Papini

Giovanni (Firenze 1881 - 1956). Collaborò inizialmente con Prezzolini mirando a stabilire una corrente culturale che sovvertisse l'accademismo italiano, che fosse in chiave antipositivista e orientata verso una rivolta individuale influenzata da idee semianarchiche e di stampo Nietzschiano. In seguito al 1907 dichiarò morta la filosofia "Il crepuscolo dei filosofi" (1907) in funzione di una visione non più idealista ma pragmatica, ruppe con Prezzolini e fondò Lacerba in polemica con La Voce. Assunse un atteggiamento dissacratorio nei confronti della letteratura classica (Dante, Boccaccio, ecc.), sostenitore della violenza e della guerra. Interessante il diario autobiografico "Un uomo finito", che pubblicò nel 1913. Nel 1921 si convertì al cristianesimo: "Storia di Cristo". Aderì al fascismo del quale divenne un intellettuale ufficiale ottenendo nel 1935 la cattedra di letteratura italiana a Bologna e fu nominato nel 1937 accademico d'Italia.

Vedi anche: "Un caldo bagno di sangue"

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