla da niente e tutto da Dio, perché solo Dio è vero ed è Padre. Questo non lo comprendono gli uomini orgogliosi ed "autosufficienti", la loro mente è ormai ottusa, i loro occhi sono pieni di fango, occorre cioè non costruire il fondamento della propria vita sulle prestazioni. Se Dio è Padre solo chi ha l'animo semplice e libero dei bambini lo percepisce e lo deve percepire necessariamente perché Dio è vicino all'uomo e lo ama, questo Dio vivente, libero, liberatore ed amante. La sua liberazione, cioè il suo offrire la libertà è autentica, senza ambiguità, vera e per questo terribile. Dio spera che ottenendo la vera e piena libertà l'uomo la utilizzi per amare. Solo così l'uomo può ottenere il trionfo sulle potenze demoniache. Il vero amore può realizzarsi solo nella vera libertà, l'amore è il senso dell'essere ed è più forte del male.

TEOLOGIA

La teologia é l’unico approccio serio del metodo scientifico, ovvero rende fruibili e onestamente attuative tutte le altre discipline.

 Anche soltanto dal punto di vista laico o ateo, se non partiamo da una scienza o da una teologia della trascendenza ai valori assoluti e universali operiamo una deformazione di tutto il sapere scientifico che distorce il suo vero orientamento.

TERRITORIALITà

Principio di identità e di civiltà.

Tutto il controllo delle funzioni umane deve essere territoriale, ma con una relazione nazionale e soprannazionale.

No alla secessione, si al decentramento di tutte le funzioni amministrative e di governo.

Non solo una regione o una provincia o un comune, ma anche un quartiere può aver diritto al decentramento istituzionale e amministrativo.

TIRANNO

E' giusto moralmente uccidere il tiranno! E’ legittima difesa la soppressione di una vita COLPEVOLE per preservarne un'altra innocente. Allora è giusto uccidere tutti i satanisti, essi con lucida razionalità perseguono il male per eccellenza.

TOTÒ

Famiglia Domani chiede il sequestro del film blasfemo "Totò che visse due volte.”

Se vogliamo ridere, ridiamo pure, ma dal punto di vista morale, per quando possa sembrare innocente rispetto a certe produzioni cinematografiche recenti, molti film di Totò, mostrano lacune morali.

TRAFFICO

Tutti gli uffici, devono essere spostati fuori città, come la zona artigianale e come le scuole superiori.

I negozi non devono avere la concessione all’esercizio se non hanno un parcheggio dedicato e riservato.

Il traffico é assurdo e mostra solo il fallimento di una civiltà a livello di barbarie, una falsa civiltà.

La città é per i cittadini. Gli uffici ivi presenti siano demoliti e si costruiscano giardini.

TRANELLI

Chi costruisce un tranello, in esso cadrà!

Se a questa punizione sfuggirà subito, prima o poi la subirà.

Se non lui in questo mondo certamente i suoi figli.

TRAPIANTI

CRD 526101 Approvato dal Senato Il d.d.l. sulla "donazione" presunta di organi. Presenti in aula pochissimi votanti, il 30 aprile 1997 il Senato ha approvato un nuovo disegno di legge per la “donazione” di organi a scopo di trapianto, che ora dovrà passare all'esame della Camera. Rispetto al vecchio DDL, approvato dal Senato nella passata legislatura, questo nuovo testo rinuncia al meccanismo del “silenzio-assenso” preferendogli quello più diretto del "consenso presunto". Il testo, modificando la tuttora vigente legge n. 644 del 2 dicembre 1975, prevede che sulla tessera sanitaria personale di tutti i cittadini italiani venga inserito un segnale che indichi se si è donatori o meno. Chi però non avrà dichiarato espressamente la propria volontà, verrà considerato donatore a tutti gli effetti, per ciò scatterà il meccanismo automatico del "silenzio-assenso". Infatti, come recita il testo approvato, "successivamente al raggiungimento della maggiore età, tutti i soggetti che abbiano la capacità di agire sono invitati (...) a dichiarare la propria volontà, favorevole o contraria, in ordine alla donazione di organi e tessuti del proprio corpo, (...) e vengono informati che, qualora non esprimeranno alcuna volontà, saranno considerati non contrari al prelievo di organi a scopo di trapianto terapeutico"(art. 2, c. 2). In seguito a questo accertamento, è consentito procedere al prelievo quando, dai documenti personali, (...) risulti che il soggett0, avente la capacità di agire, sia stato invitato a dichiarare la propria volontà e non abbia manifestato volontà contrada. Qualora dalla registrazione o dai documenti personali (...) non risulti che il soggetto sia stato invitato a dichiarare la propria volontà, il prelievo è consentito, salvo che (...) sia stata manifestata opposizione da parte del coniuge non separato o del convivente more uxorio del soggetto defunto, o, in mancanza, dei figli maggiori di età o, in mancanza di questi ultimi dei genitori" (art.2, c.3). Solo in questo raro caso i parenti potranno avere voce in capitolo: nello stretto lasso di tempo che precede l'accertamento della "morte cerebrale", essi "possono (...) presentare l'eventuale dichiarazione di volontà contraria del loro congiunto, di cui siano in possesso" (art. 2,c.4).

