http://utenti.lycos.it/amenalleluia
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p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA LUCANA
1.
MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO IN LINEA CON L’A.T.
a. lo Spirito profetico
b. lo Spirito conduce la storia della salvezza
2.
MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO DI TIPO NUOVO
a. l’effusione della Pentecoste
b. l’animazione della testimonianza
c. il battesimo nell’acqua e nello Spirito
d. modalità della presenza dello Spirito
p In
sintesi: lo Spirito in san Luca
p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA PAOLINA
1.
LA FEDE NELLO SPIRITO PRIMA DI PAOLO
2.
IL SIGNORE E LO SPIRITO
a. lo Spirito di Dio in relazione con la risurrezzione
del Cristo
b. il dono dello Spirito ai credenti
c. lo Spirito del Cristo
d. azione del Cristo e azione dello Spirito
3.
LO SPIRITO E LA CHIESA
a. il dono dello Spirito alla Chiesa
b. la Chiesa e i ministeri
4.
LO SPIRITO E IL CREDENTE
a. la comunione escatologica tra Dio e l’uomo
b. lo Spirito e la vocazione cultuale del credente
c. lo Spirito e il comportamento escatologico del credente
p In
sintesi: la pneumatologia paolina
p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA GIOVANNEA
1.
DENOMINAZIONI GIOVANNEE DELLO SPIRITO
2.
IL FIGLIO E LO SPIRITO
a. i racconti
b. i discorsi
c. abbozzi trinitari
3.
LO SPIRITO E I CREDENTI
a. la comunicazione dello Spirito ai credenti
b. l’opera dello Spirito
p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA LUCANA
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1.
MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO IN LINEA CON L’A.T.
a. lo Spirito profetico
In
Lc 1-2 c’è una moltiplicazione delle manifestazioni profetiche.
In
At 2,17-18 (in dipendenza da Gioele, precedentemente citato, e da Num 11,29
“fossero tutti profeti nel mio popolo”), nasce (A) un profetismo generalizzato.
Il
tema rimane però isolato, rispetto ai più numerosi esempi di (B) un profetismo riservato a singoli personaggi:
Agabo (At 11,27-28), Filippo (8,39-40), le figlie di Filippo (21,9), Paolo
(13,9-11; 20,23), membri regolarmente riconosciuti (13,1; 15,32).
b. lo Spirito conduce la storia della salvezza
Ha
animato Giovanni il Battista, Maria, Gesù. Spinge alla missione Filippo (8,29),
Pietro (10,19-20), Branaba e Saulo (13,2.4), Paolo (16,6-10).
2.
MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO DI TIPO NUOVO
a. l’effusione della Pentecoste
Il
giorno di Pasqua il risorto manda ad attendere la ‘forza dall’alto’. Nel cinquantesimo
giorno, memoriale del dono della legge, si adempie la promessa di Gioele 2,17.
Scopo della effusione è la missione universale della Chiesa.
NON è la reinversione di Babele, perché
non avviene il ripristino dell’unicità della lingua, ma l’intelligibilità del
vangelo in tutte le lingue. PIUTTOSTO, sullo sfondo vi è un’interpretazione
popolare della rivelazione di Dio sul Sinai (Es 19,16): Dio interviene nel
rumore e nel fuoco e «la fiamma divenne una parola articolata nel linguaggio
familiare agli uditori» (Filone).
b. l’animazione della testimonianza
Lo
Spirito dà il coraggio di confessare pubblicamente la fede. At 2,12 ss, Pietro
di fronte ai beffeggiatori.
c. il battesimo nell’acqua e nello Spirito
At 2,38: «convertitevi, ognuno venga
battezzato nell’acqua per il perdono dei peccati, e riceverete lo Spirito
santo». Ma lo Spirito non dovrebbe rimpiazzare l’acqua?. Di fatto entrambi
vengono combinati, per il legame che in Israele (cf. Qumran) esisteva tra acqua
e Spirito.
Reg: battesimo prima dello Spirito. Ecz:
Spirito e poi battesimo: i pagani a Cesarea (10,44-48), i Samaritani*** (8,17),
i discepoli*** del Battista a d Efeso (19,6).
-- *** si indica un’imposizione delle mani: è solo
un gesto dimostrativo dell’autorità e dell’integrazione nel popolo, non un
modello liturgico.
-- «battezzare nello Spirito»: dunque l’effusione
dello Spirito è sempre stata in collegamento con il battesimo d’acqua.
