http://utenti.lycos.it/amenalleluia
http://members.xoom.virgilio.it/martiri
Gesù
maestro e modello di preghiera
La preghiera animava il ministero messianico
e l'esodo pasquale di Gesù. "Nei giorni della sua vita terrena offrì
preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da
morte e fu esaudito per la sua pietà" (Eb 5,7). "Può salvare
perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli
sempre vivo per intercedere a loro favore" (Eb 7,25).
Gesù prega come ogni Ebreo:
privatamente
prima
delle riunioni conviviali: alle moltiplicazioni dei pani (Mt 14,19; Mt 15,36); nell'ultima
cena (Mt 26,26); ad Emmaus (Lc 24,30); l'inno nel cenacolo (Mt 26,30).
pubblicamente
nella
sinagoga in giorno di sabato (Lc 4,16: secondo il suo solito)
nel
tempio (casa di preghiera: Mt 21,13)
ai
pellegrinaggi a Gerusalemme
**
Pasqua
a. festa agricola di contadini e pastori a
primavera
b. liberazione dall'Egitto (Es 12,1ss)
** Pentecoste
a. festa contadina della mietitura (Lv 23,13-51)
b. memoriale dell'alleanza tra Israele e il
suo Dio: dono della legge
** Capanne
a. festa del raccolto dei frutti annuali
(costruzione di capanne)
b. pellegrinaggio di Israele sotto le tende
(Lv 23,42-43)
in
atteggiamento di obbedienza e libertà il vero spazio per l'incontro salvifico è
lui
NELLA TRADIZIONE SINOTTICA
Risulta dall'insieme dei testi
Gesù
prega personalmente[1]
Pregare per Gesù è come respirare. Ricerca la
solitudine e le condizioni adatte alla intimità col Padre, nella sua tensione
d'amore: nel deserto o sul monte a pregare (Lc 5,16); la mattina presto (Mc
1,35); la notte intera (Mt 14,23; Lc 6,12). Ma è una preghiera spontanea,
espressione della sua relazione filiale. Nella sinagoga e nel tempio Gesù trova
un vuoto.
Gesù
prega in alcuni momenti decisivi
1.
al momento del battesimo (investitura
profetica messianica: Lc 3,21): scena costruita sul modello della vocazione dei
profeti e dei patriarchi: Figlio amato / Servo fedele. La chiamata avviene in
un contesto orante, prototipo del sorgere della chiesa a Pentecoste.
2.
nella notte da solo in Galilea (Mc
1,35; Lc 5,16): dato tradizionale che ha colpito l'attenzione dei discepoli storici
di Gesù. Egli si sente a disagio nel ruolo di guaritore, essendo piuttosto il
proclamatore del Regno. Tra la proclamazione del Regno - compito ricevuto nel
battesimo - e il successo del ministero di guarigione, sceglie la fedeltà alla
vocazione. Ciò accade dopo la preghiera e dunque Gesù chiedeva nella preghiera
la conoscenza della volontà del Padre
3.
prima della scelta dei Dodici, nucleo del
nuovo Israele (Lc 6,12): non è un fatto organizzativo. Dodici apostoli come
i dodici patriarchi. I profeti vivono prima il dramma dello scisma e poi quello
dell'esilio, ed intravvedono la riunificazione del popolo. Al tempo di Gesù
c'erano solo due tribù e mezza.
4.
dopo il miracolo dei pani e la crisi dei
discepoli (Mc 6,45; Mt 14,23): Gesù dona pane in abbondanza, come Dio lo
diede al popolo peregrinante uscito dall'Egitto; ne nasce un entusiasmo
popolare messianico legato alla speranza di liberazione politica. Gesù prega
per comprendere che deve scegliere, e supera le tentazioni di dare pane, di
fare l'agitatore politico e ottenere successo col fascino dei miracoli.
5.
prima dell'annuncio della passione
(Lc 9,18): Gesù fa partecipi i discepoli della sua speranza, dopo la certezza
dell'annientamento.
6.
sul monte della trasfigurazione (Lc
9,28): Gesù ricalca Mosè col volto trasfigurato, e anche Elia. Egli è il
Figlio. Prende il posto di tutti i mediatori. È una reinvestitura che avviene
nella preghiera, una ripresa di coscienza della propria vocazione e identità.
7.
benedice e loda il Padre per la scelta dei
piccoli (Mt 11,25-26): al centro dell'evangelo, Gesù dichiara 'così fa
Dio!'. Non ai grandi diplomati o professionisti, ma agli adulti non
acculturati. La preghiera è la totale trasparenza di Gesù all'azione di Dio.
