L'Inciso in Pascoli e Ungaretti

Ecco alcuni interessanti studi di Ossola:

"partendo da una struttura tipica del verso pascoliano, l'inciso, e seguendo l'ampia e pertinente dimostrazione di Beccaria, che ha ravvisato in questa tecnica una precisa "figura ritmico - sintattica", rileviamo subito come tale artificio della "distassia", sia uno degli elementi più potenti per la frantumazione del verso, per la sua riduzione alle minime unità sintagmatiche, semanticamente riconoscibili, quale compirà Ungaretti nell'Allegria'. (...) osserviamo dunque da Myricae la chiusura di una strofe dei 'Gigli':

D'altri è il giardino: di mia madre (è tanto!...)
nulla più resta

Basterà ora far corrispondere alle pause della disgiunzione sintattica (anticipazione del genitivo, parentesi, puntini di sospensione) ogni volta una scansione di nuovo verso, e avremo la 'fulminea' metrica di Ungaretti (l'esempio di 'San Martino del Carso' riprende addirittura il tema pascoliano):

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

La pausa imposta dalla disgiunzione sintattica è insomma divenuta esplicita scansione metrica, misura del verso."

Ossola riporta anche altri esempi sull'uso dell'inciso.

 

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