Con me e con gli alpini

"CRITICANO SEMPRE
perché mi accompagno con gli inferiori.
Ma non mi accompagno con gli inferiori; mi accompagno coi miei uguali.
Tu credi di essere più istruito perché hai fatto le scuole; e che il soldato popolo ti sia inferiore.
Credi che la saviezza dipenda dall'alfabeto.
E la nobiltà dal sartore.
Ma io tutte queste cose non le credo.
Tu, cos'è stata fin qui la tua vita?...
E allora io mi accompagno col mio trombettiere contadino; invece.
Che à un'anima tanto ricca che trabocca in poesia, quando mi racconta il combattimento contro la miseria ch'è stata la sua delle vite.
E mi porta le notti sul piroscafo quando dormiva sopra la caldaia e i piattini gli facevan la musica per compagnia; e mi fa vedere la barchetta di salvamento, nel naufragio, che quando faceva cocuzzolo l'acqua, saliva come un uccellino...
E ha della mitraglia nel corpo, sai.
Ah! sì che mi accompagno con questo inferiore.
Quando son stato con lui mi sento consolato.
E credo nella patria.
E prego per lui che torni alla sua donna - e alla patria - che allevi i suoi figlioli a sé. E alla patria.
Ma tu, che sei superiore, va pure al tuo destino.
E stanne pure lontano.
Se ti ubbidisce è perché stai lontano.
Il suo rispetto è fondato sulla fede che la gerarchia sia giustizia, che sia merito, che sia premio.
Forse crederà che tu l'abbia guadagnato.
Guai se perdesse questa fede!
Guai se ti conoscesse davvero!
TU, PER SERVIRE LA PATRIA, devi stargli lontano."

(Piero Jahier, da: Con me e con gli alpini, 1919)

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