Con me e con gli alpini
- "CRITICANO SEMPRE
- perché mi accompagno con gli
inferiori.
- Ma non mi accompagno con gli inferiori;
mi
accompagno coi miei uguali.
- Tu credi di essere più istruito
perché hai fatto le scuole; e che il soldato
popolo ti sia inferiore.
- Credi che la saviezza dipenda
dall'alfabeto.
- E la nobiltà dal sartore.
- Ma io tutte queste cose non le credo.
- Tu, cos'è stata fin qui la tua
vita?...
- E allora io mi accompagno col mio trombettiere
contadino; invece.
- Che à un'anima
tanto ricca che trabocca in poesia,
quando mi racconta il combattimento contro la miseria
ch'è stata la sua delle vite.
- E mi porta le notti sul piroscafo quando dormiva
sopra la caldaia e i piattini gli facevan la musica per
compagnia; e mi fa vedere la barchetta di salvamento, nel
naufragio, che quando faceva cocuzzolo l'acqua, saliva
come un uccellino...
- E ha della mitraglia nel corpo, sai.
- Ah! sì che mi accompagno con questo
inferiore.
- Quando son stato con lui mi sento
consolato.
- E credo nella patria.
- E prego per lui che torni alla sua donna - e alla
patria - che allevi i suoi figlioli a sé. E alla
patria.
- Ma tu, che sei superiore, va pure al tuo
destino.
- E stanne pure lontano.
- Se ti ubbidisce è perché stai
lontano.
- Il suo rispetto è fondato sulla fede che
la gerarchia sia giustizia, che sia merito, che sia
premio.
- Forse crederà che tu l'abbia
guadagnato.
- Guai se perdesse questa fede!
- Guai se ti conoscesse davvero!
- TU, PER SERVIRE LA PATRIA, devi stargli
lontano."
(Piero Jahier,
da: Con me e con gli alpini, 1919)
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