Montovolo, Ombelico del Mondo Etrusco ?!!

  di Graziano Baccolini

Questo articolo è stato pubblicato recentemente, in maniera più succinta, sulla rivista Hera, 41,76, 2003.

 

I parte

La "sua" pietra Ovale si ritrova come simbolo religioso nelle Necropoli Etrusche, di Marzabotto, di Bologna, di Pisa, di Settimello (Firenze), di Populonia, di Volterra, di Orvieto e di tante altre Necropoli dove molte di queste pietre ovali sono andate miserabilmente perdute probabilmente perché considerate finora semplici cippi .

Dalle precedenti ricerche riportate in questo sito( vedere Index) e riassunte in un breve articolo su Hera, ho appurato, che Montovolo è stata la Montagna Sacra dell’Etruria settentrionale nel VI sec A.C e che sulla vetta del monte c’era probabilmente un Centro Oracolare simile a quelli noti nell’antica Grecia nello stesso periodo storico. Questa affermazione è basata su una serie di dati, alcuni riportati in precedenza che possiamo qui brevemente riassumere, aggiungendo anche altri riscontri trovati recentemente che la avvalorano ulteriormente.

Gli antichi Centri Oracolari

I Centri Oracolari 1 erano luoghi sacri in cui si praticavano dei riti che avvicinavano gli uomini ai loro Dei e la loro origine è antichissima risalendo alle prime civiltà umane come quella Sumerica ed Egiziana. Si chiamano oracolari perché spesso i sacerdoti che praticavano i riti davano dei responsi detti anche oracoli che dichiaravano fossero inviati dal Dio a cui quel centro era dedicato. I più noti sono quelli esistiti nell’antica Grecia e il più noto tra questi è quello di Delfi. Spesso il Centro Oracolare aveva come simbolo una pietra, a forma ovale o quasi-sferica o conica, definita anche pietra-ombelico (omphalos). Per questo motivo questi centri si definivano "Ombelico del mondo" a volte in contrapposizione con altri. Il dio di Delfi era Apollo, il cui nome significa pietra, ed era rappresentato con una pietra Ovale. Delfi diventò l’"Ombelico del mondo greco", soppiantando il più antico centro di Dodona, un tempo unico centro oracolare e indiscusso Ombelico Greco come riporta Erodoto2 nelle sue Storie(II,52). A Delfi fin dal VIII secolo AC affluivano genti di tutti paesi del Mediterraneo, compresa l'Etruria, e diventò il centro di quel mondo. Anche in altre civiltà come quella Egizia, Babilonese o Ittita c’era la stessa usanza da cui deriva quella Greca. A Tebe, in Egitto, una simile pietra ovale rappresentava il Dio Ammon, mentre nel Vecchio Regno il Dio Sokar era rappresentato con una stessa pietra ovale su cui erano appollaiati due piccioni e riprodotta nella Tomba di Tuthmosi III .

 Particolare della Tomba di Tuthmosi III raffigurante la pietra Ovale con i due piccioni e serpenti.

Nella lunghissima storia dell‘Egitto gli Ombelichi del paese sono stati diversi come Eliopoli, Karnack, Tebe e spesso in contrasto tra loro per questioni di potere. Hebron e Gerusalemme lo sono stati per gli Ebrei. Altri Ombelichi li troviamo anche in altre civiltà di altri continenti come Cuzco (Perù), isola di Pasqua (oceano Pacifico), Angkor (Cambogia ), e tanti altri che saranno forse ancora sconosciuti. Sembra che tali "ombelichi" avessero anche un alto significato geodetico, cioè servissero a marcare punti della Terra con conosciuta latitudine e longitudine e spesso tali luoghi erano posti su montagne con vette gemellari facilmente individuabili. Il monte Parnasso a Delfi è un monte gemellare, il Monte Ararat (sito oracolare di Metsamor) in Armenia è gemellare ecc. Ogni centro oracolare o Ombelico aveva attorno a se altri centri a distanze ben definite e sembra fossero in comunicazione tra loro.

Riproduzione del rilievo in marmo trovato a Delfi dove si vede la Pietra Ovale con sopra due colombi

Inoltre sopra le pietre-ombelico o nelle vicinanze spesso venivano incisi due volatili, posti di fronte uno all'altro, che erano spesso colombe. Esistono per Delfi antichi bassorilievi conservati al Museo di Londra (vedi sopra) che presentano la pietra ovale con sopra due colombe. Queste colombe erano con molta probabilità piccioni o colombi viaggiatori che servivano per inviare i messaggi ai vari centri e i due colombi stavano a indicare che ad ogni colombo che arrivava c'era un altro che partiva con la risposta o andava in un altro centro oracolare con lo stesso messaggio. Tale affermazione è confermata da tradizioni greche riportate anche da Erodoto dove ritroviamo voli di colombe che volano dai centri oracolari di Karnack o Tebe a quelli greci di Delfi o Dodona.

