Prima di cominciare a parlare di scale vediamo un paio di definizioni:
Tonalità: insieme di note.
Scala: insieme ordinato di note.
L'insieme "Tonalità" contiene almeno 7 insiemi ordinati che sono le scale modali.
Tonalità maggiore: tonalità che caratterizza come presenza di note quelle della scala maggiore, il cui ordine è dettato dal
successivo variare dell'altezza delle note della tonalità stessa.
In una tonalità maggiore avremo una scala maggiore, in una tonalità minore, ovviamente, una scala minore. La
scala naturale maggiore è la scala di Do, la naturale minore è quella di La. Per naturale si intende una scala
composta esclusivamente da note senza alterazione (# o b).
La scala maggiore naturale è compsta dalle note do, re,mi, fa,sol, la e si, per poi riprendere ciclicamente dal do. Lo schema intervallare
di questa scala è il seguente, T T S T T T S, dove per T intendiamo un tono e per S un semitono (ovviamente la somma di due
semitoni genera un tono). Lo stesso schema si può esprimere numericamente, ed in questo modo diventa 1 1 1/2 1 1 1 1/2. In questo
caso avremo quindi questa successione di intervalli:
1° giusta
2° maggiore
3° maggiore
4° giusta
5° giusta
6° maggiore
7° maggiore
8° giusta
Viste queste premesse possiamo cominciare a modalizzare: resteremo quindi nell'insieme tonalità maggiore esponenziato in una forma
più ampia di due ottave all'interno del quale si costituiscono 7 sottoinsiemi ordinati (scale) che partono da una delle 7 note dell'ottava
più bassa della nostra tonalità. A questo punto notare come il legame tra questi 7 sottoinsiemi abbia il fulcro centrale nel primo di essi,
il quale ha tutte le sette note di partenza dei sottoinsiemi già ordinate. Per farla breve guardiamo lo schema qui sotto, vale più un bel
disegnino di mille parole: quella che vedete è la modalizzazione in tonalità Do, la più semplice di tutte. Affianco al nome della modale
troverete l'accordo di riferimento: La ionia prevede un Do May7, la dorica un Re m7, la frigia un Mi m7 e così via.
Come potete vedere dallo schema esistono modali maggiori e modali minori: nella fattispecie le maggiori (che cioè hanno la terza maggiore)
sono la ionia, la lidia e la mesolidia; le minori sono la dorica, la frigia, l'eolia e la locria.
Bene, è giunto il momento della pratica: vediamo la diteggiatura delle modali, che nell'esempio sotto si riferiscono alla tonalità di
Do; tutte (dorica esclusa) permettono di mantenere la posizione: la dorica prevede di perdere la posizione al momento di suonare
la quinta, dove invece di utilizzare l'anulare useremo il mignolo ("mignolo pivot") che ci permetterà di suonare la sesta con il dito
corretto, l'indice. Fate caso ad un piccolo trucco: le scale maggiori prevedono tutte l'uso del medio sulla tonica, le minori dell'indice.
Ionia
Dorica
Frigia
Lidia
Mesolidia
Eolia
Locria
Bello, ma ora che me ne faccio di tutto questo? Un piccolo esempio chiarificatore: se il tappeto del brano prevedesse una successione di
accordi tipo A 7, E m7 e D May7 individueremo subito la tonalità di Re e sapremo che dovremo suonare una scala mesolidia sul A 7,
una dorica su E m7 ed una ionia su D May7; facile no? Non molto? Allora gardatevi quest'ultimo schema, vi chiarirà questo concetto:
contiene tutte le tonalità ed i relativi accordi. Ancora una volta buon lavoro!
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