-- Altre pentecosti.
d. modalità della presenza dello Spirito
13,5:
erano ripieni: imperfetto di durata:
una condizione permanente
4,31: furno ripieni: passato storico di azione: un dono rinno9vabile
-- se è “dall’alto”, è sempre un dono, ed è
impossibile appropriarsene, rimane sempre un dono attuale.
ECZ. glossolalia (10,46; 19,6; 8,17-18)
REG. nessuna manifestazione speciale, se non la
franchezza ed il coraggio nel confessare la fede.
p In
sintesi: lo Spirito in san Luca
Sino a Giovanni battista -
qualifica i profetie gli eroi
Gesù è
l’unico depositario dello Spirito
A partire dalla Chiesa lo
Spirito anima l’azione missionaria nella storia della salvezza
NESSO
cristologia - pneumatologia - ecclesiologia
Ö Personalità?
Nello Spirito, Dio prende possesso dell’umanità, investendola con la propria
energia divina. È ancora lo SS al modo dell’Antico Testamento.
p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA PAOLINA
1. DA DOVE NASCE LA CONOSCENZA
DELLO SPIRITO?
Dialogo
pendolare tra esperienza e Scrittura. La Chiesa è il popolo messianico in cui è
vivo il dono escatologicvo cdello Spirito: «non lo sapete?» (1Cor 3,16).
LUOGHI
DI ESPERIENZA DELLO SPIRITO
a. stupore per una predicazione che suscita la fede: lo
spirito dà la potenza (1Cor 2,4-5).
b. culto della comunità radunata alla presenza del Signore vivente: lo
Spirito mette ion comunicazione con Dio ed ispira la profezia (1Cor
14,1.3.24-25), la preghiera (1Cor 14,15-17), l’acclamazione di fede (1Cor
12,3.9).
c. individdualmente, il credente sa
che la preghiera gli è suscitata
dallo Spirito (Gal 4,6; Rom 8,15.26-27) e sa si essere abitato dallo Spirito
(1Cor 6,19).
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2. LO SPIRITO IN RAPPORTO AL
CRISTO
a. lo Spirito di Dio in relazione con la risurrezione
del Cristo
Rom
1,3-4: formula pre-paolina, (giudeo-cristiana).
Due tappe della storia della
salvezza.
katà:
valore temporale, causale, strumentale.
Cf. Is 11,1-2.
Cf. Ez 37,1-14: «nato dalla stirpe
di Davide in virtù della natura,costituito Figlio di Dio con potenza in virtù
dello Spirito santo, per mezzo della risurrezione dai morti».
Rom
8,11: la potenza della risurrezione dello Spirito è garantita dalla
risurrezione del Cristo.
1Cor
15,45: l’ultimo Adamo, il Cristo, è un «soffio che fa vivere»
Contrapposizione tra due economie: Adamo
- morte, Cristo - vita (Adamo protoplasto con un soffio vivente dentro)
NON la risurrezione del Cristo in dipendenza dallo
Spirito. MA la risurrezione dei
cristiani, operata dallo Spirito, in dipendenza dalla risurrezione del Cristo.
Maggiore peso alla cristologia.
b. il dono dello Spirito ai credenti
Proviene
da Dio, piuttosto che da Cristo (2Cor
1,22; 5,5; Gal 4,6; 1Tess 4,8). Pneumatologia e cristologia hanno un
significato distinto.
c. lo Spirito del Cristo
REG.
‘Spirito di Dio, Spirito santo, Spirito’
ECZ.
‘Spirito del Cristo’: Rom 8,9; Gal 4,6; Fil 1,19; 2Cor 3,17.
d. azione del Cristo e azione dello Spirito
Le
espressioni in Cristo e nello Spirito appaiono intercambiabili.
«Il Signore è lo Spirito» (2Cor 3,17)
‘Signore’:
Dio o Cristo? ‘È’?
2Cor
3,16: Cf Es 34,34. Kyrios è il Cristo.
6-8:
antitesi tra lettera e Spirito, poi ripresa al tema della gloria velata o
rivelata.
?? Comunque, non vi è identità ontologica tra Gesù
glorificato e lo Spirito.
Formule ternarie
2Cor
1,21-22
Gal
4,4-6
1Cor
12,4-6
2Cor
13,13
§ Cristo
e lo Spirito sono associati, ma lo Spirito non si identifica con l’essere o con
la potenza del risorto.