Riporta infatti Erodoto2 (II,54):

Le profetesse di Dodona dicono che due colombe nere volate via da Tebe d'Egitto sarebbero giunte l'una in Libia l'altra presso di loro. Questa posatasi su una quercia ordinò con voce umana che doveva sorgere lì un oracolo di Zeus, ed essi, i Dodonei, ritennero che tale ordine provenisse da un Dio ed agirono di conseguenza. Dicono poi che la colomba andata in Libia abbia ordinato ai Libici di fondare l'oracolo di Ammone, e anch'esso è di Zeus. Dunque le sacerdotesse, delle quali la più anziana ha nome Promeneia, quella che vien dopo Timarete e la più giovane Nicandre, mi narrarono questo e con esse concordavano anche gli altri Dodonei addetti al tempio.(…)

Ovviamente neppure Erodoto pensava che fossero piccioni viaggiatori perché se lo avesse saputo lui, lo avrebbe saputo chiunque, e questo mezzo di comunicazione segreto e potente avrebbe perso la sua efficacia e non avrebbe dato, allora, il potere della presunta preveggenza ai sacerdoti Oracolari.

Infatti Erodoto (II,57) dice successivamente che tali colombe potrebbero essere donne straniere:

Riproduzione recente della pietra ovale a Delfi che serve a indicare dove era posta quella antica andata perduta ma riprodotta su diversi rilievi in marmo. Una copia del periodo romano è conservata al Museo di Delfi. (Foto G. Guizzardi.)

Ricordiamoci che ancora oggi in alcuni paesi è vietato per i privati usare piccioni viaggiatori e fino a qualche decennio fa era considerato un segreto militare.

Ad ogni centro oracolare era anche associato un "codice arboreo" : Dodona aveva la quercia, Delfi aveva l’alloro, Delo la palma, Hebron l’acacia, Sidone il Cedro ecc. Come riporta R.Temple 1la pianta serviva come "codice" per individuare il centro oracolare. Era il loro "codice postale" che presumibilmente veniva indicato nei messaggi inviati dai colombi viaggiatori per indicare la provenienza. Si può quindi immaginare una rete di centri che comunicavano tra loro con questi piccioni viaggiatori e questo mezzo di comunicazione era noto solo ai Sacerdoti e ai loro adepti. Ricordiamo che i piccioni o colombi viaggiatori possono fare cento chilometri in un’ora e permanere in volo senza posarsi anche per dieci ore consecutive, attraversando quindi anche lunghi tratti di mare. In questo modo le notizie potevano valicare i mari in poche ore giungendo a destinazione molto tempo prima, a volte anche mesi, di qualsiasi messaggero terreste suffragando la presunta preveggenza degli oracoli.

Montovolo, Centro Oracolare e un probabile Ombelico Etrusco

Il massiccio del Montovolo con accanto la cima più alta del Vigese.

Nell'Appennino tosco-emiliano, a 50 Km da Bologna e 60 da Firenze, vi è un massiccio montagnoso isolato dagli altri monti e definito Alpe Gemina perché è composto da due cime gemellari denominate Montovolo e Vigese. Sulla cima del Montovolo vi è un Santuario, le cui antichissime origini sono ancora in parte sconosciute, anche se supposte da molti.

Il Santuario di Montovolo

La lunetta del portale del Santuario porta la scritta A.D. MCCXI ROIP e questa dovrebbe essere la datazione presunta di tale lunetta. Ma la cosa per noi più interessante e’ la presenza di due colombe incise poste una di fronte all’altra con al centro cinque fori per formare una "croce" inscritta in un cerchio, che probabilmente non è una croce Cristiana, ma è il simbolo degli "ombelichi del mondo" riscontrabile anche in altri siti dell’antichità precristiana in tutte le parti del mondo indicando Dio e l'aldilà.

Inoltre in basso ai due lati sono incise due piante che sembrano "gigli" o giunchiglie. In primavera i prati di Montovolo sono pieni di questi fiori spontanei per cui li possiamo definire una pianta tipica del luogo.
 