CR 526/02 La lettera di "Famiglia Domani" ai senatori. Appena avuta notizia della proposizione, da parte del Comitato ristretto della Sanità, del nuovo disegno di legge sul problema del "prelievo degli organi", il presidente dell'Associazione Famiglia Domani, M.se Luigi Coda Nunziante, era immediatamente intervenuto inviando una lettera ai senatori delle Commissioni Giustizia e Sanità del Senato (cfr. CR 515102,15 febbraio 1997), che riportiamo di seguito nella sua versione integrale. "Egregio Senatore, come forse Ella saprà, il 29 gennaio scorso il Comitato ristretto della Sanità, in seno alla XII Commissione del Senato, ha proposto un disegno di legge sul problema del "prelievo degli organi”, riunificando i testi precedenti. Rispetto al vecchio DDL approvato dal Senato nella passata legislatura, questo nuovo testo rinuncia all'ipocrito meccanismo del "silenzio-assenso" preferendogli quello più diretto del "consenso presunto". Comunque sia, questa procedura ci sembra più liberticida della precedente, per cui il testo proposto risulta moralmente inaccettabile, in quanto contrario alla dignità e alla libertà della persona umana e pericoloso per la nostra società.(17 magg. 1997, n. 526     Corrispondenza romana)Esso infatti, destina per regola i corpi umani al prelievo a scopo di trapianto, concedendo quindi allo Stato una sorta di diritto di possesso e di manipolazione del corpo (art.2, c.2), sia pure per presunti scopi umanitari, che non può essere ammesso in coscienza, e che in particolare è contrario al diritto naturale ed alla dottrina sociale della Chiesa. Nel testo proposto, l'unica possibilità concessa al cittadino di salvare il diritto naturale di proprietà che ha sul suo stesso corpo, viene limitata alla mera possibilità di sottrarsi al prelievo negando esplicitamente il proprio assenso. Il diritto dei parenti del defunto a decidere sulla destinazione del suo corpo viene ristretto alla sola possibilità di presentare, entro ristretti limiti di tempo, un testo che documenti che il loro congiunto era contrario a diventare fornitore di organi di ricambio (art.2, c.4). Come sopra detto, questo testo, a differenza del precedente, non si ispira espressamente al principio del "silenzio-assenso", che criticammo in una nostra passata "memoria" consegnata alla Commissione competente. Di fatto, però, esso giunge alle stesse conseguenze, stabilendo che il corpo del "defunto" (o presunto tale) deve essere a disposizione dell'autorità sanitaria allo scopo di prelevarne gli organi utilizzabili. Con ciò, si afferma implicitamente il principio secondo cui lo Stato è padrone dei corpi dei cittadini; questa sovranità viene limitata solo da una esplicita resistenza da parte del candidato all'espianto, il quale paradossalmente deve riaffermare per propria iniziativa, in faccia alle autorità, quel diritto che dovrebbe invece venirgli garantito per regola dalla legge. Insomma, la "donazione di organi" a scopi umanitari diviene qui "prelievo di Stato" imposto mediante un automatismo giuridico. Abbiamo seri motivi di temere che questa prospettiva non faciliterà certo la autentica donazione di organi, che deve essere spontanea e non indotta, ma sancirà l'esproprio statale dei corpi umani, a tutto vantaggio dei vari "sperimentatori" e a tutto danno del cittadino comune, costretto a diventare "donatore" suo malgrado e spesso senza nemmeno saperlo. Ci rivolgiamo quindi a Lei, egregio Senatore, per segnalarLe questa mostruosità giuridica e morale, che rischia di trasformare la Sanità italiana, già tanto malfamata, in un macabro centro di rifornimento di organi da trapianto. Se possiamo permetterci un suggerimento, un disegno di legge che voglia regolamentare una materia così delicata in modo serio e conformemente al diritto naturale, non potrà prescindere da questi punti irrinunciabili:

a)   il cittadino ha diritto a disporre della destinazione del proprio corpo; b) lo Stato non può prelevare gli organi dei cittadini che non abbiano esplicitamente manifestato il loro chiaro assenso all'espianto; c)     un'autentica donazione di organi deve essere espressione del consenso esplicito del donatore; d) nel caso che il cittadino sia stato impossibilitato ad esprimere la propria scelta, la decisione finale spetta ai parenti, non allo Stato. Nella speranza di averLe fornito elementi validi di giudizio, e nell'attesa di conoscere un Suo parere in merito, La saluto cordialmente".