3. LO SPIRITO IN RAPPORTO ALLA
CHIESA
a. il dono dello Spirito alla Chiesa
La
Chiesa, in quanto popolo messianico, è dotata dello Spirito.
Gal
3,14; 1Cor 3,16; 1Cor 12,12-13: corpo radunato in unità dall’unico pneuma.
Gal
4,4-6: non si evoca - come del resto altrove - una Pentecoste sui Dodici. Ma
forse non ha avuto occasione di prendere in considerazione la cosa.
b. la Chiesa e i ministeri
1Cor
12-14: i credenti sono dei ‘santuari’
i carismi
sono il segno della generosità e libertà di Dio (Rom 12) o dello Spirito (1Cor
12,4-11) nella distribuzione dei doni e ministeri all’assemblea. [Non ha dunque
senso appelaarsi a Paolo per la contrapposizione con l’istituzione].
la profezia
è grosso modo la nostra predicazione.
la glossolalia
è una lode rivolta a Dio in un linguaggio estatico misterioso.
4. LO SPIRITO IN RAPPORTO AL
SINGOLO CREDENTE
a. la comunione escatologica tra Dio e l’uomo
L’autorità
dello Spirito non è in un faccia a faccia, ma in un’associazione esistenziale.
Cf. Ez 36,26s. Pur restando distinto dall’uomo, lo Spirito di Dio è percepito
come uno spirito umano nuovo. C’è immanenza
nella trascendenza.
I
credenti sono spirituali (1Cor
2,13-15) ma i corpi lo diventeranno
con la risurrezione (1Cor 15,42-46).
La carne
è una potenza negativa che resiste allo Spirito (Gal 5,16-17).
Ma lo Spirito è una realtà radicale: Rom
8. È primizia (Rom 8,23), caparra (2Cor 1,22; 5,5).
b. lo Spirito e la vocazione cultuale del credente
Il
corpo dei credenti è un santuario (1Cor 6,16). [Il corpo è l’esistenza concreta dell’uomo nel mondo. Con il corpo si
rende culto a Dio: Rom 12,1]
Lo
Spirito del Figlio suscita la preghiera al padre nei nostri cuori (Gal 4,6).
Rom
8,26-27: l’uomo è incapace di pregare bene, e lo Spirito suscita un’espressione
non verbalizzabile dell’anelito ad una liberazione escatologica. Solidarizza
con tutti i santi (27) e con l’intera creazione (22).
Ma
deve comunque trovare un’espressione intelligibile (cf 1Cor 14,2.6).
c. lo Spirito e il comportamento escatologico del credente
Il
credente è stimolato a vivere in una prospettiva escatologica.
È UNA GRAZIA DONATA DALLO SPIRITO.
Una
adozione a figli (Gal 4,4-7), e guida i credenti (Rom 8,14).
Lo
Spiritoè presente nel cuore e nel corpo, producendo santità (1Tess 4,7-8), giustizia
(1Cor 6,11), e vita (Rom 8,2.6.10),
ed altri frutti escatologici: Gal 5,22-23: lista indicariva non esauriente.
È
L’OBBEDIENZA AD UN’AUTORITÀ Da
essere soggetto alla schiavitù della «carne», che è soggetta ad una legge di
peccato (Rom 7,25; Gal 5,24; Rom 8,7).
da tale obbedienza scaturisce la libertà (Rom 8), sebbene anche dopo la
liberazione i credenti rimangano esposti alla minaccia della carne. Gal 5,25:
«viviamo (indicativo) sotto l’impulso, quindi ci sottomettiamo (imperativo)»
p In
sintesi: la pneumatologia paolina
-- Lo Spirito è l’animatore della vita quotidiana:
cf. Ez 36,26-27.
Ma
non sono esclusi i doni spettacolari, da valutare però non secondo i criteri pagani
ma secondo il criterio cristiano del Cristo-carità e della edificazione
della Chiesa (1Cor 12-14).
-- Non si interessa tanto all’essenza dello Spirto
quanto ai suoi effetti
- garantisce la presenza di Dio (1Cor
3,16-17)
- suggella l’unità di tutti, indipendentemente
dallo statuto sociale o dalla razza (1Cor 12,13)
- anima la vita comunitaria (1Cor
12,4-11)
- suscita l’agape (Gal 5,22-25).
- come soffio, penetra nel cuore
dell’uomo, instaurando una comunicazione di Dio con l’uomo che apre all’uomo la
comunione con Dio. (Rom 8,16)
Contro il legalismo
giudaizzante lo Spirito conduce ad un’obbedienza immediata,
che sopprime le antiche mediazioni rituali e morali.
