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3.1. IL
DIO DI ISRAELE
r CARATTERI
GENERALI DELLA RIVELAZIONE
Non
si tratta di un approccio filosofico, ma storico. La fede di Israele si fonda
sull’esperienza degli interventi personali di Dio nella storia della salvezza,
a partire dalla quale si riflette teologicamente: Colui che mi ha salvato deve
essere anche colui che ha creato tutte le cose e mi darà esistenza eterna.
I. Concretezza Impegno
personale di Dio verso il suo popolo: dagli atteggiamenti di Dio per noi,
comprendo gli attributi di Dio in sé.
II. Progressività
III. Dinamicità attraverso
le opere
IV. Gratuità
r LE
TAPPE DELLA STORIA DI ISRAELE
I. Età premonarchica, in cui tribù e gruppi di tribù non sono
ancora uniti in uno stato monarchico.
II. Età preprofetica, in cui i problemi sono quelli della
legittimità di una dinastia o di un dinasta.
III. Età profetica, con Amos, Osea, e i profeti dell’VIII sec.
IV. Età deuteronomistica, successiva alla caduta del regno del Nord
(722 aC).
V. Età postesilica, dopo la caduta di gerusalemme (587 a.C.).
LE
TAPPE DELLA COMPRENSIONE DI DIO COME UNICO
§ Monolatria
dei patriarchi: ogni tribù e popolo ha il suo Dio, e Israele non è politeista
§ Mono-jahwismo:
la potenza di JHWH è tale che in pratica gli altri dèi sono un nulla
§ Monoteismo pratico: gli altri dèi sono inefficaci
teoretico: esiste solo un Dio.
1 v IL DIO DI ABRAMO, DI ISACCO E DI GIACOBBE
L’ELEZIONE E L’ALLEANZA (1850 a.C.)
n L’uomo Abramo e la sua storia
Amorrei,
Hurriti, Hittiti, Filistei, in migrazione verso la mezzaluna fertile.
Aramei.
Abramo.
Ur - Carran - Sichem - Betel - Negheb - Egitto - Betel - Ebron.
L’unificazione
dei regni amorrei in Mesopotamia tendeva ad imporre a tutti il dio protettore
dell’impero, Marduk: alla ricerca della libertà, in fedeltà alla tradizione del
clan, Abramo parte.
-- In questa scelta
di libertà, comprende che Dio lo chiama a dipendere totalemte da lui, in quanto
rimane la fonte della benedizione e della vita per Abramo, che può così
abbandonare altre strutture protettive.
-- Obbiettivo: un terreno per il pascolo e un clan
numeroso -- // il possesso di un paese in cui insediarsi stabilmente.
--
L’itinerario di fede, a contatto con la prova e la sofferenza: Ismaele:
conflitto nel clan - Isacco: l’adempimento di probabili tradizionali
convinzioni religiose mette in pericolo la promessa di vita di Dio. Abramo
comprende che la vita si riceve come un dono, affidandosi completamente a Dio -
Lot: solo la fedeltà a Dio libera dalla morte.
n Dio nell’esperienza di Abramo, Isacco e
Giacobbe
Gen 12-36
Dio che chiama a uscire, a camminare:
incontrato sulle vie dei nomadi nel deserto
Dio
che dialoga: due partners entrano in
comunicazione
Un Dio personale, vivente e amico dell’uomo, di quest’uomo concreto
Promette:
si impegna per il futuro: Gen 17,1-8
[1]Quando
Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio
onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. [2] Porrò la mia alleanza tra
me e te e ti renderò numeroso molto, molto». [3]Subito Abram si prostrò con il
viso a terra e Dio parlò con lui: [4] «Eccomi: la mia alleanza è con te e sarai
padre di una moltitudine di popoli. [5] Non ti chiamerai più Abram ma ti
chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò.[6]E ti
renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei
re. [7]Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di
generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e
della tua discendenza dopo di te. [8]Darò a te e alla tua discendenza dopo di
te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne;
sarò il vostro Dio».
