La Voce

Rivista fondata nel 1908 da Prezzolini e influenzata dai temi della filosofia crociana, fino al 1911 la rivista fu il fulcro di un ampio dibattito nel paese al quale partecipavano numerosi intellettuali con punti di vista diversi. La rivista, che uscì anche con periodicità quindicinale, alle volte basata su numeri unici monografici, si occupava di politica e di problemi sociali come la guerra di Libia, la scuola pubblica, il suffragio universale e quindi non solo di letteratura, perché si trattava di preparare gli italiani alla presa di coscienza dei problemi grandi e piccoli dell'epoca per "migliorare il terreno dove vivere e fiorire la vita dello spirito" (Prezzolini).

I "vociani" erano uniti da una comune presa di posizione contro D'Annunzio (il suo estetismo privo di contenuti) e Giolitti, l'influente politico, ministro e capo del governo, che incarnava il "trasformismo" della politica italiana dove tutto veniva confuso e non vi era più distinzione di ideali. Gli scrittori "vociani" avevano la comune impostazione di basarsi sul messaggio da divulgare, il fine pedagogico dei loro scritti.

Nel 1911 questa prima fase si concluse con la scissione di Salvemini che abbandonò il gruppo e fondò l'Unità, a causa del sostegno che la rivista e Prezzolini stesso vollero dare alla guerra coloniale contro la Libia, sentita come un "dovere nazionale", con cui Salvemini non era d'accordo.

In seguito, soprattutto con De Robertis, le caratteristiche iniziali de La Voce verranno completamente stravolte fino ad esaltare una letteratura basata sul frammentismo, cioè la notazione anche casuale, lasciata libera di esprimersi, seguendo proprie sensazioni, e quindi evitando una struttura precostituita ed artefatta all'opera per trovare invece una maggiore immediatezza e spontaneità che però porta ad una concezione della letteratura come attività lontana da ogni preoccupazione civile o etica.

Questa impostazione si basa sulla filosofia crociana che individua l'opera d'arte come pura intuizione non irrazionale (Bergson), ma portata dal compiersi dello spirito, cioè evolutiva - idealista (Croce).

Ciò nonostante fino al 1916, anno di chiusura della rivista, La Voce ha pubblicato molti autori che diventeranno famosi come Ungaretti e Cardarelli, Bacchelli, Palazzeschi, ed anche autori stranieri come Ibsen, Gide, Mallarmé, contribuendo alla divulgazione della letteratura. Per alcuni mesi nel 1912 la rivista fu diretta da Papini e poi nuovamente da Prezzolini. Infine dal 1914 al 1916 fu diretta da De Robertis.

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