8.
prima di insegnare a pregare ai discepoli
(Lc 11,1): Gesù non è un professionista, ma insegna con la sua esperienza
9.
nel giardino del Getsemani (monte
degli Ulivi: Lc) (Mc 14,32-36): Gesù non è un suicida né un malato, ma un uomo
sano che chiede di essere liberato dalla morte, uniformandosi tuttavia alla
volontà divina.
10.
sulla croce prima della morte:
-
preghiera di perdono (Lc 22,34); abbandono al Padre (Lc 22,46) (Sal 31,6)
-
grido del morente, giusto (Mc 15,34; Mt 27,46) (Sal 22,2)
Sulla croce si esprimono insieme l'angoscia e
la fiducia. Chiede perdono, non perché irresponsabili, ma perché non hanno
riconosciuto il Messia, perché sono stati infedeli.
Mt nel discorso sul monte (6,5-15;
7,7-11)
Istruzione ai discepoli nel
contesto delle tre opere [2]
- non come fanno i giudei (Mt 6,5-6)
- non come fanno i pagani (Mt 6,7-8)
- preghiera dei discepoli (Mt 6,9-13.14-15)
Pregare da figli e da fratelli, con una
relazione privata col Padre. Non come una magia nella quale si può ricattare
Dio. Non è una formula, ma piuttosto uno stile di relazione col Padre. Il
figlio non viene poi mai deluso nella sua fiducia nel padre.
-- condizioni per una preghiera efficace (Mt
7,7-11)
+ Mc 11,24-25: l'essenza
Lc sulla via (11,1-13)
- introduzione (Lc 11,1)
- preghiera dei discepoli (Lc 11,2-4)
-- condizioni per una preghiera efficace (Lc
11,5-8.9-13)
Il discepolo fa la strada con Gesù,
condividendo il suo destino. Si può contare su un amico, e dunque bisogna avere
piena fiducia in Dio. Lo Spirito è dono di fedeltà nella persecuzione, fonte di
vita e di salute
http://utenti.lycos.it/amenalleluia
http://members.xoom.virgilio.it/martiri
NELLA TRADIZIONE GIOVANNEA
Gv è il vangelo spirituale, ma non presenta
spesso Gesù in preghiera.
Gesù è il Figlio che nella piena comunione
con il Padre rivela la sua gloria, quella dell'Unigenito pieno di grazia e di
verità:
1. Gesù prega davanti alla tomba dell'amico
Lazzaro (11,41-42;
2. Gesù prega nell'ora della crisi e della
gloria (12,27-28)
3. Gesù prega a conclusione del testamento
davanti ai discepoli (17,1-26)
La preghiera di Gesù è
FILIALE
Mc 14,36: Abbà coscienza della relazione filiale unica che
lo lega al Padre: mai usato prima nella preghiera tale termine per rivolgersi a
Dio, con tale familiarità
OBBEDIENTE
La preghiera del Figlio e del servo di YHWH;
Mc 14,36: Padre familiarità e totale sottomissione (la
preghiera, riflesso della psicologia e della ontologia)
AD DISCERNIMENTO DELLA PROPRIA MISSIONE
Nella preghiera Gesù scopre il proprio
compito e ritrova la nitidezza delle proprie scelte (Mc 6,46; Gv 6,15: si
sottrae alla folla che tenta di distrarlo alla sua missione)
SOTTO LA PAROLA DI DIO
affiorano trame bibliche (Sal 22 e 31)
[1] quando
viene rivelata la sua missione dal Padre (Lc 3,21-22); prima della chiamata degli apostoli
(Lc 6,12); rendendo grazie a Dio prima della moltiplicazione dei pani (Lc
9,16); nella
trasfigurazione sul monte (Lc 9,28-29); quando risana il sordomuto (Mc 7,34);
quando risuscita Lazzaro (Gv 11,41); prima di provocare la confessione di Pietro
(Lc 9,18); quando insegna ai discepoli a pregare (Lc 11,1); quando i discepoli
tornano dalla missione (Lc 10,21); quando benedice i fanciulli (Mt 19,13); per
Pietro (Lc 22,32).
[2] Gesù ha comandato di pregare: pregate, domandate, chiedete, nel mio nome (Gv 14,13; Mt 6,9-13; Lc 11,2-4). La preghiera, secondo Gesù, è NECESSARIA (Lc 18,1), raccomanda che sia UMILE (Lc 18,9-14), VIGILANTE (Lc 21,36), PERSEVERANTE, FIDUCIOSA nella bontà del Padre (Lc 11,5-13), PURA NELL'INTENZIONE e CONFORME A DIO (Mt 6,5-8; 23,14; Lc 20,47; Gv 4,23).