CONCETTI FONDAMENTALI DELLA DOTTRINA TRINITARIA

 

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MISSIONE PROCESSIONE ETERNA

-- del F ad opera del P (Gv 3,17)                  * visibile

-- dello SS ad opera del P (Gv 14,26) e del F (Gv 15,26)   * invisibile ma esperibile

scopo      la presenza di F e S nel mondo e nella storia

fondamento origine di F e S da P e P/F

 

PROCESSIONE RAPPORTO DI ORIGINE ETERNA

-- GENERAZIONE del F dal P  processione del verbo interiore nell'atto del conoscere

-- PROCESSIONE/SPIRAZIONE (Gv 15,26) dello SS dal P (principaliter) e dal F (in un modo donato dal P)     essere-al-di-fuori-di-sé nell'amore

 

RELAZIONE ESSERE RIFERITO AD UN ALTRO

-- dal P al F GENERAZIONE ATTIVA / PATERNITÀ

-- dal F al P GENERAZIONE PASSIVA / FIGLIOLANZA

[-- dal P+F allo SS  SPIRAZIONE ATTIVA (= 1/2)]

-- dallo SS al P+F SPIRAZIONE PASSIVA

** sono realtà relazionali in Dio le distinzioni non riguardano la sostanza ma le relazioni

DS 1330: «in Deo omnia sunt unum ubi non obviat relationum oppositio»

    in Dio le distinzioni sono relazioni:

    in Dio la realtà ultima non è la sostanza = l'essere-in-sé,

    ma la relazione = l'essere-dall'altro/l'essere-per-l'altro

[ nell'uomo la sostanza non è solo l'essere-dall'altro/per-sé ma anche l'essere-in-sè]

        semplicità e perfezione divine in Dio sostanza & relazione non diverse ma coincidenti: Dio è relazione ed esiste solo in relazioni immanenti: Dio è amore che si dona: LA SOSTANZA DI DIO È RELAZIONE occorre che le relazioni siano reali, non solo di pensiero, espressione reale della divina persona le relazione è orientata ad un fine che è realmente diverso dalla sostanza.

 

 

NATURA principium quo: ciò per cui la natura esiste ed agisce

 

PERSONA principium quod: supporto intimo dell'intero essere e agire, irriducibile ad una altra: NATURAE RATIONALIS INDIVIDUA SUBSTANTIA (Boezio)

  NATURAE RATIONALIS INCOMMUNICABILIS EXSISTENTIA - SUBSISTENTIA (Riccardo di S.V.)

  in Dio le persone sono RELAZIONI SUSSISTENTI

Anselmo: la relazione fonda la sussistenza (a° natura... modalismo)

Tommaso d'Aq.: le persone fondano la relazione (in senso logico, non cronologico: a° ipostasi, non natura)

  l'unica sostanza divina sussiste in triplice modo

                               

      principium quo           principium quod

                               

    unica coscienza sostenuta da un triplice supporto

  le persone sono identiche all'unico essere&coscienza

  esse scaturiscono dagli atti spirituali della coscienza e dell'amore

        c'è una relazione spirituale che non può essere priva di coscienza

  la personalità sta nella relazionalità, nell'interpersonalità

  anche in Dio le persone stanno in / sono dialogo: relazioni reciproche ma non interscambiabili: DIO&UOMO: IO-TU-NOI

 

 

PROPRIETÀ delle persone (idiomata)- NOZIONI, note distintive (gnorismata)

(= relazioni)

es innascibilitas del P:   OR proprietà fondamentale del P, Dio è pura origine e dono

        OCC è proprietà, ma non quella che costituisce la sua persona

 

APPROPRIAZIONI a tutte le tre persone, ma attribuibili ad una per affinità con le proprietà

es Potenza-Sapienza-Amore

Si tratta di una nozione sviluppata soprattutto nel medio evo, nella quale l’Unità divina è molto sottolineata. Tommaso fu uno dei primi (e dei più precisi) a mostrare come alcune qualità vengono attribuite più ad una persona divina che ad un’altra: Dio Padre è l’Onnipotente, Dio Figlio è la Sapienza... anche se è ribadito da tutti che l’azione autocomunicativa ad extra è sempre dell’Unico Dio.