Rimane
misterioso e trascendente: Gen 32,25-31
[23]Durante quella notte
egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò
il guado dello Iabbok. [24]Li prese, fece loro passare il torrente e fece
passare anche tutti i suoi averi. [25]Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con
lui fino allo spuntare dell'aurora. [26]Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo
colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si
slogò, mentre continuava a lottare con lui. [27]Quegli disse: «Lasciami andare,
perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai
benedetto!». [28]Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe».
[29]Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto
con Dio e con gli uomini e hai vinto!». [30]Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi
il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
[31]Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio
faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». [32]Spuntava il sole,
quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. [33]Per questo gli
Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra
l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del
femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
n MONOLATRIA nomadi e seminomadi tendono a
legarsi ad una sola divinità. Anche
Abramo dà culto ad un solo Dio fra tanti, radicalizzando la sua fede
Dio non rivela un nome nuovo, ad Abramo,
ma gli affida una promessa. Il nome ’El
diventa il Dio della elezione personale
e gratuita. NON è una nuova idea su Dio o sulla sua natura, Ma la
scoperta di una
--
libera volontà di Dio a favore dell’uomo
e quella di una -- libera
accettazione umana nella fede.
2 v IL
DIO DI MOSÈ (1250 a. C.): L’ESODO E L’ALLEANZA
-- è il Dio dei Padri
-- è il Dio che suscita il processo
mediante il quale Israele diventa un popolo
Primi
secoli del II millennio: migrazioni di gruppi seminomadi in Egitto. Habiru (“ebrei”) è lo stato sociale
dell’ospite straniero: poveri uomini a cui Dio rivolge il suo sguardo di
salvatore. XVII secolo aC: immigrano ebrei in Egitto (non tutti) e diventano
servi statali.
[1700-1560:
governano i semiti Hiksos] //
L’oppressione diventa esagerata, si concepisce l’abbandono dell’Egitto:
1280-1230
n L’uomo Mosé e la sua storia
Cultura ebraica ed egiziana. + Necessità di
fuggire nel deserto
a. sicurezza del dominio
politico-religioso dell’Egitto
b. precarietà di vita disumanizzante di
un popolo oppresso
c. primitiva libertà del pastore
seminomade
n Dio nell’esperienza di Mosé
A.
LA LOTTA PER USCIRE DALL’EGITTO
Lotta
per (1) convincere il popolo a rischiare e (2) convincere la corte a lasciare.
[L’intervento di Dio non scavalca la responsabilità umana, ma si inserisce
negli sforzi per capire e decidere, nel misterioso scambio tra l’offerta divina
di aiuto e la risposta responsabile dell’uomo]. [La piaghe, segni ambivalenti:
fatto eccezionale o intervento di Dio: interpellano l’uomo, ma ne sollecitano
l’interpretazione]
B: IL PASSAGGIO DEL MARE
C. LA CELEBRAZIONE DELLA PASQUA
Dio promette la vita vera e
costruisce gli Israeiliti in popolo.
D. LA PEREGRINAZIONE NEL DESERTO
(Sinai ed esodo due esperienze
inizialmente distinte e poi fuse?)
Impreparati
ad affrontare la vita nel deserto, mancano di fede, e mormorano. Incontrano
però occasioni di nutrimento e di orientamento. Dio suscita l’abilità ed il
coraggio degli uomini, facendo scoprire nei beni disposti sul cammino la sua
volontà di salvezza.
E. L’ALLEANZA AL SINAI
Su
una santa montagna, Israele prende coscienza della strettissima relazione che
JHWH instaura col popolo, grazie ad una libera e gratuita autorivelazione che
viene interpretata nella categoria dell’alleanza.
STRUTTURA DELL’ALLEANZA (cf. Esodo
20)
1. preamboli con i
titoli del re che stipula
2. prologo storico:
benefici del re a favore del vassallo
3. stipulazione, con
clausole da rispettare
4. deposizione del
trattato in un santuario
5. lista degli dèi
chiamati a testimoni
6.
benedizioni/maledizioni in caso di osservanza/inosservanza
CONTENUTO
DELL’ALLEANZA
Es
20,1-11
-- nessun altro Dio di fronte a JHWH (monoteismo pratico)
-- comando di non farsi immagini (novità
assoluta):
trascendenza
di JHWH
evitare
confusioni
-- seconda tavola: interesse per l’uomo
(dal 4° al 10°): il legame con Dio è garanzia di buona vita tra gli uomini
-- gelosia, misericordia, fedeltà
CULTO
Legge - Tenda - Arca/Tempio
Rito
di aspersione col sangue - banchetto sacro con i settanta anziani (Es 24,1-11)
I.
