KATA

   

           

 

                              
"In Giappone il termine Kata significa: forma fondamentale interdipendente d'attacco e di difesa. I Kata di Judo più conosciuti, più studiati e più rappresentativi dello spirito e dello stile sono 7.
Il loro obiettivo, il loro carattere, i loro ritmi, sono differenti come lo sono le maniere di attacco e di difesa; ma l'insieme di questi Kata viene a dimostrare la teoria e la pratica dei diversi aspetti del Judo.
Ognuno è un'illustrazione, una dimostrazione, ma anche una stretta combinazione e un insegnamento fondato sui principi di base del Judo: efficacia massima, impiego totale dell'energia disponibile. Ogni sbilanciamento è stato pensato, ogni difesa è esattamente quella che risponde meglio all'attacco, ogni presa è nello stesso tempo necessaria e sufficiente, condensata, completa.
L'esecuzione di un Kata è una prova fisica dura per lo sforzo impiegato, per la tensione spirituale dovuta alla preoccupazione della perfezione di stile, alla ricerca dei movimenti esatti, completi. Di conseguenza lo stesso Kata è sport.

Colui che proietta, che si difende, si chiama TORI: egli esegue e dimostra.
Colui che subisce si chiama UKE.

Troviamo nei Kata i 3 principi fondamentali del Judo:

  1. L'impiego massimo dell'energia: - Il massimo d'efficacia per il minimo sforzo
  2. La prosperità e il miglioramento reciproco che sono i punti fissati. Il Kata è un lavoro di gruppo che cura sia il perfezionamento personale che il valore dimostrativo ed educativo.
  3. La maniera e la tecnica del Judo consistono nel cedere in souplesse per meglio vincere."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 BREVE INTRODUZIONE

In alcune lezioni, e in molti libri si tratta l’argomento con elementi simili e, a volte discordanti, quindi anche in questa breve introduzione cercherò di  “spiegare” questa pratica.

 Per qualcuno, a volte,non solo per i non-praticanti, il Kata è solo un insieme di tecniche eseguite in sequenza, per altri, ancora è l’espressione della forma, per alcuni come me, forse c’è qualcosa di più.

 A mio avviso il Kata è un “esercizio” che ogni praticante “sente” in maniera diversa e personale, perché in esso viene rivelata l’essenza del Judo, ne racchiude i principi che completano la pratica che a volte ,con il solo randori e nello shiai non si trovano ,o non si riescono a mettere a fuoco, ciò che a volte è “invisibile” con la sola pratica delle tecniche, “qualcosa” che richiede un interpretazione.

 Nella mia esperienza judoistica ho sentito diverse spiegazioni sull’argomento.In queste righe menzionerò quelle più comuni e quelle che condivido di più.

Se immaginiamo di paragonare il Judo alla scrittura possiamo allora, immaginare, che le cadute(ukemi) siano l’A,B,C…, le tecniche siano le parole lo shiai sia un tema e per concludere il Kata sia poesia. Ho sentito anche parlare del NO-KATA che ere un teatro, quindi il Kata è una forma dove Uke e Tori , dopo aver fatto propri dei principi judoistici li dimostrano “recitando” e “interpretando” il kata.

 I Kata vengono anche usati per rafforzare il ki, per avere uno scambio energetico e per elevare la coscienza di se, una specie di meditazione dinamica che riguardano l’intenzione , le opportunità, l’energia, l’armonia con ciò che ci circonda ed infine con l’Universo. Comunque sono dell’idea che per eseguire un Kata  in maniera armoniosa e “Creativa” uke e tori devono rispettarsi, avere fiducia l’uno dell’altro, e perché  no, devono “volersi anche un po’ bene”.

Ci sarebbe ancora tanto da dire sull’argomento, in queste righe spero , almeno, di aver chiarito un po’ cosa s’intenda per Kata. Scorrendo questo sito si trovano i vari kata di Judo, dove  vengono descritti e “spiegati”.

Comunque,per me, è sempre meglio chiederne di più ad un maestro o ad un praticante di persona, cosa sia questa dimensione chiamata   KATA.

di  Claudio Silvestri.