Contro l’entusiamo
paganeggiante si rafforza il
legame storico con l’ebvento Cristo e con la Chiesa comunità concreta.
¨ PERSONALITÀ DELLO SPIRITO?
In
Pl, lo Spirito non è semplicemente una forza, ma Dio stesso in quanto è
comunicato, presente e attivo: lo Spirito è Dio come amore attivo in noi.
È
anche qualificato come persona?
-- scruta
le profondità di Dio (1Cor 2,10s)
-- è
inviato nei nostri cuori (Gal 4,6)
-- testimonia
nel nostro Spirito che siamo figli di Dio ((Rom 8,16)
-- grida
in noi “Abbà, Padre” (Gal 4,6)
-- interviene
per noi davanti a Dio (Rom 8,26)
§ chi
compie tali azioni deve essere un soggetto libero e personale
-- distribuisce
doni “come vuole” (1Cor 12,11)
-- inabita
nei fedeli (1Cor 3,16)
-- è
per noi dono (Rom 5,5), non come oggetto, ma come qualcuno che dona
-- nello
Spirito, Dio dona se stesso (1Ts 4,8)
-- cf. formule ternarie, che equiparano
lo Spirito al Kyrios e all’ho Theos.
Sono
forti indicazioni nel senso della personalità, ma occorre attendere Gv.
Lo
Spirito è il principio di comunicazione e comunione tra noi e Dio, tra noi
tutti, poiché lo Spirito è sempre e solo uno e lo stesso
p LO
SPIRITO SANTO NELL’OPERA GIOVANNEA
1. DENOMINAZIONI GIOVANNEE
DELLO SPIRITO
Pneuma
(15 vv.)
Spirito
santo (3 vv.)
Spiirto
di verità (3 vv.)
Paraclito
(4 vv.)
2. IL FIGLIO E LO SPIRITO
a. i racconti
Nell’incarnazione
del Verbo, lo Spirito non viene affatto menzionato. Però se ne fa menzione - e
reinterpretazione nel battesimo: su Gesù lo Spirito discende e riposa.
Nel
corso del minsietro non si fa poi più menzione al ruolo dello Spirito.
19,30 dono costitutivo dello Spirito ad un gruppo
rappresentativo del popolo escatologico Alla morte Gesù trasmette lo Spirito.
Presso la croce c’è un gruppetto di fedeli. A questi, che egli rende la sua
famiglia, egli trasemtte lo Spirito, affinché non rimangano orfani.
20,19-23
lo Spirito è comunicato comepotenza in
vista di una testimonianza coraggiosa. Come in At 2, qui è il Figlio che
investe i dicepoli di una missione che ha come scopo quello di prolungare la
sua. [cf Mt 28,16-20; Lc 24,36-49].
(a chi
è dato il potere? ad un gruppo di discepoli deliberatamente
indistinto, quindi all’intera comunità, non solo ai Dieci)
b. i discorsi
lo Spirito e le parole del Figlio 3,34:
a differenza dei profeti, che lo ricevevano in misura differente, l’inviato
riceve lo Spirito senza misura.
6,63:
le parole di Gesù introducono nel mondo della carne lo Spirito e la vita
dall’alto.
lo Spirito promesso
ai credenti dal Figlio
7,33-39:
Fiumi d’acqua viva sgorgheranno...
19,30 (sangue e acqua)
realizza la promessa
Cf Sir 24,30-31:
l’assetato diventa fonte straordinariamente abbondante e potente grazie al
donoi dello Spirito xche gli farà il crociofisso.
Comunque si tratta di una promessa dello
Spirito fatta a Gesù dai discepoli già prima della morte.
(«non
c’era lo Spirito perché Gesù non era stato glorificato»)
14,16
- 14,26 - 15,26 -16,7: lo Spirito è promesso perché dovrà sostituyire il
Figlio, in modo anzi vantaggioso, così da compensare la rottura della morte
(16,7; 14,16b). Lo Spiirto non aggiunge nulla, ma attualizza la presenza del Figlio
ed il suo insegnamento. Ecco perché non c’è motivo che l’Altro Paraclito
intervenga finchè c’è il primo Paraclito.
il Figlio e il dono dello Spirito Cesura tra 14 e 15.