CR 468/07 "ACCANIMENTO TERAPEUTiCO": ragazza in corna si salva dalla morte all'ultimo istante: Miss. G. 20 anni, in coma da più di un anno in un ospedale di Leeds in seguito a un incidente automobilistico che le ha procurato gravi lesioni cerebrali, è riuscita ad evitare in extremis la sua condanna a morte. La ragazza, infatti, non aveva mai dato segno di poter uscire dal coma e i medici, d'accordo con la famiglia, avevano deciso di avviare le procedure di legge contro quello che sembrava un inutile accanimento terapeutico. In Inghilterra l'eutanasia non è riconosciuta in alcuna forma e per evitare di essere incriminati i medici devono quindi ottenere il consenso del magistrato. Tre medici e la madre della ragazza hanno firmato i documenti necessari e l'avvocatura di Stato ha disposto un accertamento a norma di legge da parte di due psicologi che, nonostante le condizioni, devono creare un contatto con il paziente. I medici hanno quindi posto un pulsante elettronico sotto le dita della ragazza con il quale la stessa avrebbe risposto, con l'accensione di una luce, alle domande dei medici. Dopo l'installazione del congegno è iniziato un vero e proprio colloquio tra gli psicologi e la ragazza, che mostrava di capire benissimo in quale situazione si trovasse e indicava in modo altrettanto chiaro di non voler morire. La richiesta al Tribunale di "staccare la spina" è stata quindi ritirata. “Questa vicenda - ha commentato Keith Andrews, specialista nella cura di pazienti con lesioni celebrali -  dimostra quanto sia difficile in tali casi una diagnosi corretta e con quale attenzione si debba evitare di dare certe cose per scontate: per esempio se il paziente sia incapace di rispondere unicamente perchè non siamo stati capaci di comunicare con lui?” (cfr. La Stampa, 8 gennaio 1996).  (CEI 468/07/GA)

-CULTURA DELLA DONAZIONE: I TRAPIANTI-

Donare i propri organi è un grande atto d’amore. Il dono però non può essere imposto, non può essere comprato. Si, ad una cultura della donazione, no, ad una cultura della imposizione. La solidarietà non può essere ad ampio spettro, non può imporsi coercitivamente, almeno che non si scambi la solidarietà per quel collettivismo di stampo marxista che include la disponibilità della vita delle persone. Infatti nella donazione degli organi, gli stessi devono essere vivi, per questo vi è tanta reticenza alla donazione degli organi. La ragione ultima della diffidenza sta nel fatto che il donatore teme di essere espiantato da vivo, timore non del tutto infondato stando a clamorose notizie della cronaca di risvegli dopo anni di coma irreversibile e che dire poi della morte apparente? Casi puramente naturali di risveglio, di “ritorno” alla vita di persone che presentavano tutte le caratteristiche della vera morte come: assenza di pulsazioni, mancanza assoluta di sensibilità e di coscienza, mancanza assoluta di onde cerebrali, di movimenti muscolari e di movimenti cardiaci, con la conseguente rigidità cadaverica. Questo dimostra che fra il momento della morte apparente e l’istante in cui essa avviene realmente, esiste sempre un periodo di tempo, più o meno lungo, di vita latente. Non voglio offrire delle allarmarti statistiche sulle vittime delle morti apparenti, per non fare quì dell’inutile terrorismo psicologico, ma consiglio ai parenti dei morenti, soprattutto se prematuri, di trattenere il corpo del congiunto fin tanto che compaiano i segni inconfutabili della putrefazione, unica garanzia certa di morte. Quale che sia il momento della morte, un dato è certo, la vita di un uomo non è legata alla esplicitazione delle sue funzioni vitali. Ma vitali devono essere gli organi da trapiantare! Allora educhiamoci pure alla cultura della donazione comprendendo che esiste una remota possibilità che mi si possano espiantare gli organi da vivo. Così coscientemente, consapevolmente e liberamente so di poter avere remote possibilità di essere ancora in vita, nel qual caso remoto offrirei la mia vita in un estremo atto d’amore per l’altrui felicità. Questo atto d’amore mi apre le porte del  Paradiso. Ci sono però altre remore di tipo legale-strutturale-organizzativo. L’AIDO come associazione di volontariato a favore della donazione degli organi in Italia è meritoria ma non esaustiva delle garanzie spettanti al cittadino donatore. Il problema di cadere tra le mani di operatori sanitari con una impostazione filosofica materialista è reale. Può essere reale vedersi trattati come oggetti in vita da medici e figurarsi come potremmo essere trattati come oggetti dopo morte.

