QUINTA LEZIONE - IL CATALIZZATORE |
Prof. Antonino Saggio Collaboratori alle ricerche arch. F. De Luca - Italia Rossi - AA 2002-2003 |
La scuola del Bauhaus è stata chiusa nel 1933; in seguito l'edificio ha subito una serie di trasformazioni. Di recente è stato operato un accurato restauro riportandolo alle forme originarie da dei restauratori del moderno i quali, non si occupano soltanto della classica materia del recupero, ma anche dello studio delle tecnologie e dei materiali dell'epoca.
Argan compara l'edificio del Bauhaus ad una biella poiché compie una conquista dinamica dello spazio attraverso un "movimento meccanico e circolare". Nella storia dell'architettura spesso il Bauhaus viene associato alla teoria della relatività, ma ciò non è esatto (anche se in quegli anni nasce una coscienza di frammentazione del paesaggio industriale). Bisogna però sottolineare che è proprio l'edificio del Bauhaus a trasformare in valore la caratteristica costituzionalmente frammentaria del paesaggio industriale cambiando esso stesso in relazione alla funzione che deve assumere ogni sua parte. Nasce, dunque, una coscienza estetica nuova: LA FRAMMENTARIETA' DELLA VISIONE. Nel Movimento Moderno la progettazione segue la funzione ed è proprio dall'analisi di quest'ultima che nasce la forma. Le varie funzioni vengono separate non assegnando più forme a priori, come invece avveniva nel modello rinascimentale, ma facendo derivare quest'ultime dalle funzioni che dovranno ospitare. Esiste un altra visione del Bauhaus: esso viene associato al roteare di un elica. Tale definizione è stata data da un giornalista che vide l'edificio da un aeroplano. Con questa associazione di idee si evidenzia ancora di più la differenza che intercorre tra il progetto di Gropius ed il modello rinascimentale come ad esempio Palazzo Farnese che incapsula in sé un meccanismo di staticità. Una relazione molto stretta, invece, intercorre tra il Bauhaus ed il Neoplasticismo dove l'architettura viene ridotta a segni primari quali lastre ed a colori primari puri. La parola chiave diventa quindi ASTRAZIONE svincolando le forme da ogni idea di figurazione. Il Neoplasticismo, però, seppur nato all'interno del Bauhaus, viene visto come un elemento scomodo da quest'ultimo poiché considerato troppo dogmatico, tanto da sacrificare la funzionalità in favore del disegno. Inoltre il Neoplasticismo si rivelerà debole soprattutto dal punto di vista costruttivo poiché usa, al posto della gabbia strutturale, la muratura portante; solo Mies van der Rohe riuscirà, in parte, a risolvere il problema inserendo la struttura puntiforme. Un'altra caratteristica fondamentale del Bauhaus è la corrispondenza oggettiva tra interno ed esterno: la scelta degli elementi da parte dell'architetto è sempre oggettiva e mai basata sui gusti personali. Questa affermazione non è però del tutto vera, esistono, infatti, alcune eccezioni come ad esempio l'uso della finestra in lunghezza che viene utilizzata, non solo per ragioni funzionali, ma soprattutto per ragioni estetiche poiché dilata il quadro diminuendo la profondità prospettica e quindi portando all'astrazione di una visione piana.
L'elemento catalizzatore di tutto ciò è la TRASPARENZA come voce figurativa dell'oggettività, trasparenza che diventa l'etica di tutto un mondo diverso e nuovo e di una concezione spaziale di cui prima non c'era coscienza. Quando, nel 1925, viene inaugurato l'edificio del Bauhaus, nasce un paradigma diverso; si può affermare che finalmente l'architettura sia riuscita ad assorbire i paradigmi dell'era industriale. Fermenti ed idee nuove creano il nuovo modello legato all'industrializzazione. A partire dal 1865 gli intellettuali iniziano ad acquisire coscienza del mondo pervaso dalla Rivoluzione Industriale e del paesaggio industriale (che non necessariamente è rappresentato da edifici industriali). Nel 1914 nascono le idee futuriste; Le Corbusier crea la piastra, Wright fonda l'architettura del paesaggio e attua la scomposizione dei piani, nel 1917 nasce la Concezione Neoplastica con la scomposizione dei piani di Mondrian.Tutte queste innovazioni si ribadiscono e solidificano con l'edificio del Bauhaus dove viene del tutto messo in crisi il modello rinascimentale divenendo un edificio paradigmatico, in aderenza alla rivoluzione industriale. Il vero
problema dell'architettura non è rappresentato dalla progettazione di chiese
e palazzi, ma dalla costruzione dei quartieri operai cioè la casa per tutti.
Si assiste quindi ad un ribaltamento totale delle priorità in quanto gli
architetti si sentono parte del popolo. La parola chiave diventa quindi
EXISTENS MINIMUM. Come già detto, l'esempio più rappresentativo del nuovo
paradigma industriale è senza dubbio il Bauhaus (che letteralmente vuol dire
casa della costruzione). Questo è una scuola che nasce nel 1919 e si
presenta subito come una scuola atipica in quanto non è ne' superiore ne'
universitaria e nella quale si insegna una sotto cultura d'avanguardia in
tutti i campi (jazz, teatro d'avanguardia, ecc.) con l'obiettivo di creare
un'estetica legata al panorama industriale. Il Bauhaus viene successivamente
spostato, per motivi di incompatibilità culturale con la cittadina
universitaria di Weimar che lo ospitava, a Dessau dove viene costruito il
nuovo edificio di Gropius. La scuola riparte quindi daccapo affrontando una
crisi di riinizio con un programma di rigenerazione e di cambiamento. In questo
periodo si assiste ad un cambiamento radicale nella tecnica delle
costruzioni grazie all'invenzione del cemento armato che introduce la
discontinuità nella struttura, una discontinuità organica, più logica ed
economica. Gli architetti, successivamente, trasformeranno questa tecnica
costruttiva in valore formale (vedi Le Corbusier ed i suoi cinque punti). La
discontinuità non si limita però soltanto alla struttura, ma interessa anche
l'intero pacchetto murario che perde la sua omogeneità per stratificarsi in
elementi indipendenti. |
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