Ossola: critica stilistica

Secondo Ossola nell'arte ed in particolare in Ungaretti c'è una preminenza dello stile sul contenuto, dell'arte sulla vita, della 'dispositio' sulla 'inventio'.

La fragilità della tesi di Ossola è evidente se si considera che lo stesso Ungaretti era cosciente del fondamento storico ed autobiografico della sua lirica:

"poesie che hanno fondamento in uno stato psicologico strettamente dipendente dalla mia biografia" (Ungaretti).

Ossola riporta questa spiegazione di Ungaretti, ma la cita in un contesto tale da stravolgerne il contenuto. A questa frase di Ungaretti, infatti, fa seguire questo commento:

"appare tuttavia evidente da molti interventi degli anni, intorno al 1930, della più sistematica riflessione sulla poesia, che la preoccupazione costante di Ungaretti fu quella di risolvere i complessi problemi formali che l'elaborazione del verso impone" (Ossola, Ungareti, Mursia, 1974, pag.20).

Ungaretti ed Ossola sono qui in contraddizione. Si tratta di un problema sostanziale: la relazione tra stile e contenuto in Ungaretti.

Su questa linea Ossola è spinto a definire la raccolta di liriche di guerra "Il porto sepolto" in questo modo:

"Esso è, ad un attenta analisi, non tanto un resoconto di guerra, quanto uno straordinario mélange letterario di versi già scritti e di progetti eseguiti più tardi, un suggestivo collage di scrittura, una cifrata presentazione della propria poesia, quella già edita, quella appena abbozzata." (Ossola, pag.31).

Come si vede non potrebbe esserci distanza maggiore... Proprio Ungaretti spiega come l' innovazione stilistica nasce in particolari condizioni di guerra.

 

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