Giuseppe Ungaretti

(Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 1970). Visse fino all'adolescenza in ambiente cosmopolita come Alessandria d'Egitto, dove studiò in collegio poi alla scuola svizzera. Cominciò le sue prime discussioni letterarie e politiche con gli esuli anarchici e a prendere contatti con la vita letteraria italiana (La Voce). Dal 1912 (a 24 anni), si stabilì a Parigi dove all'universita` (Sorbona), seguiva le lezioni di Bergson e frequentava diversi ambienti intellettuali come quello dei Futuristi. Il soggiorno a Parigi fu determinante per la sua formazione intellettuale. Qui conobbe Apollinaire, Breton, Braque, Picasso, Palazzeschi, Jacob, ed altri artisti e scrittori che avevano eretto Parigi a seconda patria.

Con Apollinaire strinse amicizia e successivamente gli inviò una copia del "Porto sepolto". Le sue prime pesie vennero pubblicate in Italia dalla rivista Lacerba.

Interventista, si arruolò e combatté sul Carso, esperienza decisiva che si riscontrera` nella sua poesia. Scrisse articoli per il "Popolo d'Italia" su invito dello stesso Mussolini. In uno di essi denunciava lo stato di abbandono in cui versava il fronte. Pubblicò Il Porto sepolto (1917), in ottanta copie e Allegria di naufragi (1917). Aderì al fascismo e divenne corrispondente del "Popolo d'Italia" a Parigi, poi a Roma impiegato al ministero degli esteri. Nel 1931 pubblicò l'edizione definitiva del Porto Sepolto. Nel 1923 l'aveva dato alle stampe con una prefazione di Mussolini. Nel 1933 uscì la raccolta Sentimento del tempo. Ed ancora nel 1933 uscì un'altro dei diversi elogi dedicati a Mussolini: "Lo vedo da lontano, solo, che riedifica la grandezza di un popolo..." (Vita di Arnaldo, in: L'Italia letteraria, 1 gennaio 1933). Le sue simpatie francofone e la collaborazione con intellettuali e riviste francesi non erano ben visti in certi ambienti del regime, ma ciò non valse a rimettere in causa le sue simpatie di fondo per il regime.

Dal 1936 al 1942 insegnò all'universita` di S. Paolo letteratura italiana contemporanea e moderna. Nel 1937 perse il fratello e due anni più tardi il figlioletto di 9 anni. Al rientro gli venne offerta una cattedra per "chiara fama" all'Università di Roma. Intanto, nel 1942, era uscita una nuova edizione de "L'Allegria". Vi furono polemiche nel dopoguerra a causa del suo passato politico, ma la cattedra universitaria gli venne riconfermata ugualmente. Nel 1947 pubblicò una nuova raccolta di poesie intitolata Il dolore. Scrisse per il Corriere della sera, insegnò, tradusse. Divenne poi il "grande vecchio" della letteratura italiana, ebbe molti riconoscimenti e premi, la sua poesia ed i suoi interventi in genere furono sempre apprezzati. Il compleanno del 1968 fu solennemente festeggiato dal governo guidato dall'on. Aldo Moro.

 

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