Titolo de "Il Porto sepolto"

"Si vuole sapere parchè la mia prima raccolta si intitolasse Il Porto Sepolto (raccolta). Verso i sedici, diciassette anni, forse più tardi, ho conosciuto due giovani ingegneri francesi, i fratelli Thuile, Jean e Henri Thuile. Entrambi scrivevano. A quei tempi Jean scriveva due romanzi, "Le Trio des damnès" e "L'eudémoniste", romanzi che Bourges apprezzava. Henri scriveva poesie. In quei mesi aveva perso la moglie e le aveva dedicato un seguito di stanze, "La lampe de terre". A quel libro sono oggi ancora affezionatissimo, ... quando ho avuto da soffrire troppo per il dolore provocato da eventi tragici che mi riguardavano personalmente o riguardavano tutti gli uomini, in un passato che ancora mi sembra ieri, anzi che ancora è oggi, tanto continuo ad essere lacerato - quel libro mi tiene tanta compagnia.

Quegli amici avevano ereditato dal padre una biblioteca raccolta con precisione di curiosità e di gusto, una biblioteca romantica ch'essi avevano arricchita con opere dei poeti e degli scrittori contemporanei. Non credo esistano molte biblioteche private che dimostrino altrettanta competenza, finezza e passione. Abitavano fuori d'Alessandria, in mezzo al deserto, al Mex. Mi parlavano d'un porto, d'un porto sommerso, che doveva precedere l'epoca tolemaica, provando che Alessandria era un porto già prima d'Alessandro, che già prima d'Alessandro era una città. Non se ne sa nulla. Quella mia città si consuma e s'annienta d'attimo in attimo. Come faremo a sapere delle sue origini se non persiste più nulla nemmeno di quanto è successo un attimo fa? Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandatoci d'ogni era d'Alessandria. Il titolo del mio primo libro deriva da quel porto, il Porto Sepolto."

(Ungaretti, Il Porto sepolto (raccolta), in: Vita di un uomo, Mondadori, 1992, pag.519-20)

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