"In
Giappone il termine Kata significa: forma fondamentale interdipendente
d'attacco e di difesa. I
Kata
di Judo più conosciuti, più studiati e più rappresentativi dello spirito e
dello stile sono 7.
Il loro obiettivo, il loro carattere, i loro ritmi, sono differenti come lo
sono le maniere di attacco e di difesa; ma l'insieme di questi Kata viene a
dimostrare la teoria e la pratica dei diversi aspetti del Judo.
Ognuno è un'illustrazione, una dimostrazione, ma anche una stretta
combinazione e un insegnamento fondato sui principi di base del Judo:
efficacia massima, impiego totale dell'energia disponibile. Ogni
sbilanciamento è stato pensato, ogni difesa è esattamente quella che
risponde meglio all'attacco, ogni presa è nello stesso tempo necessaria e
sufficiente, condensata, completa.
L'esecuzione di un Kata è una prova fisica dura per lo sforzo impiegato, per
la tensione spirituale dovuta alla preoccupazione della perfezione di stile,
alla ricerca dei movimenti esatti, completi. Di conseguenza lo stesso Kata è
sport.
Colui
che proietta, che si difende, si chiama TORI: egli esegue e
dimostra.
Colui che subisce si chiama UKE.
Troviamo
nei Kata i 3 principi fondamentali del Judo:
In
alcune lezioni, e in molti libri si tratta l’argomento con elementi simili e,
a volte discordanti, quindi anche in questa breve introduzione cercherò di
“spiegare” questa pratica.
Per
qualcuno, a volte,non solo per i non-praticanti, il Kata è solo un insieme di
tecniche eseguite in sequenza, per altri, ancora è l’espressione della
forma, per alcuni come me, forse c’è qualcosa di più.
A
mio avviso il Kata è un “esercizio” che ogni praticante “sente” in
maniera diversa e personale, perché in esso viene rivelata l’essenza del
Judo, ne racchiude i principi che completano la pratica che a volte ,con il
solo randori e nello shiai non si trovano ,o non si riescono a mettere a fuoco,
ciò che a volte è “invisibile” con la sola pratica delle tecniche,
“qualcosa” che richiede un interpretazione.
Nella
mia esperienza judoistica ho sentito diverse spiegazioni sull’argomento.In
queste righe menzionerò quelle più comuni e quelle che condivido di più.
Se
immaginiamo di paragonare il Judo alla scrittura possiamo allora, immaginare,
che le cadute(ukemi) siano l’A,B,C…, le tecniche siano le parole lo shiai
sia un tema e per concludere il Kata sia poesia. Ho sentito anche parlare del
NO-KATA che ere un teatro, quindi il Kata è una forma dove Uke e Tori , dopo
aver fatto propri dei principi judoistici li dimostrano “recitando” e
“interpretando” il kata.
I
Kata vengono anche usati per rafforzare il ki, per avere uno scambio energetico
e per elevare la coscienza di se, una specie di meditazione dinamica che
riguardano l’intenzione , le opportunità, l’energia, l’armonia con ciò
che ci circonda ed infine con l’Universo. Comunque sono dell’idea che per
eseguire un Kata in maniera
armoniosa e “Creativa” uke e tori devono rispettarsi, avere fiducia l’uno
dell’altro, e perché no, devono
“volersi anche un po’ bene”.
Ci
sarebbe ancora tanto da dire sull’argomento, in queste righe spero , almeno,
di aver chiarito un po’ cosa s’intenda per Kata. Scorrendo questo sito si
trovano i vari kata di Judo,
dove vengono
descritti e “spiegati”.
Comunque,per
me, è sempre meglio chiederne di più ad un maestro o ad un praticante di
persona, cosa sia questa dimensione chiamata
KATA.
di Claudio Silvestri.