SCOPERTA DI DIO Mosé comprende che Dio non sta dalla parte dei potenti ma dalla
parte degli oppressi. Il Dio dei padri è il Dio vero, che conosce la situazione
degli Israeliti, è attento al loro grido di oppressi, li invita a ritornare
nella loro primitiva condizione di popolo del deserto.
II.
SCOPERTA DI SE STESSO Mosé è inviato a
trasmettere a tutto il popolo la sua riscoperta del Dio dei Padri. Esodo,
evento teologico (JHWH manifesta il
proprio volto come Dio onnipotente e liberatore) e antropologico (statuisce la dignità del singolo uomo, costruisce la
fraternità e la libertà fra gli Israeliti).
n Mono-jahwismo
Il Dio degli Israeliti è superiore alle
divinità egiziane. Esistono dunque molti dèi ma JHWH è l’unico sul quale fare
affidamento, l’unico al quale valga la pena di rendere culto. [Anche Amenophis
IV - Achenaton (1370-1353) incentivò l’unico culto al Sole/Aton. Dopo la sua
morte questa riforma finì nel nulla. Ma il suo Dio è la sintesi di tutte le
forze vitali del mondo, è un Dio intramondano. Mosé può aver meditato la sua
linea, ma] JHWH è trascendente, è superiore al mondo, è di un’altra sostanza: monoteismo pratico.
§ La stabilità dell’essere divino è il
fondamento della stabilità della alleanza e dell’intervento a favore dell’uomo.
§ La unicità lo rende inimitabilmente
efficace, più degli dèi egiziani.
§ La trascendenza rispetto al tempo e allo
spazio.
Dio è
totalmente altro dalla storia
Dio è indipendente dai luoghi: sarà
‘ovunque’ e ‘sempre’ il Dio del suo popolo.
§ Non è
un Dio del passato, ma del presente e
del futuro, sul quale Israele può
fare affidamento per la lioberazione dall’Egitto, e per la terra di Canaan.
§ Rimane
però in lui una sovrana misteriosità:
Es 33,17-23: Mosè ha parlato con Dio faccia a faccia, ma sa che non si può
vedere il suo volto senza morire.
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IL DIO DEI RE E DEI PROFETI (1000 a. C.)
1Re
19,8-14: interiorizzazione dell’idea di Dio: Dio viene liberato dai fenomeni
cosmici con i quali non può più essere confuso, né uragano, né terremoto, né
fuoco: una presenza concreta ed immateriale
1. LA GLORIA NEL
TEMPIO
n Gloria - kabod
Espressione
della santità e della presenza di Dio in mezzo al popolo
Esodo Es 13,21-22: colonna di nube,
colonna di fuoco
Es
24,15-17: nube e fuoco: Dio è presenza reale di guida
Salomone
(970-931 aC), costruito il tempio: 1Re 8,10-13.22-23.27-29): in forma
trascendente/“vuota”, abita in mezzo al popolo
Shekhinah (da shakhan:
dimorare, riposare, attendere... nel tempio e fuori)
Isaia
(740) Is 6,1-5
Ezechiele
(”) Ez 1,4-5.26-28
trono,
splendore: siamo nel divino: Dio è trascendente
sembiante
umano: Dio è vicino all’uomo
Daniele:
“il Figlio dell’Uomo” (Dn 7,13-14)
***
GLORIA è la manifestazione della santità
di Dio che si rende presente come salvatore:
riempie tutto di sé e tutto vuole trasfigurare
2. JHWH L’UNICO E
IL CREATORE
n Affermarsi
deciso del monojahwismo, grazie ai profeti
§
1 Elia (IX sec), 1Re 18,17-40: sfida tra
Elia e i sacerdoti di Baal sul Carmelo
Dinanzi al
pericolo di sincretismo con gli dèi cananei, la pratica inefficacia di questi
ne dimostra la inconsistenza
§
2 Tradizione deuteronominsta (riforme
religiose di Giosia, 621)
Dt 6,4-5.14-15: JHWH è unico: lo Shemà
Dt 4,32-40: JHWH è Dio, e nessuno fuori
