Dal fronte

"Arrivato al mio 19 Fanteria, m'accorsi subito di una cosa e scrissi a Piero Jahier: 'ci sono orribili articoli falsi di giornalisti; ma l'entusiasmo dov'è?'.

Nell'esercito non c'era coesione: tra i diversi gradi della gerarchia e soprattutto tra truppa e ufficiali, c'era un abisso; io ero soldato semplice, io ero truppa, e tutti i miei compagni, i miei migliori amici erano ufficiali; posso quindi parlare con assoluta imparzialità.

(...) Insieme a Papini scrivemmo allora, mentre i giornalisti italiani scrivevano di gran tronfie parole trionfali, un articolo in cui era detta la minacciosa verità; la censura lo abolì da capo a fondo. (...) Con quel mio atto disperatamente volevo scongiurare Caporetto vicino. Ma Caporetto venne e allora l'esercito fu abbandonato a sè stesso. I generali furono i primi a scappare in automobile. Non si accusi il popolo, il popolo che ha sempre avuto troppa pazienza."

(Ungaretti, Il caso Graziani e la sozza speculazione neutralista, Il Popolo d'Italia", 8 agosto 1919).

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