Criteri per la donazione degli organi:

1- occorre la presenza di due psicologi che tentino un qualche contatto con il  donatore,(finchè non ci sono i sintomi inequivocabili della putrefazione dobbiamo parlare di persona donante che offre la sua vita per amore ad altri esseri umani),

2- occorre la presenza di un componente dell’associazione a cui l’offerente donatore si è iscritto,

3- occorre un rappresentante della religione a cui il donatore appartiene,  

4- occorre un rappresentante della famiglia, oltre  ovviamente ai medici della struttura ospedaliera.

Quando questo comitato dà responso positivo all’unanimità, solo allora si deve procedere all’espianto.

Solo con queste modalità potrà rendersi capillare, rispettosa ed umana la cultura della donazione.

Solo con queste modalità accetterò di  divenire donatore.

 TRAPIANTISMO: intervento chiarificatore di "Famiglia Domani". "Il disegno di legge sul consenso alla donazione di organi, approvato il 29 gennaio 1997 dal Comitato ristretto (XII Commissione) del Senato della Repubblica, modifica in senso ulteriormente permissivo la vigente legge n. 644 del 2 dicembre 1915, e quindi appare illecito sia moralmente che giuridicamente.

Le obiezioni più importanti che ci sembra vadano sollevate sono le seguenti: il testo stabilisce infatti che "E' consentito il prelievo da cadavere di organi e tessuti a scopo terapeutico, salvo che il soggetto in vita abbia esplicitamente negato il proprio assenso"  (art.2, e.2).

Con questa formulazione, s'insinua che l'individuo non abbia diritto di disporre del proprio corpo (...); questo diritto apparterrebbe infatti allo Stato, o perlomeno alla collettività, che potrebbe destinare i corpi umani a scopi di “utilità pubblica”; (...) per cui si dovrebbe parlare in tal caso non di "donazione di organi", bensì di esproprio statale di corpi (...).

Inoltre, la normativa proposta viola la (tanto decantata) regola della parcondicio.

Da una parte, infatti, il cittadino che vorrà donare gli organi avrà piena garanzia che la sua scelta venga rispettata, in quanto non potrà essere contrastata nemmeno dai propri familiari; dall'altra, invece, il cittadino che non intende donarli sarà privo di adeguata garanzia, in quanto basterà che (per un qualche motivo) non possa o voglia pronunciarsi espressamente, perché il suo corpo venga automaticamente destinato al prelievo. (...). Questa procedura prevaricatrice non può essere in alcun modo giustificata per il mero fatto di essere preparata da una capillare opera d'informazione.

La corretta opera d'informazione sul tema dei trapianti, infatti, viene ostacolata proprio dal metodo del "consenso presunto", che: impedisce la corretta informazione del cittadino, al quale verranno esposte solo le ragioni della donazione di organi, mentre probabilmente gli verranno slealmente nascoste le opposte ragioni (morali, giuridiche, sanitarie), non meno valide, che evidenziano gli oggettivi pericoli provocati dalla vigente procedura per l'espianto (morte presunta, morte anticipata, predazione di organi, profanazione di cadaveri, etc.); impedisce quindi che il cittadino possa fare una scelta veramente consapevole e responsabile sulla destinazione del proprio corpo, dato che punta non tanto sul convincimento del singolo, quanto sulla sua disattenzione o pigrizia o ignoranza; ad esempio, non può certo essere definita una decisione consapevole e responsabile quella che verrà presa dalle numerose persone che, per vari motivi (ignoranza, superficialità, spensieratezza giovanile, disinteresse, fastidio burocratico, scaramanzia, labilità psicologica, ecc.) non si pronunceranno sulla questione della destinazione del proprio corpo, e che pertanto diventeranno automaticamente candidati al prelievo; (...) A questo punto appare evidente che l'automatismo del "consenso presunto" è stato fatto apposta per rendere ancor più permissiva la già inquietante procedura del prelievo di organi prevista dalla vigente legge sui trapianti (...). La verifica di questo sospetto è presto fatta: la "emergenza-trapianti" riguarda solo poche migliaia di malati; per risolverla, quindi, basterebbe un'efficace e capillare campagna di sensibilizzazione che convincesse molte persone a proporsi (esplicitamente e per scritto) come donatori. (...) Non sarà che questa procedura mira in realtà a garantire una massiccia disponibilità non solo di organi ma anche di corpi umani da destinare alla sperimentazione medica ed alla manipolazione genetica, e magari anche ad un turpe commercio?". (CR 51 5/02/BGQ7)(15febbraio1997, n. 515     Corrispondenza romana)