di lui: non semplicemente Elohim ma ha Elohim, il Dio, l’Unico
§
3 Esilio e post-esilio: JHWH sembra
soccombere dinanzia agli dèi degli altri popoli, che spadroneggiano, e viene
riaffermato che solo JHWH è vivo, e gli dei delle geni sono soltanto nullità:
***affermazione anche teorica del monoteismo
Deutero-Isaia (Babilonia, pima
dell’editto liberatore di Ciro, 583): Is 40-45
Is 40,18-23
Is 41,21-24
Is 44,6-11
***dunque JHWH è anche il Creatore
non la
conseguenza di una lotta fra dèi ecc., ma il frutto di un atto libero
bara è verbo solo per la creazione da
parte di Dio: non v’è nulla di analogo
(dal nulla, un po’ più tardi, II sec:
2Mac 7,28)
3. JHWH SI
COMUNICA NELLO SPIRITO E PROMETTE IL MESSIA
n La Parola
esprime ciò che Dio vuole comunciare, lo Spirito dà la vita
n Is 11,12; 42,1: lo Spirito riposerà
specialemnte sul Messia
correnti messianiche regale
profetica
sacerdotale
4. JHWH È SPOSO E
PADRE
n PADRE
n SPOSO
Osea (800 aC): la ricerca da Osea
della moglie prostituitasi è simbolo dell’amore di JHWH per Israele
Geremia: 2,2; 3,1-5
Ezechiele 16,1-15
Deutero-Isaia 54,5-8
Trito-Isaia 62,2-5
Æ Gen 1,26: la reciprocità tra l’uomo e la
donna richiama quella tra JHWH e popolo
//Cantico dei cantici (V o IV sec)
5. SERVO
SOFFERENTE E IL PATHOS DI JHWH
*** Servo di JHWH
Is
42,1-4; 49,1-6; 50,4-11; 52,13-53,12
Un
mediatore profetico, alla cui missione in qualche modo Dio prende parte
DIO NELL’INSEGNAMENTO DEI SAPIENTI
1. GIOBBE
Già
Geremia si sente sedotto e abbandonato da JHWH: Ger 20,7.9
Anche
Giobbe patisce il silenzio di Dio: qual è l’immagine di Dio? (Gb 19,25-27). Ma
nella sofferenza, Giobbe nonostante tutto ha fiducia nel Dio della vita (Gb
19,25-27). Alla domanda di comprensione, si oppone l’incomprensibilità di Dio
(Gb 42,2-6)
2. QOELET
III
sec. La vanità del tutto indirizza verso la fede in cui troneggia il mistero
del piano divino sull’uomo: Qo 11,5.
3. PROVERBI E
SAPIENZA
I
sec. Parola - Legge - Sapienza
IL DIO DELL’APOCALITTICA
II
sec. Nonostante tutte le apparenze, JHWH è Singore del cosmo e della storia,
tiene - misteriosamente - in mano le redini degli eventi
Daniele
7,9-10,13-14
// Non solo dentro la storia, anche al di là della
storia
// I morti risorgeranno, perché JHWH è il Dio di
tutti, e chiama per il tempo e per l’eternità: Dn 12,13; 12,2-3; 2Mac 7,9.11;
14,46)
IN SINTESI
1. Monolatria
2. Monojahwismo
Shemà:
Dt
6,4: [4]Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.
[5]Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte
le forze. [6]Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; [7]li
ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando
camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. [8]Te li legherai
alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi [9]e li
scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
3. Monotesimo teorico (VIII sec.)
Corrente
deuteronomistica
Dt
4,39: «Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio
lassù nei cieli e quaggiù sulla terra e non ve n’è altro»
Elia
(850 a. C.)
1Re 18,39, insulti ai baal
Deutero-Isaia
(550 circa): solo JHWH è Dio e ciò che è ritenuto tale è nulla
«Fuori
di me non c’è altro Dio; Dio giusto e salvatore non c’è fuori di me»: 42,51.
«Ecco
tutti costoro sono niente; nulla sono le opere loro, vento e vuoto i loro
idoli»: 41,29.