In
ante-cesura lo Spirito è mandato dal Padre, in linea con la tradizione veterostestamentaria,
ma dietyro domanda o in nome del Figlio (14,16.26)
In
post-cesura l’origine dello Spiirto rimane sempre dal Padre, ma è lo stesso
Figlio che lo comunica (15,26), nell’effusine che ne viene nella corce e nella
risurrezione.
c. abbozzi trinitari
Anche
qui interessa il ruolo, ma nella mentalità biblica il ruolo definisce
l’identità.
«Dio
è Spirito» (4,24). Non è una definizione dell’essenza di Dio, ma la
dichiarazione che ora, cioè dopo
Gesù, Dio si fa conoscere come un Dio «dall’alto».
Lo
Spirito (cf dialogo con Nicodemo) si rende presente misteriosamente, come il
soffio del vento.
«In
Spirito e verità», cioè non teoricamente ma nello Spirito santo e nel
Figlio-verità.
3. LO SPIRITO E I CREDENTI
a. la comunicazione dello Spirito ai credenti
3,5:
il battesimo è il luogo per la comunicazione dello Spiirto.
nel
contesto della rivendicazione al cristianesimo della pratica battistiana
(3,22-30; 4,1-2).
Cf
anche 4,13-14 (l’acqua che io darò diventerà sorgente...)
b. l’opera dello Spirito
NO
manifestazioni di entusiasmo, o esorcismo o guarigioni. TUTTO sta nella
comunicazione della verità e della vita.
ž Spirito della verità (14,17; 15,26;
16,13).
Rivela la verità tutta intera (16,13): cioè rivela il Figlio e le sue parole (15,26;
14,26) e per suo tramite il Padre (16,13-15). Non è una ‘gnosi’, ma è
l’iniziazione ad una relazione di fiducia,
una ‘conoscenza nel segno dell’ingresso in una relazione interpersonale.
ž Spirito della vita, (cui si giunge attraverso
la conoscenza della verità), Direttamente (6,63a) o attreverso le parole del
Figlio (6,63b).
ž Spirito che interviene nel processo tra Dio
e il mondo: 16,8-11
Fa
da ‘avvocato’ e rivela la gravità della posta in gioco. La colpa e di non
credere al Figlio che garantisce la vittoria del diritto e la condanna del
tiranno. Anche qui si tratta di un servire l’opera del Figlio. E di un servizio
ai cristiani, che potrebbero risultare indifesi nel processo.
Ö Personalità dello Spirito?
Gv 14,16-17: un altro Paraclito
Gv 14,26: vi insegnerà ogni cosa
Gv 15,26-27: mi renderà testimonianza
Gv 16,5-15: se non vado, non viene
Ÿ parallelismo
tra le azioni del Cristo e dello Spirito.
Ÿ termine
‘paraclito’: avvocato che difende la causa di chi è ingiustamente accusato.
Ÿ è l’altro Paraclito: uno presso il Padre,
uno nel mondo.
Ÿ trasferimento
dal genere neutro (tò) al genere maschile (hò)
14,17: M & N tò...hò
14,26: M & N hò parakeltos...tò pneuma...ekeinos
15,26: M & N hò parakletos, hon... tò pneuma...hò, ekeinos
16,13: M! ekèinos! solo
il maschile.
[Spirito principio femminile?]
p IN
SINTESI
Identità
dello Spirito... Difficile!
A
partire dalla cristologia...
A
partire dalla ecclesiologia...
A
partire dalla esperienza...
A
partire dalla esegesi... (ma che dire dello Spirito presso le altre
tradizioni?)
p Un asse
comune
Spiirto
di profezia che proclama il Cristo (Lc), Spirito animatore di una vita nuova in
Cristo (Pl), Spirtio di verità che apre alla conoscenza attuale del Figlio
(Gv), l’effusione dello Spirito è comunque la grazia escatologica, che dipende dall’opera messianica
del Cristo, ed ha uno sbocco ecclesiologico.
Lo Spiirto è Dio stesso in qunato entra
nell’esistenza della comunità intera ed in quella degli individui come un
soggetto distinto, anzi come il soggetto:
colui che parla o fa parlare (Lc), colui che guida (Pl), colui che convince
(Pl).
In alcuni monùmenti di ‘entusiasmo’ lo
Spirito invade l’intimo del credente,
ma ordinariamente non lo obnubilano, ma costituendo l’uomo come un soggetto
responsdabile nella relazione con Dio, coniugando libertà di risposta e
sottomissione alla presenza.