Ricordiamo ancora una volta il limite del nostro linguaggio che tenta di esprimere in modo analogico che l’Amore di Dio rispecchia in un certo senso ciò che Dio è (ad intra). [Non ho capito molto bene cosa intendesse in questo punto...] Anche il figlio e lo Spirito, infatti, sono onnipotenti, ma la caratteristica dell’onnipotenza è manifestazione più diretta della paternità divina.

La teologia moderna (e soprattutto contemporanea) non negherà la necessità delle appropriazioni, ma ne farà un uso molto più sfumato: i rapporti propri delle singole persone sono evidentemente molti più di quanto si credesse, poiché Dio agisce sempre come Trino e sempre rivolto all’irripetibilità di ciascuna persona umana; ne è un esempio la considerazione della preghiera “Padre Nostro”: oggi nessuno più la considererebbe un’appropriazione, mentre solo 50 anni fa era l’inverso, quando ogni azione divina ad extra era considerata di fatto tale. Non solo appopriazioni, ma anche vere caratteristiche (e doni) personali propri.

 

PERICORESI compenetrazione reciproca delle persone divine

[Gv 10,30: io e il Padre siamo una cosa sola]

Ilario: Altro dall'Altro, Altro nell'Altro

(Gregorio Naz.: a° per le due nature di Cristo) (Giovanni Dam.: b° per la Trinità)

Firenze DS 1331: Propter hanc unitatem Pater totus est in Filio, totus in Spiritu Sancto; Filius totus est in Patre, totus in Spiritu Sancto; Spiritus Sanctus totus est in Patre, totus in Filio.

Bonaventura  circumsessio compenetrazione dinamica OR a° vincolo fra le tre persone

Tommaso circuminsessio interconnessione più statica OCC a° unica sostanza, qiuete

l'unità e l'autonomia crescono in proporzione diretta

La “mutua inabitazione” (pericorhsiV, circumsessio, circumincessio o circuminsessio)

“Il Padre è in me e io sono nel Padre” (Gv 14, 9 ss). Dio non è solo “con” altre persone, ma è “nelle” altre persone. Padre e Figlio e Spirito non sono solo accanto, ma uno nell’altro; si tratta del tentativo linguistico di esprimere l’intensità massima della comunione. Ilario di Poitiers aveva già affermato che non è nell’uno qualcosa di più dell’altro: tutto è perfetto nel Padre e tutto è perfetto nel Figlio. Colui in cui abita Dio è una natura che non può essere diversa da se stesso. La comunione divina è esprimibile in un “essere in”. Cfr. DS 1331, Concilio di Firenze, nel decreto Pro Iacobitis: “Pater est totus in Filius et totus in Spirito Sancto...” e noi siamo chiamati a partecipare di questo essere divino (Balthasar diceva: per il fatto che siano ugualmente Dio come il Padre). Cfr. Gv 17, 21: la preghiera sacerdotale.

 

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r SUL CONCETTO DI PERSONA IN TEOLOGIA TRINITARIA

La Formula Tradizionale  mia physis en treis hypostasein è dovuta ai Cappadoci.

ª Ma ci sono ambiguità tra latino e greco: hypostasis-substantia  persona-prosopon...

ª I filosofi greci non avevano mai dovuto distinguere, perché NELL’UOMO dovunque c’è una natura c’è anche una persona, cioè una natura individuale. Però IN DIO non è così, perché lì dove c’è una sola natura ci sono tre persone.

ª COSTANTINOPOLI II (DS 421) stabilisce a prevenzione di ogni equivoco la regola terminologica:    natura =  physis =     housia =  substantia

           persona = hypostasis = prosopon

 

IL CONCETTO TRADIZIONALE

Unità di essere à unità di coscienza (non ci sono tre coscienze in Dio; ma non significa che non ci siano tre centri di coscienza e di attività)

L’unico essere divino con l’unica coscienza (principium quo) sussiste in triplice modo (principium quod).