 

Lunetta del portale con le due colombe, la croce inscritta in un cerchio e i due "gigli"

Visto le premesse fatte sui centri oracolari, fu facile presumere che Montovolo possa essere stato in origine un antichissimo "centro oracolare ", probabilmente Etrusco dato che alle pendici del Montovolo sono stati trovati numerosi reperti Etruschi. Abbiamo infatti due colombe, quindi la croce inscritta in un cerchio "simbolo dell'ombelico del mondo". Inoltre abbiamo i due gigli che potrebbe essere il "codice arboreo" di questo centro ed inoltre il monte è gemellare. Queste potrebbero essere solo coincidenze che comunque mi spinsero a trovare altri dati, o coincidenze, che potessero avvalorare l’ipotesi di centro oracolare Etrusco. Successivamente ho cercato nelle leggende del luogo3, riportate in diversi testi, qualche indizio chiaro che mi riconducesse ad un importante luogo sacro Etrusco. Come si sa spesso i miti, le leggende e le tradizioni nascondono fatti veramente accaduti anche se a volte sono difficili da interpretare sia per i simbolismi usati, ma soprattutto perché oscurati dai veli dei secoli o millenni trascorsi. Riguardo Montovolo è riportata una leggenda che narra di un serpente, nascosto sotto una grossa pietra a custodia di un tesoro, che aspetta un bacio da una giovane per riprendere le sembianze umane. La figura del serpente si riscontra spesso nei miti di altri notissimi centri oracolari come quelli di Delfi e di Delo. Come riportato4 da Graves, a Delfi esiste anche una antichissima ballata che narra di " un eroe incarnato in un serpente" che vuole tornare umano. C’è un serpente associato con la fondazione di Delfi. Originariamente questo posto sacro, dice il mito, era dedicato alla Dea della terra Gaia ed era protetto dal serpente Pitone. Apollo però uccise il serpente custode del tempio ed eresse sul sito della contesa il suo centro oracolare. Una storia simile si ritrova anche nel più antico centro di Delo. Quindi forse anche per Montovolo esisteva un tesoro che il serpente della leggenda doveva custodire. Si deve ora notare che sulle pietre ovali omphalos caratteristiche di ogni centro oracolare sia egiziano, babilonese, greco, etrusco e romano veniva rappresentato spesso un serpente attorcigliato definito anche custode del centro oracolare. La pietra ovale ci riconduce probabilmente all’origine del nome Montovolo. Infatti si trova spesso in documenti dei secoli passati anche il nome Monte Ovuli (Monte dell’Uovo) per cui il nome può derivare dalla presenza sul monte di una grossa pietra ovale, forse con serpente, rimasta abbandonata per qualche secolo ed il nome originario più antico di Monte Palense,( dal nome della Dea Etrusca Pale) fu trasformato in monte Ovuli probabilmente dalle genti del luogo forse per aver visto questa strana pietra ovale di cui non si sapeva più il significato. Nel libro di R.Temple, Il mistero di Sirio ed PIEMME, fonte notevole di notizie e bibliografie, sono pure riportate alcune rappresentazioni di pietre-omphalos etrusche e romane con un serpente attorcigliato, e inserite in piccoli templi dal tetto piramidale. Questi riscontri ci confermano che presso gli etruschi prima e poi anche i romani esistevano questi tempietti, che potremo chiamare "oracolari", con le loro pietre ovali, anche se ci sono più noti quelli dell’antica Grecia o dell’antico Egitto. Si può quindi immaginare che la lunetta era parte di un tempietto oracolare, che potrebbe essere rappresentato come nella figura 1 sottostante.

 Figura 1- Come poteva essere in origine il tempietto Oracolare di Montovolo


 
 

 Antiche monete greco-romane provenienti dall'Asia minore con la rappresentazione di un tempio sopra un monte o su una pietra omphalos mentre nell'altra vi è un serpente attorcigliato probabilmente attorno ad una pietra .

Coppa greca laconica conservata al Louvre

 Riporto come piacevolissima conclusione di questa prima parte riguardante in generale i centri oracolari ed in particolare quello di Montovolo questa bellissima coppa greca laconica conservata al Louvre e riportata in numerosi testi scolastici ma che a molti di noi era sconosciuto appieno il suo significato. Dopo quello che abbiamo riportato sui centri oracolari, ora possiamo notare in questa coppa tutti gli elementi tipici di un centro Oracolare. Notiamo i colombi, il serpente, custode del Tempio, aggredito dall’Eroe greco, la pianta di palma sullo scudo, forse il "codice arboreo" di Delo, e il tempietto oracolare. Manca la pietra ovale ma potrebbe essere dietro la tenda che però mantiene il reticolo dei meridiani e paralleli che spesso venivano raffigurati sulle pietre omphalos.(vedi figura 1) Qui, con molta fantasia, potremo ritrovare rappresentata la mappa degli antichi centri oracolari del sud del Mediterraneo! E ciò, se fosse vero, sarebbe per molti un nuovo mistero: Come avranno allora potuto dividere la Terra in meridiani e paralleli ? Ma questo sarebbe un discorso molto lungo anche se facilmente verificabile.

L'Etruria (Etruria del Nord o Padana, del Centro e del Sud) nel massimo della sua espansione,VI sec. A.C., con la localizzazione di Montovolo che risulta anche centro geodetico !! .

Per continuare vedere la II Parte

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