CR 515103 TRAPIANTISMO: ulteriore, inquietante, passo avanti nella definizione di morte: Le perplessità espresse da Famiglia Domani e da altre associazioni e personalità sul trapiantismo (cfr. CR 515/01-02), trovano puntuale riscontro in una nuova proposta, ancora più avanzata, di definizione del concetto di morte, elaborata dal prof. David Powner, dell'Università di Pittsburg, dalle colonne dell'autorevole pubblicazione scientifica The Lancet. Fino al secolo scorso, la definizione di morte coincideva con il cessare del battito cardiaco e del respiro. Successivamente, con la legge n. 578 del 29 dicembre 1993, in Italia è stata identificata con lo spegnersi dell'attività del cervello. Ora, con la proposta del prof. Powner si compie un ulteriore, inquietante, passo avanti: la definizione di morte non deve riguardare il cervello nel suo complesso, ma soltanto la perdita delle funzioni superiori. “vale a dire - si legge sull'organo della Federazione dei Medici di Medicina Generale, Avvenire Medico, dicembre 1986 - che devono essere considerati morti coloro che non potranno più riacquistare la coscienza di sé e dell'ambiente, nonostante respirino, abbiano movimenti riflessi inconsapevoli e il midollo allungato intatto' "La nuova definizione proposta - si legge ancora su Avvenire Medico - t'apre, in modo ancora più drammatico, il dibattito sulle condizioni di chi è in stato di coma, ma lo stesso autore ritiene la questione così complessa che, per il momento, preferisce non assumersi responsabilità e propone che sia la persona a scegliere, in una condizione di pieno benessere psico-fisico, attraverso una dichiarazione scritta, quale ritiene più giusta fra le diverse definizioni di morte, comprendendo tra le varie possibilità anche l'arresto dei battito cardiaco e del respiro (CR 51 5/03/BG97).

TRIBUNALE

“Non portare le ragioni del cuore al tribunale della ragione” (ignoto poeta francese). Le conseguenze di questa logica sono sempre devastanti. Il cuore e tutte le facoltà sensitive e spirituali dell’uomo devono sottostare al tribunale della ragione. Se ho sposato quella ragazza facendola mia moglie è perché l’ho scelta fra tutte, certamente il mio sentire e il mio discernimento mi hanno condotto in quella direzione che per me era la migliore possibile. Nei  momenti di difficoltà si annebbia la ragione, i difetti del partner sono posti in evidenza e i pregi occultati. Il sentire della nostra natura spinge al disordine e deve essere educato e dominato altrimenti spinge al disordine e alla depravazione. Se Gesù Cristo lo vogliamo ascoltare anche solo come maestro spirituale ci può essere di grande aiuto, dice: “E dal di dentro che l’uomo si contamina, infatti e dal suo cuore che escono le avidità, le invidie e le fornicazioni – poi dice anche – se in cuor tuo desideri una donna per possederla hai già commesso adulterio con lei nel tuo cuore”. Posso dare la mia testimonianza nel dire che da quando sono sposato non ho mai desiderato di possedere sessualmente nessuna donna al di fuori di mia moglie semplicemente perché mi impedisco questi pensieri.

Quando mi sorge un pensiero del genere, perché a volte capita che possa sorgere lo annullo immediatamente.

Apprezzo la bellezza femminile e mi sento tanto attratto da essa, vivo il limpido rapporto affettivo con tutte quelle donne con cui è possibile viverlo.

La non repressione delle facoltà affettive mi pone nella condizione di vincere il braccio di ferro con la lussuria presente nella mia natura.

Se poi vi confesso come la lussuria è il mio vizio dominante, potete comprendere come devo essere grato al Signore per tanta purezza di corpo e di pensieri. Chi non raggiunge la mia maturità affettiva non può essere sereno, espone a grande pericolo la sua vita e soprattutto quella dei suoi bambini innocenti.

TRIBUNALI

Tribunali territoriali:

comunali,

provinciali,

regionali,

nazionali,

militari.

TUTTO QUEL CHE VOLETE PURCHè IL GIUDIZIO AVVENGA ENTRO UN MESE, SIA OPERATIVO ED ESECUTIVO Già DAL PRIMO GRADO.